Considerazioni sulla libertà
La libertà è, senza dubbio, un principio fondamentale all’interno dei diversi discorsi e tendenze anarchici. Costituisce l’asse cartesiano da cui partire per elaborare proposte, progetti e pratiche, a incominciare dal concetto per cui l’esistenza di un potere centralizzato determina le differenti oppressioni che sottomettono le comunità e gli individui. È lo Stato, o qualunque altra espressione del potere, ciò che genera e fortifica in sostanza questo sistema di sfruttamento e tutte le sue conseguenze. I tentacoli, le realizzazioni e le manifestazioni di quest’ultimo puntano in diverse direzioni – in modo ogni volta più impercettibile – raggiungendo praticamente la totalità degli aspetti della vita delle persone.
Intendendo la libertà come un processo permanente di riappropriazione graduale delle nostre vite, in cui si cerca di eliminare qualsiasi traccia di autorità che cerchi di costringerci, così come quelle che si trovano nel nostro stesso comportamento, essa non costituisce un punto di arrivo cui dobbiamo aspirare. Pertanto, è molto probabile che la libertà in quanto entità stabilita, come punto culminante di un percorso, non esista, chissà che non sia solo un sogno, e quindi, credo, il nostro sguardo non debba soffermarsi lì, bensì nel concetto di lotta che questo concetto contiene. Come ben disse Don Chisciotte: “Più importante è il cammino che la taverna”. Sono la costruzione di relazioni che cercano di essere libere e la distruzione di qualsiasi espressione di autorità ciò che dev’essere al centro delle nostre preoccupazioni e dei nostri compiti, poiché è tramite la pratica quotidiana e l’approfondimento di questa che ci impossessiamo di momenti di libertà.
Questo non significa che deciderci a transitare per questo cammino ci converta in esseri liberi o che abbiamo raggiunto l’anelata libertà, bensì rappresenta solamente un’opzione di lotta nel tentativo di liberarci dell’autorità. Pertanto, non siamo liberi e non sappiamo se mai lo saremo, e questo senz’altro ci rende noncuranti.
A questo punto mi sembra pertinente fare brevemente cenno alla distinzione tra i termini “anarchico” e “libertario” che fece l’irriverente Albert Libertad nell’articolo “La libertà” del 1907. Il primo “Non fa della libertà la causa ma piuttosto il fine dell’evoluzione dell’individuo. Non dice, anche quando si tratta del più piccolo dei suoi gesti: ‘Io sono libero’, bensì: ‘Io voglio essere libero’”. Mentre il libertario concepisce la libertà come “l’inizio e la fine di ogni cosa”, dichiarandosi libero “nei movimenti allorché il determinismo ereditario, atavico e l’ambiente rendono schiavi…”.
L’anarchico, l’anarchica avrebbe chiaro che è imprescindibile lottare per la libertà, il che costituisce un conflitto quotidiano con l’autorità. Al contrario il libertario, la libertaria si sente e si crede libero, e deve difendere questa conquistata libertà. Non vede o non vuole vedere le molteplici oppressioni cui è sottomesso, derivate in gran parte dal Potere.
Questa caratterizzazione dei libertari e libertarie realizzata da Albert Libertad la possiamo apprezzare nell’attualità, ad esempio negli spazi che si autodefiniscono “sicuri”, nell’ottica della costruzione di “bolle di libertà” che sarebbero scevre da qualsiasi forma di autorità. Questi spazi, secondo i e le loro difensori, sarebbero alieni alle molteplici nocività dell’“esterno”, facendo convergere la maggior parte dei propri sforzi nell’evitare – in ipotesi e ingenuamente – l’intromissione di “condotte nefaste” nelle proprie dinamiche interne.
Intendere in questo modo la libertà, oltre a essere un’illusione, implica un rischio per qualunque posizionamento conflittuale, nella misura in cui pensa e propone l’esistenza di esperienze libere nel contesto della più completa e assoluta dominazione.
I rischi di un’illusione
Il Potere nelle sue differenti forme si trova presente in praticamente tutti i nostri comportamenti, perché nell’attualità siamo, consciamente o inconsciamente, riproduttori di esso, e ciò è innegabile. Per quanti scommettiamo su una vita priva di catene, tale aspetto rappresenta evidentemente una contraddizione che dobbiamo sempre tenere chiara e presente. Implica, tra le altre cose, porci continuamente in discussione, il che è parte fondamentale della nostra lotta contro l’autorità in questo percorso interminabile che si fa a livello individuale e collettivo. Ciononostante, l’illusione di credersi “liberi”, alieni dall’oppressione, si è installato come un argomento potente per giustificare comportamenti che di certo ci debilitano e ci sottraggono, in maggiore o minor misura, credibilità.
Una pratica che ha caratterizzato gli anarchici e le anarchiche nel corso della storia è l’impegno incrollabile con la parola data, cosa riconosciuta e tenuta in conto da tutte le tendenze rivoluzionarie e persino dai nostri nemici. Questa caratteristica ci ha impresso un’etica particolare che ha che fare con il fare ciò che si sostiene, con il tentare in qualsiasi maniera di essere coerenti con le nostre posizioni. Non avendo ed essendo contrari a rigidi statuti che fissino norme di comportamento, la parola è ciò che ci conferisce identità e ci fortifica, ci fornisce continuità e credibilità. Tuttavia, questa ricca eredità è cancellata con un colpo di penna attraverso il sorprendente argomento del “rispetto della libertà individuale”.
