Oltre a essere stato aperto — come riportato nel testo di presentazione del sito internet — con lo scopo di pubblicare e diffondere testi rivendicativi o informativi riguardanti azioni e sabotaggi, La Nemesi è uno strumento inteso per andare oltre le caratteristiche proprie della cosiddetta contro-informazione, dando maggiore spazio a testi e contributi che il più delle volte, negli spazi contro-informativi che popolano il mondo virtuale, finiscono per essere seppelliti nell’indeterminatezza generata dallo strumento telematico. Coerentemente con tale necessità, abbiamo inteso porre le basi di una sorta di “archivio” — per il momento, ma solo per il momento, alquanto disordinato ed embrionale, tutto da realizzarsi — dedicato in particolare alle azioni rivoluzionarie avvenute in Italia dal secondo dopoguerra in avanti (allo stesso tempo, nonché per altre specifiche ragioni, stiamo mantenendo anche un archivio di volantini, manifesti e documenti riguardanti l’attività, le iniziative, i dibattiti dell’odierno movimento anarchico di lingua italiana e internazionale, tutti scaricabili in formato adatto per la stampa).
Oltre alla necessità di dare maggiore spazio a questi testi e contributi che rischiano di essere seppelliti nell’indeterminatezza generata dallo strumento telematico, esiste inoltre un secondo aspetto rilevante. Riteniamo che la reperibilità, quindi la divulgazione, dei documenti e dei testi rivendicativi sia di massima importanza per l’attuale movimento anarchico e rivoluzionario perché — oltre a stimolare una propensione allo studio e all’approfondimento che non fa mai male — si pone in contrasto all’attuale offensiva repressiva contro-rivoluzionaria con cui l’organismo statale e capitalista intenderebbe silenziare le ineliminabili ragioni dell’attacco.
Non è certamente una novità. La storia del movimento anarchico internazionale è costellata di indagini, perquisizioni, arresti, come pure di vere e proprie retate (senza considerare qui le condanne a morte, le esecuzioni mirate, i tentativi di annientamento). Oggi che la natura guerrafondaia dello Stato e del capitale si fa nuovamente sempre più visibile giorno per giorno (certo, verrebbe da dire: come se non lo fosse mai stata!), l’offensiva repressiva assume dei contorni più netti, continuando a manifestarsi ciclicamente in nuove operazioni repressive e intendendo in particolar modo costringere al silenzio i rivoluzionari e quelle residue “componenti” sociali quantomeno conflittuali che non hanno abbandonato una critica e una, magari seppur parziale, attività conseguente.
Non ci stiamo. Sosterremo sempre le pratiche d’attacco e la solidarietà rivoluzionaria internazionale, respingeremo sempre ogni tentativo di censura o di isolamento nei confronti dei rivoluzionari. Perciò da settembre 2022 fino a oggi abbiamo pubblicato oltre 150 testi rivendicativi e informativi riguardo azioni specifiche, e continueremo a pubblicarne. Ed è per tutti questi motivi che pubblichiamo oggi — a distanza di circa due anni dall’azione — il testo rivendicativo dell’attacco incendiario contro il Polo tecnologico Erzelli, avvenuto a Genova il 19 giugno 2021. Eccettuate le importanti pubblicazioni cartacee e quelle online in altre lingue, parecchi testi risalenti ad anni recenti si trovano oggi a essere di difficile reperibilità. Ciò vale ad esempio per questo testo, come per molti altri, a seguito del sequestro preventivo (cioè dell’oscuramento) del sito internet roundrobin.info nel contesto dell’operazione repressiva dell’11 novembre 2021 (procedimento Sibilla, a opera della procura di Perugia e del ROS dei carabinieri, coordinati dalla DNAA), mentre altri testi sono purtroppo difficilmente raggiungibili per via della cessazione di progetti, della chiusura di specifici siti internet. A tale irreperibilità e conseguente difficoltà di approfondimento continueremo quindi a cercare di porre rimedio.
Dopo il testo in italiano vengono riportate anche le traduzioni in francese, spagnolo e inglese.
Incendio del Polo tecnologico Erzelli (Genova, 19 giugno 2021)
Questa è un’epoca dove prevale incessante il trionfo della scienza, della tecnologia e della tecnica. Tutto ciò non significa che ci troviamo in un mondo fantascientifico o visionario, ma che, nella cruda realtà, la scienza dopo aver fedelmente solo servito la politica (lo Stato) e l’economia (il capitale), ora è diventata motore trainante del nuovo assetto produttivo ed economico.
Fino alla metà del ‘900 forniva i mezzi propagandistici (TV, radio, stampa), quelli repressivi (armi) allo Stato e i mezzi di produzione industriale che hanno ridotto la manodopera. Dalla metà del secolo scorso in poi, il potere della scienza è cresciuto sempre più fino ad invadere ogni aspetto della nostra vita e attraverso bio-nano tecnologie, della vita stessa.
Il monopolio della verità sembra abbia reso onnipotente la scienza, come per lo Stato il suo storico monopolio della violenza.
Scienza, Chiesa e Stato in passato si sono scontrati nel contendersi il potere o per la divisione dei poteri. Ora sono la scienza e la tecnologia che determinano e influenzano la politica statale e le strategie economiche, sociali e repressive: non sono quindi neutrali.
