Sull’inizio del processo contro gli anarchici vesuviani. Storie di Napoli e provincia

SULL’INIZIO DEL PROCESSO CONTRO GLI ANARCHICI VESUVIANI

Storie di Napoli e provincia

Quest’estate è stata depositata la conclusione delle indagini preliminari contro i compagni del Circolo Anarchico Vesuviano, prima, e della Biblioteca Anarchica Vesuviana, dopo, accusati di una serie di reati legati alla pubblicazione e alla diffusione della rivista “Vesuvio Libertario” e di altri scritti. I nomi di sei compagni sono segnati accanto a quello di Giovanni, accostato, nella brutale freddezza del linguaggio tecnico all’indicazione: deceduto. Capirete quanto possa essere difficile leggere queste carte e quanto provare a scrivere anche soltanto due righe per informare di questo processo che avrà la sua prima udienza il 10 dicembre. Non vogliamo lasciare però la memoria di quest’esperienza in mano al PM De Marco e ai suoi collaboratori, né vogliamo lasciare soli i compagni e le compagne con cui abbiamo condiviso parte del nostro percorso ad affrontare i ricordi e la repressione. A loro va tutta la nostra vicinanza e solidarietà.

Quella degli Anarchici Vesuviani è una storia difficile da raccontare. Sarebbe riduttivo farlo con le parole dei comunicati, figuriamoci con la lingua dei tribunali. Non possiamo farlo come compagni perché a chi sceglie certe strade spesso è negato anche solo potersi raccontare. Potremmo tentare di farlo come amici, ma saremmo costretti ad affrontare quel dolore che fino ad ora ci ha tolto tutte le parole di bocca. Il cuore ancora si rifiuta anche solo di pensare alla gioia che ci ha fatto brillare gli occhi e alla rabbia che li ha infuocati negli anni in cui eravamo fianco a fianco. Per questo riporteremo soltanto una piccola parte di quest’esperienza, quanto basta affinché possa continuare ad esistere per ciò che ha rappresentato.

Il Circolo Anarchico Vesuviano è nato ad Ercolano grazie alla spinta di alcuni giovani compagni che sentivano la necessità di vivere la propria tensione nel proprio territorio di provincia. Venne costruita una biblioteca dove si tenevano doposcuola per i ragazzi della zona, si organizzavano iniziative, concerti, discussioni e presentazioni di libri. Tutte attività che, fin dall’inizio, venivano ostacolate con identificazioni ai partecipanti e pressioni sul proprietario dell’immobile. Nel 2017 [i fatti risalgono al 15 novembre 2016, ndr], in seguito ad uno scontro con Casa Pound il circolo fu circondato per ore dai carabinieri che, grazie al sostegno del quartiere e dei solidali, non riuscirono a fermare tutti i compagni, mentre uno di loro si feriva cadendo nella corsa. Il locale fu messo sotto sequestro, i materiali confiscati e i compagni segnalati dalla stampa come pericolosi elementi anarco-insurrezionalisti.

Anche prima di trovare una nuova sede e dar vita alla Biblioteca Anarchica Vesuviana, la pubblicazione di “Vesuvio Libertario”, insieme a quella di manifesti e volantini, non si è mai fermata e continuavano ad essere prodotti interventi di natura diversa, riguardanti il territorio, ma anche la propaganda delle idee e delle pratiche anarchiche. È questa ad essere oggi sotto accusa. La scelta di sostenere pubblicamente l’idea anarchica, la pratica dell’azione diretta e la solidarietà ai prigionieri viene perseguitata come istigazione e apologia di reati di terrorismo ed eversione dell’ordine democratico. Un’attenzione particolare viene messa sulla presentazione di “Croce Nera Anarchica” al circoletto e sul sostegno a Scripta Manent che all’epoca era al centro del dibattito in Italia.

Ora Scripta Manent si è conclusa con pene altissime, il primo utilizzo del 41 bis contro un anarchico e con una misura anche a Napoli che ha colpito un importante sito di controinformazione, mentre altre operazioni come Scripta Scelera continuano a prendere di mira le pubblicazioni. Sempre a Napoli, ancora non si sono chiuse le indagini che vedono coinvolti dodici compagni e compagne per associazione terroristica, mentre Zac è ancora sottoposto a sorveglianza speciale dopo un anno di reclusione e un periodo di arresti domiciliari: il PM ha fatto appello contro l’assoluzione, rimettendo il compagno sotto processo e favorendo così il mantenimento della misura. La Biblioteca Anarchica Vesuviana non esiste più da tempo per una serie di ragioni e Giovanni se n’è andato a venticinque anni nell’agosto del 2021. La digos non si è fatta scrupoli a fotografarci il giorno del suo funerale e a mettere in piedi questa ennesima inchiesta dopo la sua morte. C’è poco altro da dire. La gioia non si è spenta e la rabbia brucia ancora.

I compagni e gli amici di Giovanni e degli altri

[Tratto da https://ilrovescio.info/2024/12/12/sullinizio-del-processo-contro-gli-anarchici-vesuviani/ (link ad altri siti e articoli aggiunti successivamente) e ripubblicato in https://lanemesi.noblogs.org/post/2024/12/12/sullinizio-del-processo-contro-gli-anarchici-vesuviani/]