Rivendicazione dell’attacco incendiario contro i veicoli di Susanna Schlein, Primo Consigliere dell’Ambasciata d’Italia, in solidarietà con Alfredo Cospito in sciopero della fame ad oltranza, da parte del Nucleo di Vendetta “Carlo Giuliani” (Atene, Grecia, 2 dicembre 2022)

Rivendicazione dell’attacco incendiario contro i veicoli di Susanna Schlein, Primo Consigliere dell’Ambasciata d’Italia, in solidarietà con Alfredo Cospito in sciopero della fame ad oltranza, da parte del Nucleo di Vendetta “Carlo Giuliani” (Atene, Grecia, 2 dicembre 2022)

Rivendicazione dell’attacco incendiario contro i veicoli del Primo Consigliere dell’Ambasciata d’Italia da parte del Nucleo di Vendetta “Carlo Giuliani”

Dal 20 ottobre Alfredo Cospito è in sciopero della fame contro il regime carcerario impostogli dallo Stato italiano sotto il nome di 41 bis. Alfredo Cospito è imprigionato dal 2012, essendosi assunto la responsabilità del ferimento di Roberto Adinolfi, dirigente di Ansaldo Nucleare, un’azione compiuta dal Nucleo Olga della Federazione Anarchica Informale – Fronte Rivoluzionario Internazionale (FAI-FRI). Da allora il compagno è rimasto impenitente e continua ad essere impegnato nella causa della liberazione sociale. Per questo motivo, lo Stato italiano ha deciso di imporgli il regime di 41 bis a partire dal 5 maggio, un carcere nel carcere in cui sarà in isolamento per 23 ore al giorno, con un’ora d’aria e di incontro con altri detenuti, che saranno decisi dalla direzione del carcere, imponendo così pieno controllo anche su quali compagni di detenzione potrà frequentare. Le comunicazioni con amici e parenti saranno limitate a un incontro di un’ora al mese, dietro il vetro divisorio, o ad una telefonata di 10 minuti che il parente dovrà fare da una caserma di polizia o da un altro carcere. Anche il suo diritto al possesso di libri e materiale stampato è limitato, così come la sua corrispondenza. Il regime di esenzione imposto dallo Stato italiano ai prigionieri politici e ai detenuti attraverso il 41 bis viene ora promosso per l’intera durata della pena e non per il periodo di 4 anni per i quali era originariamente valido.

Il 41 bis è un regime di annientamento politico, sociale e sensoriale, finalizzato alla completa eliminazione di ogni contatto con il mondo esterno. L’obiettivo non è altro che l’annientamento fisico e morale di coloro che scelgono la via della giustizia rivoluzionaria contro la tirannia dello Stato e del capitale. L’annientamento o la costrizione a rinunciare alla propria azione è l’essenza delle leggi della giustizia borghese, le cosiddette leggi “antiterrorismo”, che prevedono condizioni speciali, sezioni e centri di detenzione, isolamento, tortura e condanne volte all’annientamento, destinate in primo luogo alle organizzazioni rivoluzionarie e ai loro membri, che gli Stati etichettano come terroristi.

È qui che emerge la doppia contraddizione del terrorismo di Stato. In primo luogo, bollando come terroristi coloro che si rivoltano al terrorismo di classe imposto dai governanti, riservando l’annientamento fisico e morale attraverso i propri strumenti, e in secondo luogo, allo stesso tempo, gli stessi apparati non riconoscono lo status di prigioniero politico o di oppositore politico a coloro che cercano di annientare. Lo Stato, quindi, non può fare vera giustizia, perché non può dire la verità. La “giustizia” borghese non è altro che uno strumento per imporre e perpetuare il potere di classe sulla società.

Dagli anni ’60 e a partire dal proprio assalto al cielo, l’arcipelago del movimento rivoluzionario e antagonista sul suolo italiano, con manifestazioni armate e autodifese, occupazioni di fabbriche e di case, autoriduzioni, organizzazione di componenti femministe armate e organizzazioni rivoluzionarie ha dimostrato che nulla è irraggiungibile. Dalle azioni delle BR-PCC [Brigate Rosse per la costruzione del Partito Comunista Combattente, ndt] negli anni ’90 e 2000, agli attacchi della FAI-FRI e al compagno Alfredo Cospito, il filo rivoluzionario continua a essere tessuto con atti di resistenza e di emancipazione che dichiarano attivamente che nulla è finito e che i progetti e le visioni rivoluzionarie rimangono attuali e vivi nelle file degli oppressi. Ed è questo filo, la continuità storica e la memoria, che il governo della fascista Meloni, come anche tutti i governi che lo hanno preceduto, intende mettere a tacere e sradicare. Lo Stato italiano, di fronte all’arcipelago del movimento rivoluzionario nei suoi territori, è stato costretto a sviluppare per decenni una serie di strumenti repressivi e di contro-insurrezione, di cui il regime del 41 bis è un’evoluzione. Ad oggi, con l’imposizione a vita del regime di tortura del 41 bis, lo Stato italiano sta chiaramente conducendo i propri oppositori politici, coloro che cercano di rendere giustizia agli oppressi, nell’isolamento e nella tortura.

Questo attacco contro i prigionieri insorti e militanti non è separato dal complessivo approfondimento della fascistizzazione del sistema politico italiano. Questo governo, utilizzando la retorica e le pratiche dell’estrema destra, rivolgendosi alle componenti più reazionarie della società, sta cercando di costruire una fortezza Italia sia all’interno che all’esterno dei confini. Con una criminale politica anti-immigrazione, il divieto di ingresso per i migranti nel paese e l’uccisione di migliaia di essi alle frontiere marittime, lo Stato italiano è una parte importante della politica razzista e fascista dell’Unione Europea.