Il capitalismo finanzia eserciti di tecnici dediti alla ricerca e alla creazione di nuovi prodotti e “risorse” gestibili solo da specialisti, oltreché prodotti che una volta messi a disposizione delle masse plasmano il mondo che ci circonda diventando “indispensabili” e talvolta indistruttibili come il nucleare.
Questo processo è rapido quanto la crescita della tecnica ed ha ristretto la libertà individuale.
Algoritmi decidono i ritmi di produzione, grandi server di raccolta dati, geolocalizzazione, applicazioni ci riducono a soggetti/oggetti di consumo. Se la restrizione della libertà messa in atto in passato dallo Stato e dal capitale provocò una resistenza feroce da parte degli sfruttati, con la scienza ciò non capita. Nell’immaginario collettivo essa resta neutrale e, per di più in occidente, i suoi prodotti hanno aumentato le comodità e il benessere della maggior parte della popolazione. A fronte di questo benessere, la mancanza di libertà, lo sfruttamento di risorse, la messa in schiavitù di intere popolazioni, l’invivibilità di intere aree del pianeta, le migrazioni per guerra e cambiamenti climatici, non interessano.
Manager, ricercatrici, tecnocrati, media, diffondono all’unisono il messaggio di “non avere paura delle tecnologie”, dell’intelligenza artificiale e di tutto il connesso a innovazioni e automazioni che vengono comunque imposte.
Non facciamoci distrarre dal falso dibattito sull’utilizzo di strumenti nel quotidiano o dalle retoriche divisioni fra tecnologie “buone” o “cattive”.
Nel “Piano nazionale di ripresa e resilienza” verrà attuata una ristrutturazione economica tra capitale, imprese, start-up della tecnologia e colossi dell’hi-tech. Capitalisti e settore industriale accolgono a braccia aperte l’iniezione di liquidità di denaro pubblico e privato.
Il Recovery Found è l’ulteriore miniera d’oro. Tra coloro che beneficeranno di investimenti di capitali ci sono i “poli d’eccellenza” della ricerca tecno-scientifica, le Università e l’Istituto IIT per l’espansione del parco tecnologico dove sorgerà il Centro Hi-tech “Energia e ambiente”, il quale riceverà circa 80 milioni di euro come primo investimento.
Nel mese di aprile 2021 il Presidente del Consiglio italiano Mario Draghi ha annunciato la creazione di un ennesimo Comitato di tecnici ed esperti. Una “task force” che si occuperà nello specifico del Recovery Found, scavalcando e accelerando le burocrazie ed ogni eventuale problematica su permessi, vincoli e concessioni. In questo modo, ad esempio, copriranno il “ritardo” rispetto al piano di digitalizzazione e installazione della fibra su tutto il territorio nazionale.
Il primo aprile 2021 c’è stato l’accordo finanziario Fibercop, la società che raccoglie i due più importanti pezzi della rete internet. TIM si occuperà inoltre della fornitura infrastrutturale degli “armadietti” ottici in strada fino alle abitazioni, la fibra sarà sviluppata da Flash Fiber (TIM possiede l’80% e Fastweb il 20%). Insieme a queste grandi aziende di mercato della digitalizzazione ha collaborato il Fondo finanziario KKR Infrastructure che verserà a TIM 2 miliardi di euro (con un patrimonio che arriverà a 7,8 miliardi).
Rispetto alle procedure di intervento che verranno accelerate, una grande opera ingegneristica, il deposito di scorie nucleari, l’installazione di infinite antenne e ripetitori avranno la strada spianata per la loro realizzazione: campi elettromagnetici, tumori, radiazioni, devastazione ambientale vengono ritenute conseguenze accettabili.
Con un decreto ad hoc sulla “nuova gestione” efficiente del governo Draghi, verrà introdotto il cosiddetto “modello Genova”, ovvero le deroghe alle norme sugli appalti che permetteranno di evitare lo stop ai cantieri per questo o quel problema, per questa o quella autorizzazione: via libera quindi per affaristi dell’edilizia, clientelismo e corruzione.
Alla luce di questo, proprio a Genova, riparte il cantiere per la realizzazione del viadotto autostradale denominato “Gronda” nonostante non ci siano nemmeno le autorizzazioni al cantiere o presunte concessioni ai lavori. Per cui Autostrade per l’ Italia (gli stessi speculatori responsabili del crollo del ponte Morandi) continuerà ad arricchire i suoi manager assassini.
La gestione del Recovery Found sarà quindi affidata ad un Comitato interministeriale di tecnici composto dall’ex top manager di Vodafone, Vittorio Colao (digitalizzazione), Enrico Giovannini (infrastrutture), Maria Cristina Messa (ricerca), Roberto Cingolani (transizione ecologica). I Ministri che sono stati incaricati direttamente dalla Commissione europea del più sostanziale flusso di denaro sono Cingolani e Colao, i quali potranno spendere più di ogni altro ministero. La tanto rinomata “transizione ecologica”, sponsorizzata dall’ex direttore di IIT riempirà le tasche e i conti bancari del “club degli amici” dell’investimento e dello sviluppo tecnologico-industriale.
