Ecco a voi, signori e signore, i padroni della città. Manifesto di nemici e nemiche della guerra

Ecco a voi, signori e signore, i padroni della città. Manifesto di nemici e nemiche della guerra

Ecco a voi, signori e signore, i padroni della città.

In questi giorni in città sono previsti non pochi disagi a causa della cerimonia di giuramento degli allievi marescialli e dei volontari dell’arma dei carabinieri che daranno sfoggio dell’insegnamento appreso nelle scuole specializzate all’obbedienza e, al grido di “lo giuro!” regaleranno la loro esistenza allo Stato, come suoi servi. Sissignore, questo sognavano da bambini.

Taranto città prona al cospetto del capitalismo e della guerra.

Qui la guerra si produce per l’esportazione: nello stabilimento Leonardo a pochi km dalla città e nelle scuole di addestramento dei futuri soldati chiamati a difendere lo Stato. Lo stesso Stato che da anni continua ad ucciderci con  decreti legge a favore dell’odiatissimo stabilimento siderurgico, lo stesso Stato ha imposto alla città un progetto di colonialismo militare senza precedenti.

Ecco, quando ci vengono mostrate in pompa magna le parate di questo genere, sarebbe opportuno non dimenticare che la città di Taranto è occupata dalla Marina Militare e dalla NATO per circa un terzo del suo territorio. Una zona di ben 90 ettari circondata da un muraglione e affacciata su uno specchio d’acqua di esclusiva pertinenza militare in cui navigano anche i famosi sommergibili a propulsione nucleare che ci regalano, fra l’altro, una enorme quantità di inquinanti rilasciati nelle acque.

La colonizzazione non è solo territoriale ma anche sociale.

Ci fanno credere da sempre che fra la Marina Militare e questa città ci sia un legame antico e inscindibile. Invece, è importante ricordare come la popolazione tarantina sia originariamente  composta in maggioranza da pescatori che sono  stati derubati del loro mare e di contadini espropriati delle loro terre in favore del siderurgico.

Taranto è la città dei ricatti e della sudditanza: o ti fai sfruttare nell’industria o diventi un servo dello Stato. La stessa sudditanza che spinge il sindaco Melucci  a ringraziare la Marina Militare per l’occupazione della MARINASUD, protagonista ed esportatrice dei conflitti in corso.

Ogni volta che la città si ferma estasiata ad ammirare lo spettacolo del passaggio di queste navi mortifere, si rende complice delle atrocità della guerra.

E fra gli applausi dei cittadini sudditi, durante l’attesa cerimonia, farà bella mostra di sé il Ministro Crosetto, nella sua doppia veste di membro del Governo e imprenditore del settore degli armamenti.

Perchè i morti sono i nostri, i soldi sono i loro.

Giova per ultimo ricordare che la propaganda di guerra è diventata  talmente invasiva nella vita quotidiana da far sembrare normale la dichiarazione in conferenza stampa dell’ammiraglio e capo di stato maggiore Giuseppe Cavo Dragone che lamenta la scarsità delle riserve di munizioni e chiede che l’industria ne incrementi la produzione per rimpinguare le polveriere di stato. Un po’ di anni addietro qualche capo di Stato chiese oro per la patria.

Sarebbe il caso di ricordarsi delle parole dell’ammiraglio quando, in fila agli sportelli del CUP, riceveremo disponibilità per prestazioni sanitarie urgenti dopo due anni di attesa o quando mancherà il riscaldamento nelle scuole pubbliche, o quando non ci saranno più denari per la manutenzione e la sicurezza dei treni su cui viaggiano i pendolari. Proprio come è accaduto in Grecia, dove Trenitalia ha rilevato le ferrovie nazionali.

Da sempre la guerra porta profitti ai grandi industriali e porta morte e povertà alle popolazioni. Ma una guerra giusta c’è: è quella che in questi giorni si combatte nelle piazze francesi contro l’arroganza del governo o nelle strade greche, contro i responsabili delle stragi fatte passare per fatalità, come il disastro ferroviario di Larissa.

nemici e nemiche della guerra

[Ricevuto via e-mail e pubblicato in https://lanemesi.noblogs.org/post/2023/04/04/ecco-a-voi-signori-e-signore-i-padroni-della-citta-un-manifesto-di-nemici-e-nemiche-della-guerra/]