Pubblichiamo qui di seguito due recenti dichiarazioni da parte di compagni anarchici e sovversivi imprigionati in Cile: una “Dichiarazione sulla lotta dei prigionieri anarchici e sovversivi nelle carceri cilene” (Mónica Caballero, Francisco Solar, Joaquín García, Juan Aliste, Marcelo Villarroel) e la “Dichiarazione di fronte all’inizio del processo” (Mónica Caballero, Francisco Solar). Quest’ultimo testo è la seconda dichiarazione dei compagni a proposito dell’inizio del processo orale (la principale fase dibattimentale del procedimento), la prima (“Dichiarazione in vista del processo imminente“) è stata pubblicata ad aprile, in vista dell’udienza del 19 maggio, successivamente rimandata al 18 luglio. Per contestualizzare il processo e le azioni di cui sono accusati invitiamo a leggere i testi scritti dai compagni e in particolare la dichiarazione di Francisco Solar con cui ha assunto la responsabilità per tutte le azioni (“Assumendo la responsabilità“).
Solidarietà rivoluzionaria internazionale con i compagni anarchici e sovversivi imprigionati in Cile!
Mónica Caballero, Francisco Solar, Joaquín García, Juan Aliste, Marcelo Villarroel: Dichiarazione sulla lotta dei prigionieri anarchici e sovversivi nelle carceri cilene (Cile, luglio 2023)
Dichiarazione dei prigionieri anarchici e sovversivi in lotta nelle carceri cilene
I nostri desideri, sfide e urgenze:
— A cinquant’anni dal golpe militare di Pinochet, il cui lascito giuridico continua in modo vergognoso nelle estese condanne della giustizia militare contro il compagno Marcelo Villaroel.
— Nell’imminenza dell’inizio del processo del potere contro la compagna Mónica Caballero e il compagno Francisco Solar, la vendetta del dominio non si arresta contro chi passa all’offensiva attaccando la sua intoccabile impunità.
Da quando ci siamo costituiti come spazio di affinità collettiva, da ormai tre anni, tra compagni e compagne prigionieri della guerra sociale in lotta e resistenza dal ventre della bestia delle carceri dello Stato cileno, abbiamo deciso che la nostra priorità era ed è la ricerca della libertà come rottura con la quotidiana normalità dell’esistente e la società carceraria che ci rinchiude per la nostra irrinunciabile decisione di combattere per la liberazione totale.
In questo cammino e incontro indissolubile di anarchici e sovversivi antiautoritari, che sono il riflesso vivo della lotta rivoluzionaria tramite le pratiche di violenza minoritaria nel Cile degli ultimi decenni, ci siamo fatti forti e coscienti della nostra lunga permanenza tra le sbarre nei differenti momenti e luoghi in cui siamo dovuti passare. È per questo che, con la necessaria chiarezza che esige la nostra posizione di vita in lotta, oggi intendiamo condividere le nostre ineludibili urgenze e da qui deriva la chiamata alla mobilitazione permanente, alla solidarietà attiva, alla complicità insorgente.
1. Rispetto alla situazione del compagno Marcelo Villarroel Sepúlveda, arrestato in Argentina nel marzo 2008, trovandosi così da 16 anni in carcere e totalizzando 29 anni di carcerazione in tre differenti periodi della sua vita, siamo stati chiari e insistenti: oggi è un ostaggio dello Stato e non un prigioniero dello Stato di diritto che il proprio potere sostiene di difendere.
Gli vengono applicate pesanti condanne, che arrivano fino a 46 anni, emanate dalla giustizia militare di Pinochet del Cile della transizione dei primi anni Novanta, e inerenti diverse azioni armate come attacchi e assalti contro la polizia dell’epoca, abitualmente torturatrice, attacchi esplosivi contro l’ambasciata spagnola nel contesto dei 500 anni dall’invasione coloniale europea, recupero e redistribuzione nei villaggi di alimenti sottratti ai camion per il trasporto e assalti alle banche nel contesto della sua precedente militanza nell’estinto gruppo di guerriglia urbana Mapu-Lautaro.