La “transizione ecologica”, al di la della definizione così “verde”, non è affatto una operazione per la salvaguardia del panda in via di estinzione o per il rimboschimento della Foresta Amazzonica, ma un’operazione politica ed economica finalizzata ad incentivare sempre e comunque il sistema industriale e non per eliminarlo o sostituirlo magicamente.
In ogni transizione economica c’è sempre una classe di potere che si arricchisce, in questo caso accadrà accumulando un grosso debito pubblico che domani dovranno ripagare gli sfruttati, con conseguenze devastanti ovviamente sui più poveri.
Mentre in molti sono sufficientemente distratti dalla stampa a parlare di responsabilità, sicurezza, mascherine, vaccini, norme comportamentali e sacrifici c’è chi continua ad arricchirsi.
Nell’ultimo anno la pandemia virale da Covid-19 ha ulteriormente accelerato il processo di tecnicizzazione della società. Lo Stato ha abdicato il potere politico assecondando in tutto il Comitato tecnico scientifico che, in base a dati e numeri, costringeva in casa milioni di persone; la mobilità era consentita solo se si partecipava al ciclo produttivo. Produzione e consumo venivamo assicurati, erano queste le solo libertà concesse.
Dovrebbe far riflettere come le condizioni di sfruttamento in cui viviamo nel Capitalismo abbiano fatto coincidere una maggiore “libertà di movimento” con l’opportunità o la necessità di andare a lavorare. Mobilità concessa, per cui il virus non è più pericoloso sul luogo di lavoro di quanto lo sia passeggiando in strada o in un bosco, ancora più pericoloso se si sciopera stando in strada a protestare o manifestare.
La tendenza alla digitalizzazione, alla tecnicizzazione e all’efficienza, continuerà anche dopo la fine della pandemia. Quest’ultimo un evento che Stato, scienza e tecnologia hanno sfruttato al meglio.
Di fronte a questo gli individui, gli sfruttati, se non vogliono ritrovarsi in un futuro non troppo lontano a vivere in un mondo in cui si è schiacciati in una “libertà” correlata all’utilità produttiva, occorre combattano senza ripensamenti anche questa nuova trasformazione della società.
Per questo nella notte del 19 giugno 2021 abbiamo distrutto incendiandole 5 cabine server-data e il ripetitore 5G del Polo tecnologico Erzelli a Genova, e l’adiacente traliccio ad alta tensione Terna.
Solidarietà combattiva internazionalista con i prigionieri della guerra sociale! Lotta permanente contro lo Stato e il Capitale. Per l’Anarchia!
[Pubblicato il 30 giugno 2021 in https://roundrobin.info/2021/06/incendio-polo-tecnologico-erzelli-di-genova/ (sito internet sottoposto a sequestro preventivo e oscurato nell’ambito dell’indagine Sibilla, perciò accessibile solo tramite motori di ricerca non convenzionali — attualmente, luglio 2023, il server che ospita il sito internet è in manutenzione, quindi non è visitabile con qualsiasi motore di ricerca) | Ripubblicato in https://lanemesi.noblogs.org/post/2023/07/11/incendio-del-polo-tecnologico-erzelli-genova-19-giugno-2021/]
Incendie au Pôle technologique Erzelli (Gênes, Italie, 19 juin 2021)
Dans notre époque, le triomphe de la science, de la technologie et de la technique est incessant. Cela ne signifie pas qu’on serait dans un monde de science-fiction ou visionnaire, mais que, dans la dure réalité, la science, après avoir fidèlement servi la politique (l’État) et l’économie (le capital) est maintenant devenue le moteur du nouveau cadre productif et économique.
Jusqu’à la moitié du XXe siècle, elle fournissait à l’État les moyens pour la propagande (télé, radio, presse) et ceux pour la répression (des armes), dans le cadre de son monopole historique de la violence, et elle fournissait aussi des moyens de production industrielle qui ont réduit la main-d’œuvre. Depuis le milieu du siècle dernier, le pouvoir de la science n’a cessé de s’accroître, jusqu’à envahir chaque aspect de notre vie et, par les bio- et nanotechnologies, la vie elle-même.
Il semblerait que le monopole de la vérité ait rendu la science omnipuissante, comme cela a été le cas pour l’État avec son monopole historique de la violence.
Par la passé, la Science, l’Église et l’État se sont affrontés pour se disputer le pouvoir ou pour le partage des pouvoirs. A l’heure actuelle, ce sont la science et la technologie qui déterminent et influencent les choix politiques de l’État et les stratégies économiques, sociales et répressives : elles ne sont donc pas neutres.
Le capitalisme finance des armées de techniciens qui se consacrent à la recherche et à la création de nouveaux produits et « ressources » qui peuvent être gérés seulement par des spécialistes, en plus de produits qui, une fois qu’ils sont mis à disposition des masses, façonnent le monde qui nous entoure, en devenant « indispensables » et parfois indestructibles, comme le nucléaire.
Ce processus est rapide comme la croissance de la technique et il a restreint la liberté individuelle.
Des algorithmes décident les rythmes de production, des grand serveurs collectent des données, la géolocalisation, les applications nous réduisent à des sujets/objets de consommation. La restriction de la liberté qui a été mise en place par le passé par l’État et le capital a provoqué une résistance farouche de la part des exploités, mais cela ne se produit pas avec la science. Dans l’imaginaire collectif, celle-ci reste neutre et, surtout en Occident, ses produits ont augmenté le confort et la prospérité de la plupart de la population. Face à cette prospérité, le manque de liberté, l’exploitation des ressources, la réduction en esclavage de populations entières, des secteurs de la planète rendus invivables, les migrations provoquées par les guerres et le changement climatique n’intéressent personne.
