Il nemico sta a destra? Un ragionamento sull’attuale serie di attacchi agli uffici dei Verdi nella Repubblica Federale Tedesca
Il testo che segue è stato redatto e pubblicato dal nuovo sito internet in lingua tedesca “Aufstand!“, di cui avevamo comunicato la nascita con la traduzione del loro testo di presentazione, e si riferisce ad una serie ininterrotta di attacchi e imbrattamenti contro le sedi del partito della coalizione di governo “Die Grüne”, i Verdi, che stanno avvenendo su tutto il territorio tedesco; l’ultimo attacco in ordine cronologico risale al 7 novembre 2022 quando, durante la notte, sono state prese a martellate le vetrate di due uffici dei Verdi e un ufficio dei socialdemocratici della SPD in tre diversi quartieri di Berlino.
Una serie di attacchi alle sedi del partito di governo, i Verdi, sta attraversando in questi giorni la Repubblica Federale Tedesca. A volte le finestre vengono spaccate, a volte la facciata viene deturpata con la vernice, a volte ci sono comunicati, a volte vengono lasciati slogan politici, a volte no. Tutti questi attacchi hanno qualcosa in comune: sono un attacco contro un partito che negli ultimi mesi ha aumentato la spesa per gli armamenti, ha esportato armi, ha sostenuto guerre, ma che, con le sue politiche, ha anche impoverito ulteriormente le persone, ha continuato ad avvelenare e a distruggere l’ambiente in cui viviamo – soprattutto attraverso le turbine eoliche –, ha continuato a far funzionare centrali nucleari e a carbone, ha costruito terminali per il gas naturale liquefatto e via dicendo. Tutto questo con l’arrogante sorriso tipico di chi è al caldo e con la pancia piena, dispensando alla gente i classici consigli ipocriti, da politici che evidentemente vivono su un altro livello al di fuori dalla realtà, per quanto riguarda i comportamenti da assumere per risparmiare sul consumo di docce, riscaldamento ed elettricità. Nel frattempo questi Verdi politici non si sono risparmiati, firmando contratti per nuovi progetti energetici coloniali, rafforzando ulteriormente i confini europei, perseverando con le loro pratiche omicide e continuando a promuovere gli investimenti per la militarizzazione interna. Le conseguenze delle politiche dei Verdi si stanno dimostrando ancora una volta (niente di cui stupirsi) molto più drammatiche di quelle conservatrici degli ultimi anni. Di fronte ad una focalizzazione predominante da parte dell’antifascismo militante nello schierarsi contro la destra populista rappresentata dalla AfD (nei fatti tra l’altro politicamente meno influente della controparte sinistroide al momento al potere) – e allo stesso tempo però non esitando davanti a larghe alleanze “antifasciste” con organizzazioni dei Verdi e le loro strutture giovanili –, questi “antifa” si dovrebbero certamente porre la questione se, in realtà, non siano altro che un bastione para-statale sulla falsariga dei vari sgherri comunisti e fascisti della fine degli anni ’20. Che poi fondamentalmente questa domanda se la dovrebbero porre in molti tra coloro che nei fatti auspicano solo ad uno Stato che abbia una forma politica leggermente diversa e gradevole.
Ovviamente non c’è alcun dubbio che i giovani del partito “Antifa” e i loro alleati non-di-partito ma dall’aspetto un po’ più fighetto rappresentino l’ultima forza su cui si può contare nella lotta contro qualsiasi aspirazione eco-fascista e per fortuna c’è un bel po’ di gente che sembra essersene accorta; anzi, detto ancora più esplicito: che i Verdi sono per loro natura il nemico di ogni slancio verso la libertà e come tali possono essere attaccati e devono essere attaccati se non si vuole restare inerti mentre questo branco di politici cerca di recuperare, rendendoli innoqui, tutti i movimenti che tendono alla libertà. E così, negli ultimi mesi si sono moltiplicati gli attacchi contro le sedi dei Verdi, rivendicati da anarchici e persino da una cosiddetta “sinistra”, quella sinistra che forse non ha ancora abbandonato del tutto il cervello alle urne.
