Lettera aperta agli organizzatori e ai partecipanti dell’ABC-Fest a Vienna – oppure: perché quest’anno non parteciperemo all’ABC-Fest
Traduciamo e diffondiamo questo testo di lingua tedesca. La nostra lettura dei fatti è sicuramente parziale, non avendo approfondito né il programma dell’ABC-Fest [27-29 aprile 2023] né sappiamo se gli organizzatori abbiano risposto o meno alle critiche o quali ragionamenti si stanno facendo, individualmente o collettivamente, rispetto a questa decisione.
La diffondiamo perché riteniamo comunque importante che finalmente stiano emergendo sempre più prese di posizione coerentemente anarchiche e internazionaliste contro la guerra.
Siamo felici che, dopo alcuni mesi di confusione, soprattutto nel Nord Europa, la propaganda per la NATO venga sempre meno tollerata negli spazi anarchici.
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Cari organizzatori/trici e partecipanti dell’ABC-Fest di Vienna 2023, quest’anno avremmo dovuto tenere la conferenza con discussione annessa “Distruggiamo il Leviatano — Sull’incompatibilità tra anarchia e civiltà”, tuttavia ci sentiamo di annullarla con poco preavviso e non parteciperemo al Festival dell’ABC di quest’anno. Siamo rimasti scioccati nel leggere nel programma dell’evento che venga dato spazio agli/alle “attivisti/e” della rete “Solidarity Collectives” in un’iniziativa esplicitamente anarchica. Sconvolti perché, nonostante questa rete venga designata come “antiautoritaria”, una cosa ci è chiara: l’anarchismo non può mai avere a che fare, direttamente o indirettamente, con il sostegno agli Stati nazione, al nazionalismo e al militarismo.
Non meno di rilievo, tuttavia, è l’immagine dichiarata degli/delle “attivisti/e” e dei/delle sostenitori/trici invitati/e, rafforzata da numerose dichiarazioni, conferenze e azioni dei membri dei “Solidarity Collectives”. Sostegno organizzato a parti (presumibilmente “anarchiche”) delle forze armate ucraine, che palesemente (e dato che gli anarchici, realisticamente, semplicemente non hanno i mezzi e le connessioni necessarie, persino addirittura in maniera ridicola e spavalda) afferma di portare rifornimenti al fronte (“provide the anti-authoritarian activists who joined military units with everything they needed”, citazione dal sito web di “Solidarity Collectives”) è per noi incompatibile con le idee anarchiche! Il fatto che la stessa rete ammetta apertamente di voler fare propaganda bellica in ambienti anarchici (“People discuss the ‘Ukrainian question’ all over the world. Explaining why all anti-authoritarian forces, despite everything, should support the Ukrainian resistance movement is our primary task today. Therefore, we are always ready to take part in conferences, debates or share our vision with journalists”) è ordunque solo la punta dell’iceberg. Siamo disgustati dal fatto che gli “attivisti” dei “Solidarity Collectives”, a cui verrà dato spazio qui al festival ABC, abbiano ripetutamente fomentato il sentimento antidisertore nelle dichiarazioni, ad eventi e soprattutto nella vastità di internet, abbiano diffuso posizioni nazionaliste, che ad esempio hanno dichiarato i/le russi/e come nemici/he legittimi/e e come tali hanno dato direttamente e indirettamente il via libera all’abbattimento, e abbiano negato la resistenza antimilitarista contro la guerra in Russia (il che contribuisce in particolar modo all’intensificazione di questo risentimento nazionalista), lo spalleggiamento con le forze ucraine di estrema destra e fasciste è stata relativizzato e anche difeso, sia il governo ucraino che il conglomerato dei governi occidentali che partecipano alla guerra sul territorio ucraino sotto la bandiera della NATO sono stati giustificati come mali minori, nonostante, anche se non da ultimo, gli anarchici sono stati e lo saranno, imprigionati, torturati, mutilati e uccisi in questi Stati e dagli stessi governi.