Managers, chercheurs, technocrates et médias diffusent à l’unisson le message qu’« il ne faut pas avoir peur des technologies », de l’intelligence artificielle et de tout ce qui est lié à des innovations et des automations qui, en tout cas, seront imposées.
Ne nous laissons pas distraire par le faux débat sur l’utilisation des instruments de la vie quotidienne ou par les divisions rhétoriques entre des technologies « bonnes » ou « mauvaises ».
Avec le « Plan national de relance et de résilience » [plan du gouvernement italien d’un montant de quelques 222 milliards d’euros, faisant partie du plan européen Next Generation EU, pour préparer le « post-épidemie », dans le sens d’un développement numérique et prétendument « vert » du pays ; NdAtt.] c’est une restructuration économique qui sera mise en place, pour le bien du capital, des entreprises, des start-up de la technologie et des géants de la high-tech. Les capitalistes et le secteur industriel accueillent à bras ouverts cette injection de liquidité, sous forme d’investissements publics et privés.
Le Recovery Fund [fond européen de soutien à l’économie, à la suite de la pandémie de Covid-19, NdAtt.] est une autre mine d’or. Parmi ceux qui vont bénéficier des investissements il y a les « pôles d’excellence » de la recherche techno-scientifique, les Universités et l’Institut IIT, dans le but d’élargir le parc technologique où sera bâti le centre hi-tech « Énergie et environnement », qui va recevoir environ 80 millions d’euros, comme premier investissement.
En avril 2021, le président du Conseil des ministres Mario Draghi a annoncé la création d’un énième Comité de techniciens et d’experts. Une « task force » qui, plus précisément, s’occupera du Recovery Fund, en dépassant et en accélérant les normes bureaucratiques et toute possible problématique quant à autorisations, interdictions et concessions. De cette façon, ils vont par exemple combler le « retard » par rapport au plan de numérisation et d’installation de la fibre optique sur tout le territoire italien.
Le 1er avril 2021 il y a eu l’accord financier pour Fibercop, la société qui lie les deux plus importants acteurs du réseau internet. TIM [le deuxième opérateur de téléphonie mobile en Italie, filiale de Telecom Italia ; NdAtt.] se chargera, en plus, de fournir les installations des « armoires » de fibre optique présents dans les rues, et la fibre optique sera développée jusqu’aux maisons par Flash Fiber (dont TIM possède le 80 % et Fastweb le 20%). Le Fond d’investissement KKR Infrastructure a participé, aux côtés de ces deux grandes entreprises du secteur numérique, avec le versement à TIM de 2 milliards d’euros (pour un patrimoine qui arrivera à 7,8 milliards).
Pour ce qui concerne les procédures de construction d’infrastructures qui seront accélérées, il y a des grandes œuvres de travaux publics, le dépôt de déchets nucléaires, et la voie sera ouverte à l’installation d’un nombre infini d’antennes : les champs électromagnétiques, les cancers, les radiations, la dévastation de l’environnement sont considérées comme des conséquences acceptables.
Un décret-loi ad hoc sur la « nouvelle gestion », efficace, du gouvernement Draghi, introduira l’ainsi-dit « modèle Gênesois », c’est-à-dire des dérogations aux réglementations sur les appels d’offre, ce qui permettra d’éviter les arrêts administratifs des chantiers à cause de quelque problème ou du manque d’autorisations : feu vert, donc, pour les hommes d’affaire du BTP, pour le clientélisme et la corruption.
A la lumière de tout cela, c’est justement à Gênes qui redémarre le chantier du viaduc autoroutier appelé « Gronda », malgré le fait que même les autorisations pour le chantier ou les permis pour les travaux manquent. Du coup, Autostrade per l’Italia (les spéculateurs qui sont responsables de l’effondrement du Ponte Morandi [grand viaduc autoroutier qui passait derrière Gênes ; il s’est effondré le 14 août 2018, causant 43 morts – 566 personnes ont été évacuées des immeubles situés en dessous ; Autostrade per l’Italia est la société par actions, contrôlée par l’État italien, qui gère le réseau autoroutier de la Péninsule ; NdAtt.]) continuera à enrichir ses managers assassins.
La gestion du Recovery Fund sera donc confiée à un Comité interministériel de techniciens, composé par l’ancien chef de Vodafone [le troisième opérateur de téléphonie mobile en Italie ; NdAtt.] Vittorio Colao (chargé de la « numérisation »), par Enrico Giovannini (infrastructures), Maria Cristina Messa (recherche) et Roberto Cingolani (transition écologique). Les ministres qui ont été chargé directement par la Commission européenne des flux d’argent les plus importants sont Cingolani et Colao, qui auront a leur disposition un budget plus important de n’importe quel autre ministère. La si renommée « transition écologique », sponsorisée par l’ancien directeur de l’IIT [Roberto Cingolani ; NdAtt.], remplira les poches et les comptes bancaires du « cercle d’amis » de l’investissement et du développement technologique-industriel.