A Berlino (https://sozialerzorn.noblogs.org/post/2022/10/06/b-ihr-seid-die-krise-parteibuero-der-gruenen-eingeworfen/), a Lipsia (https://sozialerzorn.noblogs.org/post/2022/08/17/scheiben-an-gruenen-buero-eingeschlagen/) e altrove, le persone hanno deciso di rendere note le loro ragioni nell’attaccare i Verdi. Ebbene, queste persone lottano per la libertà – che non è il concetto piccolo borghese di “libertà” dei partiti, del capitale e dello Stato di ingannare gli individui. Anche la sede dei Verdi di Amburgo ha subìto un attacco che ha espresso le sue ragioni con slogan tipo: “Come osate”, “Stop al carbone”, “Lützi” e una X gialla che sono stati impressi sulla loro sede la sera del 19 ottobre 2022. Un messaggio chiaro, che suona un po’ elemosinante, ma che rimane comunque inequivocabile. Vi sono poi una serie di attacchi il cui messaggio risulta univoco, ma le cui ragioni non sono mai state rese note dagli esecutori. A Monaco di Baviera, ad esempio, le finestre di un ufficio dei Verdi nel quartiere Schwabing-West sono state prese a sassate e spaccate due volte da ignoti, una a luglio e una a ottobre. Nessun messaggio. Nessun comunicato. Nessun arresto. Ma cosa c’è da spiegare? E non c’è certo bisogno di speculare su chi possa esserci dietro questo gesto, né tantomeno se le sue motivazioni debbano essere considerate “impure”. Le cose magari potrebbero stare diveramente – sempre se non si tratta di una costruzione di quella che alcune menti confuse chiamano in maniera abbastanza azzeccata “Lügenpresse” [letteralmente significa “stampa bugiarda”, espressione molto in voga in Germania a partire dagli inizi del ‘900 usata, a seconda della fase storica, da cattolici, governi di guerra tedeschi nella prima e nella seconda guerra mondiale, movimento operaio, complottari vari di tutte le epoche e che ultimamente viene per la maggior parte attribuita al linguaggio usato dagli ambienti di destra populista e destra estrema. Questo termine comunque viene usato generalmente per indicare quella che viene considerata propaganda mediatica nemica, Ndt.] – nel caso dell’incendio di una panchina davanti all’ufficio del ministro della Famiglia dei Verdi Lisa Paus a Berlino, nel quartiere di Charlottenburg. Un ufficio situato al piano terra di un edificio residenziale e un’azione avvenuta mentre un lavoratore era ancora presente in ufficio. Questo attacco non sembra parlare un linguaggio particolarmente di libertà, ma piuttosto quello di una logica militarista in cui i danni collaterali sono accettati di buon grado, anche per i colpi più lievi contro il nemico politico. Il fatto che il logo della NSU [Nationalsozialisticher Untergrund-Clandestinità Nazionalsocialista è un gruppo terroristico neonazi, che tra il ‘97 e il 2011, in Germania, compì svariati attacchi armati e esplosivi contro persone di origine straniera, Ndt.] sia stato tracciato nelle immediate vicinanze dell’ufficio può ragionevolmente far dedurre che in questo caso non si tratti di un’azione compiuta da qualcuno che porti nel cuore un ideale di libertà.
Ma l’ovvio fatto che possano esistere nemici dei Verdi sia all’interno dello spettro dei partiti politici, sia al di fuori dello schieramento del potere, non dovrebbe indurre a dubitare del fatto che in questo momento potrebbe essere in atto qualcosa di molto diverso: un’ondata di attacchi, ispirati da un bisogno di libertà, nei confronti dei Verdi. Un bisogno di cui né la sinistra, né gli anarchici hanno il monopolio e che diventa pericoloso proprio quando si diffonde tra gli sfruttati e gli esclusi della società e li spinge ad attaccare chi li opprime.