La validità attuale di queste condanne è resa possibile solo dal mantenimento dell’apparato giuridico della dittatura e dalla silenziosa modifica, agli inizi del 2019, del decreto legge n. 321 sulla scarcerazione condizionale che ne ha modificato i tempi di attuazione e che ha permesso alla Gendarmeria di ottenere carta bianca dal ministero di giustizia del governo di Piñera per implementare questa aberrazione giuridica, visto che lo Stato cileno applica illegalmente questa modifica, usandola in forma retroattiva, contraddicendosi con il diritto penale internazionale che dicono di difendere. Allo stesso modo, sotto l’attuale amministrazione del governo Boric, la corte d’appello, la corte suprema, le procure, tramite i loro democratici giudici e pubblici ministeri, hanno difeso esplicitamente e apertamente, senza alcun imbarazzo, la giustizia militare di Pinochet, evidenziando così il vero carattere social-fascista dello Stato cileno e di quanti lo difendono, sostengono e giustificano.
2. La compagna e il compagno anarchici Mónica Caballero Sepúlveda e Francisco Solar Domínguez, arrestati nel luglio 2020, sono accusati degli attacchi esplosivi simultanei contro il 54° commissariato, nell’area settentrionale di Santiago, e l’ex ministro degli interni del primo governo di Piñera, Rodrigo Hinzpeter, e del duplice attacco esplosivo nel quartiere borghese di Santa María de Manquehue, nella zona est di Santiago, avvenuto nel pieno del periodo della rivolta.
Nel dicembre del 2021 Francisco ha assunto la diretta responsabilità di tutti gli attacchi, rivendicando politicamente ciascuna azione.
Il prossimo 18 luglio affronteranno l’inizio del processo dove il potere cercherà di seppellirli sotto decine e decine di anni di prigione. Le richieste di condanna del pubblico ministero sono di 129 anni per Francisco e 30 anni per Mónica.
La decisione di lotta dei compagni è stata quella di rispondere ai colpi rompendo l’impunità dei repressori, situandosi in una chiara e antica tradizione rivoluzionaria e in particolare anarchica che ha cercato di distruggere con le proprie mani il monopolio della violenza dello Stato e la tranquillità di coloro che dai propri incarichi di potere hanno comandato le più brutali e sistematiche incursioni repressive.
3. È inoltre importante menzionare la situazione dei compagni Joaquín García Chancks e Juan Aliste Vega.
Joaquin, prigioniero anarchico, ha trascorso quasi 8 anni di reclusione, condannato per la collocazione di un ordigno esplosivo nel 12° commissariato di San Miguel, a Santiago, insieme a Kevin Garrido (compagno assassinato in prigione nel novembre 2018) e per possesso illegale di un arma da fuoco mentre infrangeva gli arresti domiciliari imposti dal potere. La situazione di Joaquín rientra all’interno dei tempi minimi per accedere alla scarcerazione condizionale, difatti è già stata inoltrata e respinta dalla nefasta Área Técnica della Gendarmería che, è bene sottolinearlo, ha avuto un ruolo determinante nell’accesso alle diverse misure in seguito alla sopraindicata applicazione della modifica del decreto legge n. 321 del 2019; a tutto ciò si somma il fatto che tecnicamente risulta impossibile accedere ai “benefici” penitenziari nel caso in cui il detenuto sia assegnato alle sezioni di alta o massima sicurezza, il che pone in una strada chiusa, senza sbocchi, ogni detenuto che si predispone alla ricerca di un’uscita legale dal carcere.
Juan, prigioniero sovversivo, anch’esso condannato tramite la nefasta giustizia militare di Pinochet nello stesso contesto [come per Marcelo Villarroel, ndt] della propria precedente militanza nel Mapu-Lautaro, ha scontato 12 anni di carcere tra il 1991 e il 2003 per una condanna a 18 anni per “violenza perpetrata durante l’operato di un carabiniere, con conseguenza mortale”, un fatto mai riconosciuto, e che si inquadra dentro il contesto politico-sociale della dittatura; per questa condanna deve ancora scontare alcuni mesi.
Attualmente sta scontando una condanna a 42 anni, dei quali 13 già trascorsi, senza alcuna possibilità di poter richiedere alcun tipo di permesso di uscita e — come per Marcelo, Francisco e Joaquín — ha trascorso la maggior parte della carcerazione nei regimi di alta e massima sicurezza.
Chiaramente non abbiamo mai avuto fiducia nei criteri di alcuna istituzione, tanto meno in quella carceraria, il che non significa che, come strumento pratico, siamo disposti ad accantonare tutte quelle istanze giuridiche che possano risultare necessarie nella ricerca di un’uscita dal carcere per ognuno di noi, perché porremo sempre la nostra etica in primo piano, rifiutando appieno qualunque manovra oscura che arrivi dal dominio. Non abbiamo mai elemosinato alcunché a nessuno; nelle mani del potere, sempre coscienti che il cammino da noi intrapreso ci riempie di orgoglio, affrontiamo l’esistenza senza fare un passo indietro.