La « transition écologique », au delà de cette définition si « verte », n’est pas du tout une opération pour la sauvegarde des pandas en voie d’extinction ou pour le reboisement de la forêt amazonienne, mais une opération politique et économique visant à stimuler, encore et toujours, le système industriel, non pas à l’éliminer ou à le remplacer, comme par magie.
Dans chaque transition économique, il y a toujours une classe au pouvoir qui s’enrichit ; dans le cas actuel, cela se produira par l’accumulation d’une grosse dette publique, que les exploités devront rembourser demain, avec des conséquences désastreuses, bien entendu pour les plus pauvres.
Tandis que des nombreuses personnes sont distraites par une presse qui parle de responsabilité, de sécurité, de masques, de vaccins, de règles de comportement et de sacrifices, il y en a qui continuent à s’enrichir.
Cette dernière année, la pandémie de Covid-19 a accéléré encore plus le processus de technicisation de la société. L’État a abdiqué son pouvoir politique, en secondant sur tout point le Comité technique-scientifique [crée avec le décret-loi du 5 février 2020, le Comitato Tecnico Scientifico a un rôle de consultant du gouvernement italien pour la gestion de la pandémie de Covid-19 ; NdAtt.], qui, sur la base de données et de nombres, a confiné chez eux des millions de personnes, qui pouvaient sortir seulement si elles participaient au processus productif. Production et consommation étaient assurées : voilà les seules libertés octroyées.
Il faudrait réfléchir au fait que les conditions d’exploitations dans lesquelles nous vivons, dans le Capitalisme, ont pu faire identifier une plus grande « liberté de mouvement » avec l’opportunité ou la nécessité d’aller travailler. Une mobilité octroyée, selon laquelle le virus n’est pas plus dangereux sur son lieu de travail que lors d’une balade dans la rue ou dans une forêt, mais il l’est bien plus lorsque l’on fait grève et l’on descend dans la rue pour protester ou pour manifester.
La tendance à la numérisation, à la technicisation et à l’efficacité continuera aussi après la fin de la pandémie. Celle-ci est un événement que l’État, la science et la technologie ont exploité de leur mieux.
Face à cela, si les individus, les exploités ne veulent pas se retrouver à vivre, dans un futur pas si lointain, dans un monde où l’on sera écrasé dans une « liberté » liée à sa propre utilité productive, ils doivent combattre sans remords aussi cette nouvelle transformation de la société.
Pour ces raisons, dans la nuit du 19 juin 2021, nous avons détruit par le feu 5 armoires de serveurs de base de données et l’antenne-relais de la 5G du Pôle technologique Erzelli, à Gênes, ainsi que le pylône de la ligne haute tension de Terna, situé à côté.
Solidarité combative internationaliste avec les prisonniers de la guerre sociale ! Lutte permanente contre l’État et le Capital. Pour l’Anarchie !
[Depuis https://attaque.noblogs.org/post/2021/07/02/genes-italie-incendie-au-pole-technologique-erzelli/]
Sabotajes incendiarios de infraestructuras tecnológicas y energéticas
Según prensa italiana (Genova24 del 20 de junio), los daños en la torre de Terna también llevaron al operador de la red eléctrica nacional de alta tensión (equivalente a REE en España) a cortar temporalmente la electricidad a toda la zona de Coronata donde se produjeron los sabotajes.
Traducción del comunicado:
Incendio del Polo Tecnológico Erzelli (Génova, Italia, 19 de junio 2021)
Esta es una época en la que se impone implacablemente el triunfo de la ciencia, la tecnología y la técnica. Todo esto no significa que estemos en un mundo de ciencia ficción o visionario sino que, en la cruda realidad, la ciencia después de haber servido fielmente sólo a la política (el Estado) y a la economía (el capital), ha pasado a ser el motor del nuevo orden productivo y económico.
Hasta mediados del siglo XX suministraba los medios de propaganda (TV, radio, prensa), los medios represivos (armas) al Estado y los medios de producción industrial que han mermado la mano de obra. Desde mediados del siglo pasado, el poder de la ciencia ha ido creciendo cada vez más hasta invadir todos los aspectos de nuestra vida – y a través de las tecnologías bio-nano, la vida misma.
El monopolio de la verdad parece haber convertido a la ciencia en todopoderosa, igual que el histórico monopolio de la violencia hizo con el Estado.
La ciencia, la Iglesia y el Estado se han enfrentado en el pasado en la disputa por el poder o por la división de poderes. Ahora son la ciencia y la tecnología las que determinan e influyen en la política estatal y en las estrategias económicas, sociales y represivas: por tanto no son neutrales.
El capitalismo financia ejércitos de técnicos dedicados a la investigación y creación de nuevos productos y “recursos” que sólo pueden ser manejados por especialistas, así como productos que una vez puestos a disposición de las masas moldean el mundo que nos rodea convirtiéndose en “indispensables” y a veces indestructibles como la energía nuclear.
Este proceso es tan rápido como el crecimiento de la tecnología y ha restringido la libertad individual.
