Della scienza, dell’interferometro “ET” di Sos Enatos e della nostra alterità

DELLA SCIENZA, DELL’INTERFEROMETRO “ET” DI SOS ENATOS E DELLA NOSTRA ALTERITÀ

Dopo la coralità di consensi di politici grandi e piccini, di scienziati in fregola di Nobel e delle teste d’uovo sardesche a replicare ogni giorno in tutti i media la bontà del progetto ET (acronimo in inglese di Telescopio Einstein), desta una certa meraviglia il ritrovamento di un ordigno inesploso in una delle strutture presenti nell’area della vecchia miniera di Sos Enatos, a Lula, destinata, dovesse andare in porto il progetto, ad ospitare l’interferometro ultimo modello.

Del “vile” e certo inatteso attentato, la sola cosa che si apprende in merito, almeno al momento di scrivere queste righe – parecchi giorni dopo il ritrovamento dell’ordigno – è che la “bomba” era priva di innesco o di qualche altro congegno per cui era impossibile esplodesse.

Ma se tale era davvero, di quale attentato si tratta? Non essendovi rivendicazione, almeno al momento, quel che si dice e si scrive in merito non va oltre l’ipotesi secondo cui si tratta di un avvertimento, di una minaccia insomma, da parte di qualcuno che dissente dal coro degli elogi a più riprese che si replicano sui media ininterrottamente, e che stanno accelerando in ogni sede istituzionale a seguito dell’ordigno. Si dà per scontata l’impossibilità di dissenso, di opposizione, di contrasto al mega progetto!

Proseguono così senza alcun limite, anzi prendendo a pretesto il ritrovamento dell’innocuo ordigno, o della manifestazione di dissenso che dir si voglia, le declamatorie a singole e corali voci dell’interferometro ET.

Vi è chi lo declama ennesimo Piano di Rinascita della Sardegna – ovviamente, stavolta di quello “vero” e definitivo –; chi invece pone l’accento sul “benessere” che originerà in metà isola almeno; chi aumenta ancor più le migliaia di posti di lavoro che determinerebbe la sua realizzazione, fino a ieri l’altro di 30 mila ed oggi di almeno 35-36 mila e, chissà, venisse ritrovato qualche altro aggeggio più o meno innocuo, magari si superano anche le 50 mila buste paga tanto da avvicinarsi a quelle “concretizzate” dal Primo e Secondo Piano di Rinascita sarda …

Ma l’aggiornamento per “vincere la gara” nella sfida con l’altro possibile sito anch’esso candidato ad ospitare ET (questo extraterrestre portatore di “ricchezza” indicibile, che dico inaudita …) – una vasta area in “su tremene” fra Olanda, Belgio e Germania – avviene minuto per minuto, proprio come le partite di calcio in contemporanea in diretta TV o alla radio. L’altro giorno, tanto per dirne una, si è imposto all’attenzione mediatica il presidente di una qualche associazione degli industriali, non ricordo se locale, regionale o addirittura italiana, a reclamare il vergognoso stato in cui si trova al momento l’intero territorio attorno a Sos Enatos, così privo di infrastrutture ultima generazione – tanto per capirci: ponti, strade, ferrovie, illuminazione, alberghi di alta qualità, gallerie, pizzerie, bar, parrucchieri e parrucchiere, ospedali, finanche laghi, lidi con tanto di cabine e bagnini, inservienti e quant’altro – che, invece, nel concorrente triangolo continentale sarebbero di già presenti. Da qui la necessità di iniziare fin da subito nello stanziamento dei fondi (pubblici, ovviamente) e dare inizio ai giganteschi lavori indispensabili per essere validi competitori … – e nessuno a chiedersi come mai, ancora nel 2023 la zona, pure abitata e vissuta, sia stata così abbandonata nel corso dei secoli dalla società imperiale che oggi ne decanta le virtù!

Nulla costa sperare che “stavolta sarà quella buona”, e che la chimera da venditori di fumo vada in porto, ancor più che non è mia intenzione, con queste righe, contestare il conteggio dei miliardi e delle buste paga presunte, quanto invece ragionare seriamente sul progetto in sé, l’ideologia che lo sorregge e la realtà che vi è oltre la facciata candida e attraente che viene esposta.

L’interferometro viene definito come telescopio, certo speciale, e lo si presenta quindi come una variante dello strumento ulteriormente elaborato da Galileo Galilei per riuscire a vedere pure gli oggetti ed i fenomeni lontani, insomma per avvicinare a noi l’universo intero. Vedere così lontano nel tempo e nello spazio addirittura fino all’origine di tutte le cose (eccetto alcune delle particelle elementari, forse scomparse nel nulla nel processo di collisione o “fermentazione”, o fusione tra di esse), in prossimità di quell’evento, cosiddetto big bang durato qualche miliardesimo di minuto (ora non ricordo più con precisione e di ciò chiedo venia ai miei due lettori) e che sarebbe avvenuto circa 13 miliardi e quasi 700 milioni di anni fa.

“Prima” del big bang non vi erano affatto gli atomi (che dovevano addivenire) ma particelle elementari (oggi sarebbero queste i “veri mattoni” costituenti tutte le cose dell’universo) “compresse in un punto caldissimo” ove non sussisteva né spazio né tempo, ma in cui una ipotetica di tali particelle, l’inflatone (una sorte di lievito madre), ha in certo qual modo fermentato le altre o alcune altre, senza che il processo della fermentazione avesse determinatezza, così che questa sorta di gravidanza alla fine è esplosa (il big bang, appunto) ed è nato tutto: atomi, tempo, spazio, aggregazione e disintegrazione, collisioni e raffreddamento. Ecco quindi la nascita dell’universo che si espande sempre più (contrariamente alla precedente ipotesi non sarebbe possibile un “ritorno indietro”, ovvero un contrarsi delle cose, dello spazio e del tempo, al punto da cui tutto è partito).