La chiamata è volta a porre in essere iniziative di solidarietà rivoluzionaria, tenendo sempre presente che i nostri compagni e compagne si trovano reclusi per azioni concrete contro l’ordine costituito e i suoi difensori. E che la migliore maniera per solidarizzare è continuare lungo il sentiero del conflitto, dall’autonomia e della libera volontà dei gruppi, individualità e comunità in lotta contro l’esistente.
Raddoppiare gli sforzi nell’internazionalismo anticarcerario implica anche convocare tutti i compagni, fratelli e sorelle di lotta nei differenti territori e continenti del pianeta, rompendo con i settarismi propri di chi non ha vissuto le esperienze estreme del combattimento come del carcere, della clandestinità o della morte; contribuendo con generosità, attraverso le distinte capacità e possibilità, esortando nella forma più ampia possibile alla mobilitazione specifica per la solidarietà diretta.
Nell’immediato ci troviamo alle porte del processo contro Mónica e Francisco ed è qui che l’inquisizione democratica del capitale deve aver chiaro che non giudicherà solo due compagni anarchici d’azione, bensì tutti quegli affini che camminano con la stessa tensione al conflitto.
Nel frattempo si avvicina settembre, in Cile ricorrono i 50 anni dell’insurrezione borghese capitanata da Pinochet e risulta realmente ripugnante il silenzio complice dei molti che permettono che ancora esista la struttura giuridico-politica della dittatura, cristallizzata nelle condanne a Marcelo, il quale, camminando sul sentiero della sovversione autonoma e antiautoritaria, ha trascorso più della metà della propria vita dietro le sbarre.
Che lo Stato cileno sappia che non esiste né carcere né punizione capace di farla finita con storie di vita in lotta, le quali, in modo irriducibile, mantengono il pugno in alto oltre le fluttuazioni della storia e le rinunce, le paure e gli accomodamenti di chi elude il conflitto.
Abbracciamo con amore e complicità tutti e tutte i prigionieri anarchici e sovversivi antiautoritari nelle carceri del mondo, che affrontano con dignità la reclusione contribuendo alle lotte reali con pratiche concrete, lontane dal nefasto vittimismo assistenzialista, e sempre vicini al posizionamento rivoluzionario.
Alfredo Cospito, Anna Beniamino, Juan Sorroche, Pola Roupa, Nikos Maziotis, Thanos Chatziangelou, Claudio Lavazza, Gabriel Pombo Da Silva, Thomas Meyer-Falk, per tutti e tutte voi il nostro rispetto e vicinanza reale oltre tutte le sbarre e chilometri che ci separano.
Ci riempie di gioia la recente scarcerazione di Gabriel Pombo Da Silva che salutiamo con solidale fratellanza.
Ai compagni e compagne imprigionati in Cile per il “Caso Gendarmeria” e il “Caso Susaron”, ai peñi in lotta, prigionieri politici mapuche.
Con tutti e tutte i nostri compagni morti nella memoria e nell’azione, ritroviamo con la nostra amata compagna Luisa Toledo Sepúlveda la passione per vivere e il newen [la forza, ndt] infinito per lottare.
Per Mónica e Francisco: solidarietà e complicità con chi attacca i potenti e i repressori!
Per Marcelo, a 50 anni dal colpo di stato civile-militare: annullamento delle condanne della giustizia militare di Pinochet ancora vergognosamente vigenti!
Per Juan e Joaquín e i prigionieri anarchici e sovversivi: tutti e tutte nelle strade!
Morte allo Stato e viva l’anarchia!
Finche c’è miseria, ci sarà ribellione!
