Comunicato dell’Assemblea cittadina milanese contro il 41 bis, l’ergastolo e in solidarietà ad Alfredo
Superati i 110 giorni di sciopero della fame le condizioni di Alfredo continuano a peggiorare tanto che dopo la traduzione dal carcere di Bancali (SS) a quello di Milano-Opera è stato trasferito presso la sezione penitenziaria a 41 bis collocata all’interno dell’ospedale San Paolo di Milano. Alfredo è comunque lucido e determinato a portare avanti la lotta contro il 41 bis e l’ergastolo e a rifiutare l’alimentazione forzata.
Dopo i primi due mesi di quasi totale silenzio mediatico e istituzionale sulla vicenda, con l’aumentare delle iniziative e delle voci contro la tortura del 41 bis ed il peggiorare delle condizioni di Alfredo, determinato a continuare la lotta fino all’ultimo respiro, dal lato istituzionale è cominciato un osceno palleggio delle responsabilità circa la scelta tra declassificazione o morte. Il 19 dicembre il Tribunale di Sorveglianza di Roma, dal 2009 unico competente in materia di ricorsi rispetto all’applicazione del 41 bis, ha negato la declassificazione.
L’8 febbraio, la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo (DNAA), forse preoccupata da un tragico epilogo che metterebbe a dura prova tutto l’istituto del 41 bis, si dichiara invece possibilista: Alfredo può tornare in Alta Sicurezza. Il giorno dopo interviene la risposta del Ministro di Giustizia alla richiesta di declassificazione avanzata dall’avvocato di Alfredo, con un nuovo diniego, allineandosi ad una nostalgica “linea della fermezza” del Governo. Intanto l’udienza alla Cassazione per il declassamento di Alfredo viene due volte anticipata, rimanendo però sempre in una data – il 24 febbraio – troppo lontana per essere certi che Alfredo ci arrivi vivo. In anticipo però si esprime il Procuratore generale della Cassazione, dichiarandosi a favore della declassificazione.
Gli eventi delle ultime settimane hanno evidenziato la difficoltà in cui si trova l’esecutivo nell’affrontare quello che nelle aspettative istituzionali doveva restare confinato al cosiddetto“caso Cospito” e circoscritta all’area anarchica e che invece sta deflagrando nella messa in discussione del 41 bis sollevata da una compagine sociale e politica ben più ampia ed eterogenea.
Una verità che emerge nitida da queste prese di posizione è la natura del tutto arbitraria e eminentemente politica che disciplina il 41 bis.
Nel corso di questi mesi a Milano si è costituita un’assemblea cittadina “contro il 41 bis, l’ergastolo e in solidarietà ad Alfredo” che ha promosso una serie di iniziative di cui l’ultima è stata la manifestazione determinata dell’11 febbraio.
Il corteo, partito da piazza XXIV Maggio e diretto a piazzale Lodi, è stato determinato e partecipato da centinaia di persone che hanno attraversato alcune vie del trafficato centro cittadino rompendone la routine con cori ed interventi contro il carcere e il 41 bis.
A circa metà del percorso la polizia ha deciso che il corteo non sarebbe dovuto proseguire schierando i reparti della Celere. Si è comunque provato ad avanzare e ci sono state le prime cariche e poi il lancio di alcuni lacrimogeni. Da questo punto si è cercato di rimanere insieme e rallentare l’avanzata della Polizia per arrivare a un posto sicuro per sciogliersi.
Durante le cariche sono state fermate undici persone, alcune delle quali erano sul furgone con l’impianto utilizzato durante il corteo. Sono state tutte rilasciate nella nottata di sabato con l’accusa di resistenza in concorso e, per alcune di loro, di imbrattamento e danneggiamento.
Sulla giornata si possono spendere giusto due parole ancora: era chiaro che la rabbia sarebbe aumentata; non poteva essere altrimenti di fronte all’aggravarsi delle condizioni di salute di un compagno in carcere. Ci sembra importante riuscire a stare insieme nelle piazze e darci strumenti per agire in sicurezza e difendere l’agibilità dei cortei. È necessario perché saremo ancora in strada presto a sostenere la lotta di Alfredo.
La responsabilità politica non riguarda soltanto la vita del compagno ma le condizioni dei 750 detenuti in 41 bis, delle migliaia sottoposti ad ergastolo, dei 16 prigionieri politici da più di quarant’anni per la stagione di lotte degli anni ’70-’80, degli 84 suicidi in cella solo nel 2022, dei 13 morti del massacro del carcere di Modena del marzo 2020, della mattanza e dei pestaggi avvenuti in tutte le carceri italiane sempre nel 2020 che costituiscono non l’eccezione ma la regola della gestione ordinaria delle carceri.
Invitiamo tutti/e a partecipare alle prossime iniziative nel mese di febbraio:
— Lunedì 13, martedì 14, giovedì 16, dalle 10:00 alle 12:30: presidio di fronte all’ingresso principale dell’ospedale San Paolo. Saremo lì contro ogni ipotesi di alimentazione forzata e di Trattamento Sanitario Obbligatorio ma anche per denunciare le responsabilità e le miserie, ampiamente emerse in periodo di emergenza pandemica, della cosiddetta eccellenza sanitaria Lombarda.
— Venerdì 17, dalle ore 16:00: presidio davanti al Comune di Milano per diffidare il Sindaco di Milano a firmare qualsivoglia disposizione contraria alla volontà di Alfredo.
Assemblea cittadina milanese “contro il 41 bis, l’ergastolo e in solidarietà ad Alfredo”
[Pubblicato il 14 febbraio & ripubblicato in https://lanemesi.noblogs.org/post/2023/02/15/comunicato-dellassemblea-cittadina-milanese-contro-il-41-bis-lergastolo-e-in-solidarieta-ad-alfredo/]