Siamo del parere che l’intervento anarchico contro la guerra possa comprendere tante forme. Può andare dal sostegno ai/alle disertori/trici, ai sabotaggi (armati) contro le infrastrutture della guerra fino a comprendere combattimenti armati contro i poteri statali, per menzionare solo alcuni esempi. Irrinunciabile per noi è sempre comunque che le alleanze — che fossero anche temporanee — con ogni Stato, vengano rigorosamente rifiutate, che noi anarchic* stiamo dalla parte di tutte le popolazioni oppresse e non ci lasciamo sobillare dalla propaganda nazionalista contro popolazioni di altri Paesi — e ovviamente non la promuoviamo noi stessi — e che le nostre attività, proprio come in tempo di pace, non siano finalizzate al mero aiuto umanista/umanitario, che piuttosto avvantaggia lo Stato e il dominio invece di distruggerlo. Tuttavia, entrare nei ranghi delle forze armate, non per istigare ammutinamenti, per far rivivere la pratica del fragging o semplicemente per entrare in possesso di armi per disertare e rivolgerle poi contro tutti gli Stati, ma per partecipare alla difesa di un territorio a vantaggio dello Stato occupante prevalente, a nostro avviso non può entrare in risonanza con le idee anarchiche e, per di più, la storia di tutte le guerre (oltre che in realtà, già con un “sano raziocinio”) conferma che questa “strategia” non abbia alcuna chance.
Abbiamo visto nell’ultimo anno purtroppo, troppe volte come gli anarchic* abbiano comunque partecipato a questo sostegno pro-nazionalista all’Ucraina nella guerra contro la Russia. Abbiamo avuto numerose discussioni con i fautori di questa animazione guerrafondaia “anarchica” e siamo giunti così alla constatazione che, l’intenzione dichiarata di “Solidarity Collectives” non è nel loro interesse discutere il loro punto di vista da guerrafondai “anarchici”, ovvero il loro unico scopo è quello di persuadere le forze antiautoritarie a sostenere loro e quindi la guerra (“Explaining why all anti-authoritarian forces, despite everything, should support the Ukrainian resistance movement is our primary task today” — sito web di “Solidarity Collective”). Conoscendo questa strategia e con l’esperienza delle discussioni precedenti, siamo convinti che a queste persone, che vogliono rifilare idee autoritarie (guerrafondaie) agli anarchic*, non dovrebbe essere offerto spazio. Coloro che utilizzano mezzi di manipolazione (ad esempio una retorica del coinvolgimento-non coinvolgimento, informazioni selettive e distorte, immagini sulla miseria della guerra, che vengono poi utilizzate per giustificare la guerra stessa, nonché un’accusa più che paradossale di “privilegio” nei confronti di tutti coloro che non condividono la loro opinione) al fine di soffocare i dibattiti e intanto poi aspirare alla mobilitazione di anarchici nella guerra, non hanno da cercare alcunché in un evento anarchico.
Per questo motivo, abbiamo deciso di disdire la nostra partecipazione all’ABC-Fest di quest’anno, perché non vogliamo alimentare questa dinamica (anche se potrebbe verificarsi contemporaneamente in un numero sempre maggiore di spazi presumibilmente anarchici).
Siamo al fianco di tutte le persone colpite dalla guerra, indipendentemente dallo Stato che occupa il territorio, possa essere l’Ucraina o la Russia, così come in tutto il mondo, e dichiariamo la nostra solidarietà a tutti coloro che lottano con intenzioni libertarie contro il massacro nell’interesse delle varie fazioni capitaliste del potere, che siano anarchic* o no!
Nessuna solidarietà con coloro che vogliono massacrare per la loro patria, il loro “popolo” o il presunto male democratico minore, indifferentemente che si definiscano o meno “anarchic*”!
[Ricevuto via e-mail e pubblicato in https://lanemesi.noblogs.org/post/2023/05/14/lettera-aperta-agli-organizzatori-e-ai-partecipanti-dellabc-fest-a-vienna-oppure-perche-questanno-non-parteciperemo-allabc-fest/ | Nel titolo del testo sono state rimosse le declinazioni di genere, “organizzatori/trici” e “ai/alle”, presenti nella traduzione originale]