Recensione di “Agire! Pietro Cociancich e il ‘Gruppo di Marsiglia’ 1932 – 1944” (Indesiderabili Edizioni – Biblioteca Anarchica Disordine, 2023)

Recensione di Agire! Pietro Cociancich e il “Gruppo di Marsiglia” (1932 – 1944) (Indesiderabili Edizioni – Biblioteca Anarchica Disordine, 2023)

Agire! Pietro Cociancich e il “Gruppo di Marsiglia” (1932 – 1944). – Coedizione Indesiderabili / Biblioteca Anarchica Disordine ; Marsiglia [?] / Lecce, 349 p.

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Vi sono delle “carenze”, dei vuoti, delle assenze insomma, spesse volte, anche nelle ricostruzioni storiche che gli anarchici e le anarchiche effettuano sul proprio movimento. Infatti non sono poche le volte che nelle attenzioni riversate ad avvenimenti, momenti di lotta, situazioni che si ricostruiscono, si privilegiano precise personalità ed i loro ruoli nelle dinamiche esaminate, invece del concorso collettivo. Così che appaiono come in secondo piano e non raramente pure privi di nome e cognome compagni e compagne il cui apporto nell’ambito dei fenomeni studiati è invece niente affatto marginale.

Libri come Agire! Pietro Cociancich e il “Gruppo di Marsiglia” 1932 – 1944 riparano tali assenze, e ci permettono di riportare alla luce persone finora sconosciute, o quasi, ai più ed aiutano a meglio inquadrare le situazioni in cui compagne e compagne si trovano ad operare.

Il periodo ricostruito è quello fascista, le condizioni in cui operano anarchici ed anarchiche, tra cui Cociancich è quello degli esuli riusciti in qualche modo a scampare alla stretta diretta del regime che si è imposto in Italia, la cui repressione, esercitata in mille modi fino all’omicidio, rende la vita impossibile ai rivoluzionari. Tuttavia i Paesi di “accoglienza” delle decine di migliaia di scampati alla tortura diretta del fascismo non manifestano affatto simpatia e solidarietà, salvo gli esuli non si sottomettano docilmente allo sfruttamento del lavoro schiavistico, rispettino le leggi del capitale e dello Stato e soprattutto non creino problemi di natura tale da influire negativamente sui rapporti di “buona convivenza” con il regime dittatoriale italiano.

Ma questi stessi Paesi hanno parametri assai diversi per trattare con le appendici della dittatura fascista presenti nei loro territori. Ambasciate, consolati, associazioni fasciste-patriottiche varie, veri e propri covi del fascismo all’estero equamente distribuiti in tutti gli Stati e lasciati appositamente operare e sviluppare nei luoghi di presenza massiccia di italiani in esilio – come le zone minerarie ove si concentrano in quanto vi trovano lavoro, o zone in cui son richieste le loro braccia in quanto insufficienti quelle autoctone –, fanno senza alcun disturbo i loro comodi, quando non agiscono direttamente in combutta con le autorità del luogo, infiltrando le loro marionette nei gruppi emigrati, provocando questi in modo inaudito al fine di indirizzarli in azioni sconsiderate, passando alle autorità preposte informazioni mirate a rendere impossibile la vita a quanti nella loro matria risultano invisi ai poteri costituiti.

Non tutti gli esuli, ovviamente, soggiacciono ai ricatti, alle persecuzioni, alle avvisaglie istituzionali di attenersi esclusivamente a rendere disponibili le loro braccia ed il loro tempo. Ve ne sono parecchi che, anzi, a fronte di simili ricatti e disparità di trattamento, accentuano ancor più il loro odio verso quel regime ed i suoi uomini che gli hanno costretti a lasciare i propri ambienti, i propri compagni di lotta, i propri cari che subiscono con costanza e durezza progressiva le attenzioni del sistema dittatoriale. I più caparbi, pur nella vita raminga e nelle mille privazioni, ricucendo quando possibile le loro reti organizzative, i loro ambienti operativi, e spesso allargando a dismisura il campo della solidarietà fanno anche più che nel loro luogo d’origine, se non altro perché riescono ad affinare al meglio i loro movimenti, a valutare gli ambienti da frequentare con cognizione di causa e così ad evitare ambiguità e pericolose frequentazioni.

Quel che pare impossibile quasi da concretizzare, è che migliaia di compagni e compagne abbiano non soltanto vissuto in tali terribili condizioni anche per un intero ventennio, ma che abbiano operato in maniera radicale apportando colpi consistenti a personaggi ed istituzioni fasciste in combutta con le istituzioni degli Stati “d’accoglienza”. Ciò la dice assai lunga sul nostro movimento, sulla capacità degli anarchici e delle anarchiche di agire anche nelle peggiori condizioni, di creare adeguate reti di solidarietà al fine non solo di salvaguardare la vita di compagni e compagne, ma di progettare ed attuare colpi in danno dei nemici di sempre. Esemplare in questo senso anche l’operare di Pietro Cociancich [Pietro Canziani, secondo la fascistizzazione linguistica degli istriani. Nacque a Umago nel marzo del 1884]. Costretto a varcare le Alpi una volta ben assestato il regime mussoliniano, lo troviamo ad operare nella zona di Marsiglia, ove gli anarchici risultano numerosi.

«Noi difendiamo un ideale d’onore e di libertà. Noi abbiamo giurato di schiacciare i fascisti, seguiamo la via di condotta che noi stessi abbiamo tracciato».

Ecco parte della dichiarazione rilasciata ad uno degli interrogatori da parte della polizia francese, a seguito del suo arresto – e di quello di Dante Fornasari, coimputato repubblicano – per l’attentato a bomba ai danni di un locale pubblico, covo di fascisti, situato a Aubagne, nel gennaio del 1932. Ed ecco così in poche parole descritta la sua personalità, la sua tensione che mai venne meno, neppure negli anni di carcere a cui fu condannato per l’attentato.

Una lunga serie di compagni e compagne incontriamo nel seguire il suo tragitto nelle righe di questa biografia, tra cui Paolo Schicchi, Dario Castellani e Fosca Corsinovi la sua compagna, oltre naturalmente a decine di altri anarchici ed anarchiche.

Sarebbe stato opportuno, al fine di poter stimolare la ricerca, redigere un elenco dei nomi, così da portare finalmente, sia pure lentamente ma progressivamente, alla luce della conoscenza tutti e tutte coloro che in ogni ambito e situazione, concorrono attivamente, sia pure nei mille modi possibili, alla nostra storia. Più che un “appunto” al lavoro dei compagni e delle compagne, una considerazione per noi tutti.

Maggio 2023

Kosta Cavalleri

PDF: Recensione di Agire! Pietro Cociancich e il “Gruppo di Marsiglia” (1932 – 1944) (Indesiderabili Edizioni – Biblioteca Anarchica Disordine, 2023)

[Tratto da https://anarkiviu.wordpress.com/2023/05/21/recensione-agire-pietro-cociancich/ e ripubblicato in https://lanemesi.noblogs.org/post/2023/05/25/recensione-ad-agire-pietro-cociancich-e-il-gruppo-di-marsiglia-1932-1944-indesiderabili-edizioni-biblioteca-anarchica-disordine-2023/]