Naturalmente i Verdi e i loro assistenti della “stampa bugiarda” lo sanno benissimo. E forse è per questo che hanno deciso, in reazione alla serie, speriamo appena iniziata, di attacchi contro di loro, di inquadrarli come provenienti “da destra”, come “antidemocratici” (e lo sono certamente, ma l’ostilità alla democrazia non è forse prima di tutto un’espressione della lotta per la libertà?) e di conseguenza come “autoritari” o addirittura “fascisti” per loro stessa natura. Forse si tratta di una sopravvalutazione dei Verdi, che sono davvero così stupidi come fingono di essere quando dicono, ad esempio, in reazione al già citato attacco alla loro sede di Amburgo: “Certo che siamo rimasti sconvolti. Ma abbiamo il sospetto che non provenga da sinistra”. Io credo però che sarebbe un errore prendere in considerazione solo la loro stupidità. No, quello che i Verdi stanno cercando di fare è usare la confusione sulla questione di una già vuota identità politica dei loro nemici per indebolire l’ondata di attacchi contro di loro. È comprensibile che, in quanto attentatori per la libertà, non si voglia essere confusi con le forze autoritarie. Tuttavia dobbiamo stare attenti a non lasciare alla stampa e ai Verdi, o ai nostri nemici in generale, il potere di giudicare dove e quando tale dubbio si venga a manifestare. Cercando di mascherare l’attacco contro di loro da azione cosiddetta “false flag”, dunque sotto falsa bandiera da parte della destra, i Verdi di Amburgo stanno chiaramente tentando di presentarsi come alleati legittimi della politica della sinistra radicale. E anche se sembra già esserci molta confusione tra i “sinistri radicali”, dato che poi tali alleanze le stringono veramente – a dire il vero è proprio questo tipo di confusione uno dei problemi centrali dell’essenza stessa della cosiddetta sinistra radicale e uno dei motivi per cui, dal punto di vista degli antiautoritari, è poi necessario prenderne le distanze –, il successo di questa strategia sarebbe fatale. Perché un’alleanza con i Verdi oggi, forse più che mai, è un tradimento totale di ogni idea sovversiva. Di fronte a questi sforzi dei Verdi, fortunatamente, l’unica risposta adeguata è il divertimento. Assicuriamoci che gli attacchi contro i Verdi non si fermino. Assicuriamoci di parlare un linguaggio chiaro tramite le nostre azioni e che sia sempre e ovunque diretto contro ogni autorità, che sfugga a qualsiasi logica militarista. E forse prima di tutto: non lasciamoci coinvolgere dalla logica dello spettacolo. Non lasciamoci cullare dalle bugie della stampa, ma sviluppiamo la nostra comprensione del mondo in cui viviamo. Buttiamo al cesso ogni frontismo destra-sinistra e cerchiamo invece, con le parole e con i fatti, quegli alleati che parlano lo stesso nostro linguaggio di libertà, che condividono la stessa idea di essa e della lotta per raggiungerla. Perché un attacco ai Verdi, come ogni attacco al dominio, rimane prima di tutto tale; e solo perché il potere cerca di sviluppare narrazioni alternative per non perdere il controllo davanti a tali attacchi attraverso una classificazione destra-sinistra di azioni che parlano da sole, non dovremmo commettere l’errore di cadere in questo misero tentativo di controinsurrezione.
Possano i Verdi annegare nel mare di odio nei confronti delle loro politiche assassine, coloniali e social-scioviniste fatte di confini, guerra e distruzione dell’ambiente e che insieme a loro ci anneghino tutti i tecnocrati, i fascisti, i democratici, i leninisti, qualunque sia il loro nome!
[Pubblicato in tedesco in: https://aufstand.blackblogs.org/2022/10/30/der-feind-steht-rechts/]
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(IT) Il nemico sta a destra? Un ragionamento sull’attuale serie di attacchi agli uffici dei Verdi nella Repubblica Federale Tedesca
(EN) Does the enemy lie to the right? A discussion about the current series of attacks on Green offices in the Federal Republic of Germany
(DE) Der Feind steht rechts? Ein Kommentar zur aktuellen Serie von Angriffen auf Grünenbüros in der BRD (“Aufstand!”)