Gli impegni presi sarebbero molte volte un ostacolo per lo sviluppo della supposta libertà individuale, visto che si parte dal presupposto secondo cui la priorità assoluta sono l’interesse e il desiderio personali. Ciò che chiama l’attenzione è che questi impegni non sono frutto dell’obbligazione, al contrario sono il risultato della volontà e dell’iniziativa personali. Pertanto, questo modo di intendere la libertà individuale ci fa domandare: che solidità possono avere i nostri progetti collettivi? Che serietà può tenere la nostra parola se deve sottostare ai cambiamenti del nostro stato d’animo ed emozionale?
“Ho la libertà di fare ciò che ritengo conveniente, incluso, se è il caso, di mancare agli impegni presi”. Questo è l’argomento che si cela dietro questa nefasta concezione di libertà individuale, null’altro che un’infantile giustificazione dell’irresponsabilità. Questo non solo rende impraticabile qualsiasi iniziativa congiunta, visto che lascia installarsi la sfiducia, ma getta pure a mare questa coerenza che è il risultato dello storico lavoro dei compagni e delle compagne che ci hanno preceduti e che è tenuta in considerazione come parte dell’arsenale teorico-pratico che ci distingue dalle altre tendenze rivoluzionarie.
Analogamente alla maniera con cui alcuni spazi si sentono sicuri e alieni da ogni forma di autoritarismo e sfruttamento, l’individuo che si crede libero intende sostenere che ha ottenuto una conquista e che deve difenderla, pertanto vede nella lotta qualcosa di superfluo che manca di senso. L’inazione, quindi, va di pari passo con questa maniera di intendere la libertà, alimentando in tal modo una convivenza pacifica con l’oppressione. Così, il conflitto con il potere è negato e addirittura criticato perché non avrebbe ragione di esistere; addirittura, molte volte viene visto come una minaccia che può pregiudicare la libertà acquisita.
Un altro rischio di questa illusione libertaria ha a che fare con l’adottare comportamenti che si trovano ai nostri antipodi. Con la scusa della “libertà individuale” in non poche occasioni sono state fatte scelte che storicamente sono state contrarie alle pratiche anarchiche. Penso a quei “compagni” che decisero di andare a votare per la socialdemocrazia di fronte al timore dell’avanzata del fascismo o addirittura a coloro che, vedendosi colpiti dalla repressione, hanno collaborato con la polizia e tradito i compagni e le compagne.
L’utilizzo di questo argomento è arrivato sino a casi estremi in una nefasta, interessata e opportunista maniera di intendere la libertà. In maniera sorprendente si ricorre alla “libertà” per rinforzare e mantenere le catene della dominazione.
La libertà come motore per il conflitto
Albert Libertad è preciso nel segnalare che “l’uomo non è libero di fare o di non fare, esclusivamente in base alla propria volontà. Impara a fare o a non fare quando ha esercitato il proprio giudizio, illuminato la propria ignoranza, distrutto gli ostacoli che lo intralciano”.
Partendo da questa base, la libertà non è qualcosa di conquistato ma, come si è sostenuto, un percorso che si realizza tanto individualmente quanto collettivamente, in un processo di messa in discussione permanente che mira all’eliminazione di ogni forma di autorità. E questo percorso significa conflitto, significa lotta contro ogni passività e inazione. Comprendere che non si è liberi, che si vive sotto diverse oppressioni, costituisce per un anarchico, un anarchica, un invito alla ribellione, al fine di rompere ognuna della catene. Rappresenta anche uno sforzo per identificare le nostre contraddizioni e cercare di superarle, comprendendo che siamo determinati da un contesto di dominazione che è indispensabile distruggere.
Sebbene si abbia la chiarezza che siamo soggetti a molteplici aspetti dell’autorità, questo non ci impedisce di provare a portare avanti relazioni lontane e contrarie a ogni forma di costrizione. La lotta per eliminare l’autorità dalle nostre relazioni e dai nostri comportamenti è qui e ora, così come il conflitto contro il Potere. Ed è a partire da qui che abbiamo scelto l’informalità per organizzarci nel e per lo scontro, nella misura in cui la flessibilità e il dinamismo che la costituiscono rendano infattibile che prevalga la coercizione.
“Lottiamo per essere liberi”, questa è la base del posizionamento che pone la libertà come motore della lotta e che ha spinto gli anarchici e le anarchiche a gettarsi nel combattimento con tutte le proprie forze, e che oggi è più attuale che mai.
Per una costellazione di individualità e gruppi di affinità per il combattimento!
Carcere “La Gonzalina” – Rancagua
Dicembre 2024
Francisco Solar
PDF: Considerazioni sulla libertà (Francisco Solar, Cile, dicembre 2024)
[Ricevuto via e-mail e pubblicato in https://lanemesi.noblogs.org/post/2024/12/30/considerazioni-sulla-liberta-francisco-solar-cile-dicembre-2024/ | Pubblicato in spagnolo in https://informativoanarquista.noblogs.org/post/2024/12/24/chile-consideraciones-sobre-la-libertad-escrito-del-companero-anarquista-francisco-solar/]