Lo slittamento verso l’estrema destra è una condizione che ritroviamo non solo nel suolo italiano, ma in tutto il territorio europeo, come risposta delle classi dominanti alla prolungata crisi degli ultimi decenni. Questa è la condizione che dobbiamo affrontare anche nel territorio greco, con un attacco senza precedenti alla base sociale, che comprende la sistematizzazione degli omicidi di Stato da parte della polizia e dell’esercito sul territorio e alle frontiere, un inasprimento dell’esclusione economica e sociale degli oppressi e una feroce repressione contro le resistenze provenienti dalle file degli oppressi stessi. Un filo conduttore tra i due Stati è il tentativo di seppellire le anime in sempre più profonde tombe di cemento. Lo sciopero della fame del compagno avviene in un momento in cui anche le carceri greche ribollono di mobilitazioni di prigionieri nei maggiori istituti penitenziari del paese. Migliaia di detenuti e detenute si oppongono al nuovo codice carcerario, esprimendo su base quotidiana la propria resistenza e il proprio dissenso. Un codice che prende di mira i perseguiti ai sensi del 187 e del 187A (quindi gli accusati per organizzazioni criminali e terroristiche), riduce i permessi, abolisce marginalmente la scarcerazione condizionale, fornisce poteri preponderanti alle rispettive carceri e arriva a smantellare le conquiste delle lotte dei detenuti per un’esistenza migliore in carcere.

Mentre il sistema giudiziario afferma chiaramente che il proprio ruolo è quello di torturare chiunque resista e che il suo posto è a fianco degli oppressori, gli Stati dialogano tra loro e impongono “ordine” anche attraverso gli organi diplomatici. Organismi che non sono altro che la naturale evoluzione del colonialismo, l’espressione burocratica e materiale dell’imperialismo, e che svolgono il ruolo di custodi degli interessi di ogni Stato e della riproduzione del capitale da essi servito nell’ambito del sistema capitalista internazionale. Questo sistema non è impersonale, è formato da persone che occupano posizioni nella sua gerarchia, persone che, con questa scelta, scelgono consapevolmente da che parte stare nella guerra di classe e sociale generalizzata. Gli atti di violenza rivoluzionaria che li colpiscono, restituendo un po’ della paura che seminano contro la società, informandoli che non sono invulnerabili e che le loro decisioni hanno un costo, sono allo stesso tempo un mirare alle politiche e ai progetti del sistema. Con un occhio alla rivoluzione sociale e alla solidarietà internazionalista, abbiamo deciso di inviare il nostro segnale di solidarietà al compagno e alla lotta che sta ingaggiando contro il regime del 41 bis. Abbiamo scelto di attaccare i veicoli della Prima Consigliera dell’Ambasciata d’Italia nella sua residenza privata di via Blesa 68, a Papagos. Siamo comparsi nella notte e siamo scomparsi in essa, prendendo parte attiva nella guerra che stiamo vivendo. Una guerra in cui dobbiamo essere all’offensiva, rivendicando giustizia. Promuovendo una contro-violenza rivoluzionaria e una lotta costante. Per i massacrati della guerra, per i nostri fratelli e sorelle che non sono tornati a casa, per i perseguitati di questa terra, per coloro che combattono per un mondo che racchiude molti mondi. Sempre per l’anarchia.

COMPAGNO ALFREDO, NON IMPORTA QUANTO CERCHINO DI SEPPELLIRTI, NON TI DIMENTICHEREMO MAI.

VITTORIA PER LO SCIOPERO DELLA FAME DI ALFREDO COSPITO

SOLIDARIETÀ CON I PRIGIONIERI DI GUERRA E I COMBATTENTI NEGLI INFERNI CARCERARI ELLENICI

AVREMO NOI L’ULTIMA PAROLA

Nucleo di Vendetta “Carlo Giuliani”

Nota de “La Nemesi”:

Susanna Schlein, sorella maggiore della deputata Elly Schlein (in corsa nelle primarie del 2023 per la leadership del Partito Democratico) e in procinto di intraprendere una brillante carriera diplomatica, è il Primo Consigliere dell’Ambasciata d’Italia in Grecia. Dopo aver svolto incarichi in Germania e in Albania, nel settembre 2021 ha ottenuto il ruolo di Primo Consigliere, diventando così la seconda persona in comando per l’ambasciata italiana in terra ellenica. Il 2 dicembre alle ore 3:50 circa una serie di forti scoppi hanno svegliato la Schlein: l’automobile privata della diplomatica, una BMW parcheggiata nel garage della casa situata nel quartiere ateniese di Papagos, è rimasta distrutta a causa di un ordigno incendiario che, dopo essersi innescato, ha fatto scoppiare il serbatoio e gli pneumatici del veicolo. Un’altra bottiglia incendiaria, collocata sotto la seconda automobile della diplomatica, il veicolo di servizio, presumibilmente non si è innescata in tempo ed è stata ritrovata a seguito del’incendio della prima automobile. Il 7 dicembre l’azione è stata rivendicata dal Nucleo di Vendetta “Carlo Giuliani” in solidarietà con l’anarchico Alfredo Cospito in sciopero della fame ad oltranza contro il regime detentivo di 41 bis e l’ergastolo ostativo. 

[Pubblicato in greco (tranne la nota de “La Nemesi”) il 7 dicembre 2022 in https://athens.indymedia.org/post/1622401/ | Traduzione in italiano pubblicata in https://lanemesi.noblogs.org/post/2022/12/09/rivendicazione-dellattacco-incendiario-contro-i-veicoli-di-susanna-schlein-primo-consigliere-dellambasciata-ditalia-in-solidarieta-con-alfredo-cospito-in-sciopero-della-fame-ad-oltranza/]