Los algoritmos deciden los ritmos de producción, los grandes servidores de recogida de datos, la geolocalización, las aplicaciones… nos reducen a sujetos/objetos de consumo. Si la restricción de la libertad llevada a cabo en el pasado por el Estado y el capital provocó una feroz resistencia de los explotados, esto no ocurre con la ciencia. En el imaginario colectivo sigue siendo neutral y, además, en Occidente, sus productos han aumentado el confort y el bienestar de la mayoría de la población. Frente a este bienestar, la falta de libertad, la explotación de los recursos, la esclavización de poblaciones enteras, la inhabitabilidad de zonas enteras del planeta, las migraciones debidas a guerras y al cambio climático, no interesan.
Directivos, investigadores, tecnócratas y medios de comunicación difunden al unísono el mensaje de “no tener miedo de las tecnologías”, de la inteligencia artificial ni de todo lo relacionado con las innovaciones y automatizaciones que se van imponiendo.
No nos dejemos distraer por el falso debate sobre el uso de utensilios en la vida cotidiana ni por las divisiones retóricas entre tecnologías “buenas” o “malas”.
En el “Plan Nacional de Recuperación y Resiliencia” [1] se llevará a cabo una reestructuración económica entre el capital, las empresas, las start-ups (pequeñas empresas emergentes tecnológicas) y los gigantes del hi-tech (alta tecnología). Los capitalistas y la industria reciben con los brazos abiertos la inyección de liquidez de dinero público y privado.
El Recovery Found (fondo de recuperación) [2] es otra mina de oro. Entre los que se beneficiarán de la inversión de capital están los “polos de excelencia” de la investigación tecno-científica, las universidades y el Instituto Italiano de Tecnología (IIT) para la ampliación del parque tecnológico donde se construirá el Centro Hight-tech “Energía y Medio Ambiente“, que recibirá una inversión inicial de unos 80 millones de euros.
En abril de 2021, el primer ministro italiano Mario Draghi anunció la creación de otro comité de técnicos y expertos. Un “task force” que se ocupará específicamente del Fondo de Recuperación, sorteando y agilizando las burocracias y cualquier posible problema con permisos, limitaciones y concesiones. Así, por ejemplo, cubrirán el “retraso” respecto al plan de digitalización e instalación de fibra en todo el territorio.
El 1 de abril de 2021 se produjo el acuerdo financiero Fibercop, la empresa que recoge las dos partes más importantes de la red de Internet. TIM se encargará del suministro de la infraestructura de los “armarios” de fibra óptica desde la calle hasta las casas, la fibra será desarrollada por Flash Fiber (TIM posee el 80% y Fastweb el 20%). El fondo financiero KKR Infrastructure ha colaborado junto a estas grandes empresas del mercado de la digitalización. Pagará a TIM 2.000 millones de euros (con unos activos que alcanzarán los 7.800 millones).
En cuanto a los procedimientos de intervención que vendrán acelerarados: un gran proyecto de ingeniería, el cementerio de residuos nucleares así como la instalación de un sinfín de antenas y repetidores tendrán el camino allanado para su realización: campos electromagnéticos, tumores, radiaciones, devastación del medio ambiente se consideran consecuencias aceptables.
Con un decreto ad hoc sobre la “nueva gestión” eficiente del gobierno de Draghi, se introducirá el llamado “modelo Génova”, es decir, las derogaciones a las normas sobre contratos que imposibilitarán la parada de las obras por tal o cual problema, por tal o cual autorización: la luz verde para los empresarios de la construcción, el amiguismo y la corrupción.
En vista de esto, precisamente en Génova, se reanuda la obra de construcción del viaducto de la autopista llamado “Gronda” a pesar de que ni siquiera cuenta con autorizaciones de obra ni supuestas concesiones. Así, Autostrade per l’ Italia (los mismos especuladores responsables del derrumbe del puente Morandi) seguirá enriqueciendo a sus gestores asesinos [3].
La gestión del Fondo de Recuperación se encomendará a un comité interministerial de técnicos formado por el ex directivo de Vodafone Vittorio Colao (digitalización), Enrico Giovannini (infraestructuras), Maria Cristina Messa (investigación), Roberto Cingolani (transición ecológica). Los ministros a los que la Comisión Europea ha confiado directamente el flujo de dinero más importante son Cingolani y Colao, que podrán gastar más que cualquier otro ministerio. La tan cacareada “transición ecológica”, auspiciada por el antiguo director del IIT, llenará los bolsillos y las cuentas bancarias del “club de amigos” de la inversión y el desarrollo tecnológico-industrial.
La “transición ecológica”, mas allá de su definición llamada “verde”, no es en absoluto una operación para la salvaguarda del panda en peligro de extinción o para la reforestación de la selva amazónica, sino una operación política y económica destinada a estimular siempre y en cualquier caso el sistema industrial y no a eliminarlo o sustituirlo mágicamente.
En toda transición económica siempre hay una clase de poder que se enriquece, en este caso mediante la acumulación de una gran deuda pública que el día de mañana tendrán que pagar los explotados, con consecuencias devastadoras obviamente para los más pobres.
Mientras muchos están lo suficientemente distraídos por la prensa como para hablar de responsabilidad, seguridad, máscaras, vacunas, normas de comportamiento y sacrificios, hay quien sigue enriqueciéndose.