Mónica Caballero Sepúlveda
Francisco Solar Domínguez
Joaquín García Chancks
Juan Aliste Vega
Marcelo Villarroel Sepúlveda
— Cárcel de mujeres de San Miguel, Santiago
— Cárcel empresa La Gonzalina, Rancagua
Territorio occupato dallo Stato cileno
Luglio 2023
[Pubblicato in spagnolo l’11 luglio in https://informativoanarquista.noblogs.org/post/2023/07/11/chile-palabras-de-lxs-prisionerxs-anarquistas-y-subversivxs-en-lucha-en-las-carceles-chilenas/ | Traduzione in italiano ricevuta via e-mail, parzialmente modificata e pubblicata in https://lanemesi.noblogs.org/post/2023/07/16/monica-caballero-francisco-solar-joaquin-garcia-juan-aliste-marcelo-villarroel-dichiarazione-sulla-lotta-dei-prigionieri-anarchici-e-sovversivi-nelle-carceri-cilene-cile-luglio-2023/]
Mónica Caballero, Francisco Solar: Dichiarazione di fronte all’inizio del processo (Cile, luglio 2023)
Nei prossimi giorni inizierà la fase culminante di questo lungo processo giudiziario che ci ha mantenuti in carcere negli ultimi 3 anni. Questo processo orale non dovrebbe durare molto, visto che Francisco ha assunto la responsabilità delle azioni rivendicando politicamente ciascuno degli attacchi. Ciononostante, tutto lascia pensare che la procura non risparmierà né sforzi né mezzi per ottenere tutte le aggravanti possibili, facendo di questo punto il momento preciso in cui il Potere si lascerà cadere con tutta la sua brutalità.
Questi 3 anni hanno rappresentato il rafforzamento di vincoli di affinità e solidarietà con diversi spazi anarchici di questo territorio e di altri lontani, e anche l’essere parte del coordinamento dei prigionierx anarchici e sovversivi intraprendendo insieme diverse iniziative di lotta con una chiara prospettiva anticarceraria. In sostanza, ciò ha significato affrontare con dignità la vita in carcere senza smettere nemmeno per un istante di essere parte attiva della galassia informale anarchica, cercando costantemente di infrangere il ruolo di semplice “prigionierx” cui il Potere vorrebbe limitarci.
Le azioni che verranno giudicate si inscrivono, senza dubbio, nella lunga tradizione anarchica che si incarica di rispondere, di vendicare i colpi continui di repressori e potenti. Costituiscono il chiaro tentativo di distruggere l’impunità di coloro che detengono l’autorità, dimostrando che è possibile, dall’informalità, disturbare lo stabilito e rendere reale la vendetta.
Queste azioni sono anche un apporto alla guerriglia urbana anarchica che si rifiuta di sparire nonostante i costanti colpi repressivi.
In questo senso, pensiamo che sia fondamentale mettere l’accento sulle azioni per le quali ci tengono rinchiusi, nel momento in cui si decida di mettere in piedi iniziative di solidarietà, incentivandone la crescita, la diffusione e la moltiplicazione.
Vogliamo mandare un abbraccio complice a tutti gli spazi, ambienti e individui che rendono la solidarietà una pratica permanente che permette, tra le altre cose, che continuiamo a partecipare attivamente dell’ampio operato anarchico, dando vita, in questo modo, allo sviluppo concreto di una solidarietà di carattere rivoluzionario.
Un abbraccio fraterno ai nostri fratelli anarchici e sovversivi nel carcere di Rancagua, con i quali indubbiamente ci siamo rafforzati in questo cammino di lotta all’interno della prigione, e per i quali risulta imprescindibile raddoppiare gli sforzi per ottenere la loro liberazione.
Un saluto speciale anche ai nostri compagni prigionieri anarchici del caso Gendarmeria, per x prigionierx antispecistx e per Tomás González.
Solidarietà e complicità con coloro che attentano contro repressori e potenti!
Qualifichiamo e moltiplichiamo gli attacchi contro ogni espressione del dominio!
Prigionierx anarchicx e sovversivx liberi!
Viva l’anarchia!
Mónica Caballero
C. P. F. San Miguel
Francisco Solar
C. P. La Gonzalina — Rancagua
Territorio occupato dallo Stato cileno, metà luglio 2023.
[Pubblicato in spagnolo il 16 luglio in https://informativoanarquista.noblogs.org/post/2023/07/16/chile-palabras-de-monica-caballero-y-francisco-solar-frente-al-comienzo-del-juicio/ | Traduzione in italiano ricevuta via e-mail e pubblicata in https://lanemesi.noblogs.org/post/2023/07/16/monica-caballero-francisco-solar-joaquin-garcia-juan-aliste-marcelo-villarroel-dichiarazione-sulla-lotta-dei-prigionieri-anarchici-e-sovversivi-nelle-carceri-cilene-cile-luglio-2023/]