En el último año, la pandemia Covid-19 ha acelerado aún más el proceso de tecnificación de la sociedad. El Estado ha abdicado del poder político, yendo de la mano del Comité Técnico Científico [4] que, basándose en datos y cifras, obligó a millones de personas a quedarse en casa; la movilidad sólo se permitía para participar en el ciclo de producción. La producción y el consumo estaban asegurados; eran las únicas libertades concedidas.
Debería hacernos reflexionar sobre cómo las condiciones de explotación en las que vivimos en el Capitalismo han hecho coincidir una mayor “libertad de movimiento” con la oportunidad o la necesidad de ir a trabajar. Movilidad concedida, por lo que el virus no es más peligroso en el lugar de trabajo que caminando por la calle o en un bosque, o si se hace huelga o se baja a la calle para protestar o manifestarse.
La tendencia a la digitalización, la tecnificación y la eficiencia continuará incluso cuando termine la pandemia. El Estado, la ciencia y la tecnología han sacado el máximo provecho de este último acontecimiento.
Ante esto, los individuos, los explotados, si no quieren encontrarse en un futuro no muy lejano viviendo en un mundo en el que estén aplastados en una “libertad” correlativa a la utilidad productiva, deben luchar sin contemplaciones también contra esta nueva transformación de la sociedad.
Por esto, la noche del 19 de junio de 2021, destruimos 5 cabinas de servidores de datos y el repetidor 5G del parque tecnológico Erzelli de Génova, y la torre de alta tensión Terna adyacente, prendiéndoles fuego.
¡Solidaridad combativa internacionalista con los presos de la guerra social! Lucha permanente contra el Estado y el capital. ¡Por la anarquía!
NdT:
1. El Piano di Ripresa e Resilienza (PNRR), del govierno italiano está compuesto por fondos europeos lanzados en el marco del plan NextGeneration UE, y asciende hasta la cifra de 235.120 millones de euros para Italia, el mayor beneficiario de Europa. A principios de mayo de 2021, asignó una primera dpartida de 49.860 millones de euros al gobierno de Draghi à la “Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura”…
2. El Recovery Found es un plan de 750.000 millones de euros adoptado en el Consejo Europeo del 17 al 21 de julio de 2020, de los cuales 191.500 millones de euros en seis años se destinan a Italia (en parte en préstamos y en parte en subvenciones).
3. El 14 de agosto de 2018 en Génova, un largo tramo del viaducto de la autopista Morandi, que lleva el nombre del ingeniero que lo diseñó en los años 60, cayó como un castillo de naipes llevándose consigo decenas de vehículos, mientras los residentes de los edificios de abajo contemplaban horrorizados. El balance oficial fue de 43 muertos y unos 15 heridos. El operador del viaducto fue Autostrade per l’Italia, cuyo principal accionista es la familia Benetton, que aprovechó la ocasión para relanzar la Gronda, su nuevo enlace de autopista de 72 kilómetros con Génova, que comprende 23 túneles y 13 nuevos viaductos.
4. El Comitato Tecnico Scientifico (CTS) italiano se creó por ordenanza el 3 de Febrero de 2020 de cara a la pandemia. Es el equivalente al Comité científico técnico Covid-19 español, creado el 21 de Marzo, (y del Conseil scientifique Covid-19 francés).
[Publicado en español, con el título “Sabotajes incendiarios de infraestructuras tecnológicas y energéticas [Italia, jun 2021]”, en la revista “Elec(cri)ticidad”, número 1, abril 2022 | it: Pubblicato in spagnolo, con il titolo “Sabotajes incendiarios de infraestructuras tecnológicas y energéticas [Italia, jun 2021]”, nella rivista “Elec(cri)ticidad”, numero 1, aprile 2022].
Burning of Polo tecnologico Erzelli (Genoa, Italy, June 19, 2021)
Burning of Erzelli Polo Tecnologico 5G Repeater, Server-Data Cabinets & Terna High Voltage pylon (Genoa, Italy, June 19, 2021)
This is an era where the triumph of science, technology and technique prevails unceasingly. All this does not mean that we are in a science fiction or visionary world, but that, in the crude reality, science after having faithfully only served politics (the State) and economics (capital), has now become the driving force of the new productive and economic order.
Until the middle of the 20th century it provided the propaganda means (TV, radio, press), the repressive ones (weapons) to the State and the means of industrial production that reduced the workforce. From the middle of the last century onwards, the power of science has grown more and more to invade every aspect of our lives and through bio-nano technologies, of life itself.
The monopoly of truth seems to have made science all-powerful, as with the state its historic monopoly of violence.
Science, Church and State in the past have clashed in contending for power or for the division of powers. Now it is science and technology that determine and influence state policy and economic, social and repressive strategies: they are therefore not neutral.
Capitalism finances armies of technicians dedicated to research and creation of new products and “resources” manageable only by specialists, as well as products that once made available to the masses shape the world around us becoming “indispensable” and sometimes indestructible as nuclear power.
This process is as rapid as the growth of technology and has restricted individual freedom.
Algorithms decide the rhythms of production, large data collection servers, geolocation, applications reduce us to subjects/objects of consumption. If the restriction of freedom implemented in the past by the state and capital provoked fierce resistance from the exploited, this does not happen with science. In the collective imagination it remains neutral and, moreover, in the West, its products have increased the comfort and well-being of most people. In the face of this well-being, the lack of freedom, the exploitation of resources, the enslavement of entire populations, the unlivability of entire areas of the planet, the migrations due to war and climate change, are of no interest.
Managers, researchers, technocrats, media, spread in unison the message of “don’t be afraid of technologies”, of artificial intelligence and of everything connected to innovations and automations that are imposed anyway.
Let’s not be distracted by the false debate about the use of tools in everyday life or the rhetorical divisions between “good” or “bad” technologies.
In the “National Recovery and Resilience Plan” an economic restructuring will be implemented between capital, business, technology start-ups and hi-tech giants. Capitalists and the industrial sector welcome the injection of liquidity of public and private money with open arms.
The Recovery Fund is another gold mine. Among those who will benefit from capital investments are the “poles of excellence” of techno-scientific research, universities and the IIT Institute for the expansion of the technology park where the Hi-tech Center “Energy and Environment” will be built, which will receive about 80 million euros as an initial investment.
In April 2021, Italian Prime Minister Mario Draghi announced the creation of yet another committee of technicians and experts. A “task force” that will deal specifically with the Recovery Found, bypassing and speeding up bureaucracies and any possible issues on permits, constraints and concessions. In this way, for example, they will cover the “delay” with respect to the plan to digitize and install fiber throughout the country.
On April 1st, 2021 there was the financial agreement Fibercop, the company that collects the two most important pieces of the internet network. TIM will also take care of the infrastructural supply of the optical “cabinets” in the street up to the houses, the fiber will be developed by Flash Fiber (TIM owns 80% and Fastweb 20%). Together with these large companies in the digitalization market, the financial fund KKR Infrastructure has collaborated and will pay TIM 2 billion euros (with assets that will reach 7.8 billion).
Compared to the procedures that will be accelerated, a major engineering work, the nuclear waste repository, the installation of endless antennas and repeaters will have the road paved for their implementation: electromagnetic fields, cancer, radiation, environmental devastation are considered acceptable consequences.
With an ad hoc decree on the efficient “new management” of Draghi’s government, the so-called “Genova model” will be introduced, that is the derogations to the rules on contracts that will allow to avoid the stop to the construction sites for this or that problem, for this or that authorization: the green light for building businessmen, clientelism and corruption.
In the light of this, in Genoa itself, the work site for the construction of the freeway viaduct called “Gronda” is restarting despite the fact that there are not even authorizations for the work site or presumed concessions for the work. So Autostrade per l’ Italia (the same speculators responsible for the collapse of the Morandi bridge) will continue to enrich its murderous managers.
The management of the Recovery Fund will therefore be entrusted to an inter-ministerial committee of technicians composed of former Vodafone top manager Vittorio Colao (digitalization), Enrico Giovannini (infrastructures), Maria Cristina Messa (research), Roberto Cingolani (ecological transition). The ministers who have been entrusted directly by the European Commission with the most substantial flow of money are Cingolani and Colao, who will be able to spend more than any other ministry. The much renowned “ecological transition”, sponsored by the ex-director of IIT will fill the pockets and bank accounts of the “club of friends” of investment and technological-industrial development.
The “ecological transition”, apart from its “green” definition, is not an operation for the safeguard of the endangered panda or for the reforestation of the Amazon Forest, but a political and economic operation aimed to always and however stimulate the industrial system and not to magically eliminate or replace it.
In every economic transition there is always a power class that gets rich, in this case it will happen by accumulating a large public debt that tomorrow the exploited will have to repay, with devastating consequences obviously on the poorest.
While many are sufficiently distracted by the press to talk about responsibility, safety, masks, vaccines, behavioral norms and sacrifices there are those who continue to get rich.
In the last year, the Covid-19 viral pandemic has further accelerated the process of technicization of society. The State has abdicated political power, going along with the Scientific and Technical Committee that, based on data and numbers, forced millions of people into the home; mobility was allowed only if one participated in the production cycle. Production and consumption were assured, these were the only freedoms granted.
It should make us reflect on how the conditions of exploitation in which we live in Capitalism have made greater “freedom of movement” coincide with the opportunity or the need to go to work. Mobility granted, so the virus is no more dangerous in the workplace than it is walking in the street or in a forest, even more dangerous if you strike by standing in the street to protest or demonstrate.
The trend towards digitization, technicalization and efficiency will continue even after the pandemic is over. The latter an event that the state, science and technology have made the most of.
Faced with this, the individuals, the exploited, if they do not want to find themselves in a not too distant future to live in a world where they are crushed in a “freedom” correlated to the productive utility, it is necessary to fight without second thoughts even this new transformation of society.
For this reason, on the night of June 19th, 2021, we destroyed by fire 5 server-data cabins and the 5G repeater of the Erzelli Polo Tecnologico in Genoa, and the adjacent Terna high voltage pylon.
Internationalist fighting solidarity with the prisoners of social war! Permanent struggle against the state and capital. For Anarchy!
[Published in english at https://darknights.noblogs.org/post/2021/06/25/genoa-italy-burning-of-erzelli-polo-tecnologico-5g-repeater-data-cabinets-terna-high-voltage-pylon/ & https://actforfree.noblogs.org/post/2021/06/30/genoa-italy-burning-of-erzelli-polo-tecnologico-5g-repeater-server-data-cabinets-terna-high-voltage-pylon-iten/]