Bene, questo racconto scientifico, che osa guardare nel tempo e nello spazio più remoto, addirittura là ove tutto è sorto, è al contempo un guardare anche assai vicino a noi: un contestuale esplorare il più grande ed il più piccolo, entrambi non osservabili ad occhio nudo.

È ovvio, infatti, che quanto più si viaggia verso l’origine (quindi all’inizio di tutto), tanto più si conosce e si può intervenire per reindirizzare, ri-costruire nel senso voluto da chi ne ha il potere (in termini di strumentazione, conoscenza e danaro-capitale), la vita stessa oltre che le “cose” che la vita l’hanno resa possibile.

Ma, chi è che possiede possibilità, capacità, conoscenza e capitale-danaro per intervenire, ri-costruire ed indirizzare o re-indirizzare le cose e la vita medesima su livelli e piani diversi da quelli conosciuti? La risposta, di per sé assai semplice, è che a possedere il tutto sono coloro che di già dominano l’intera umanità ed il mondo che essa abita e pertanto, da che mondo è mondo, il dominatore agisce per estendere e perpetuare il suo dominio. Ma questa netta, semplice conclusione non è sufficiente a chiarire, a dare volto al, o ai dominatori, che a lasciare le cose in questo modo ci appaiono dietro una cortina di fumo se non un vero e proprio spesso paravento.

Non è affatto un caso che il loro operare sia ulteriormente reso fantasmagorico dalle favole che si decantano a partire dall’epoca di Galileo, secondo cui sarà la scienza di per sé stessa a varcare la soglia del paradiso per tutti gli umani, anche se nel frattempo il paradiso reale lo hanno reso, e lo rendono di giorno in giorno sempre di più, un inferno per tutti, animali (inclusa la nostra specie), vegetali e ambienti in cui questi sono immersi.

Fin dai suoi albori la scienza moderna (e la tecnica che applica le sue scoperte ed invenzioni) è stata foraggiata dai dominatori del mondo al fine di estendere sempre più il loro dominio alle genti sconosciute abitanti le terre lontane, via via massacrate e sfruttate nei modi indicibili, e contemporaneamente sottomettere l’intero ambiente terraqueo, sostituendosi al dio creatore di ogni cosa di cui si sono autoproclamati legittimi eredi. I classici geni della “vera conoscenza”, al contempo tecnici e scienziati, così come si continua a fare oggidì onorando la tradizione, han ben lavorato e servito opportunamente i loro padroni, generosi mecenati, ad esempio facendo della polvere cinese esplodenti e munizioni per armi sempre più grosse, precise e distruttive; facendo della meccanica scienza per inventare armi ancor più micidiali di quelle esistenti, puntualmente utilizzate dal mecenate per fare la guerra, e vincerla, contro i propri nemici; facendo delle malattie armi di distruzione di massa contro popoli refrattari alla sottomissione schiavistica; e facendo delle conoscenze geografiche affinate rotte e vie per guerre genocide in tutti i continenti; … Per arrivare ai tempi a noi recenti, caratterizzati (tra le altre delizie) dalla integrazione scientifica di fisica e chimica, e dalla tecnologia del più grande e del più piccolo per propinarci inedite sostanze per l’assassinio di massa (fin dalla prima macelleria planetaria), passando attraverso le sconce e dimenticate stragi delle conquiste fasciste in Nord Africa, e pervenire infine alla contemporaneità, quando in pratica non vi è Stato-governo e connesse industrie che inventano, producono e vendono al migliore offerente i loro prodotti, siano questi utilizzati dall’Arabia, dall’Iran, dall’Iraq, dalla Siria o dalla potente alleata della NATO, la benemerita Turchia contro Armeni e Kurdi e tutto ciò che risulta dissenziente, e conveniente massacrare. Materie vecchie e “nuove” che, meno costose di quelle offerte da madre natura, anche perché sempre più esaurite dalla ingordigia di profitto e quindi di potere, si possono “costruire in casa”, come le plastiche la cui produzione utilizzo e dispersione ha invaso ogni angolo anche il più recondito del pianeta, concorrendo allo sterminio di ogni cosa.

Tempi, questi a noi più recenti, caratterizzati proprio dalla applicazione della migliore conoscenza dell’atomo, dei materiali radioattivi e finanche delle sue scorie. Così che dopo le prime due bombe nucleari tastate sulle due città giapponesi, Hiroshima e Nagasaki, in pratica a carneficina terminata e tanto per sfidare i concorrenti degli USA su chi avrebbe dominato il mondo dopo quell’evento, si è scatenata, collaterale, la guerra alla produzione ed al possesso delle armi atomiche quanto più numerose e distruttive rispetto a quelle del nemico – sempre identificato dagli uni e dagli altri nei refrattari agli ordini impartiti ed ai desiderata secondo scienza. Tanto che nel corso degli ultimi settanta anni viene dato per scontato che non può esservi esistenza alcuna fuori dei ranghi stabiliti dai potenti: Stati e multinazionali coalizzati in unico sistema in cui scienza, tecnica ed ogni conoscenza convergono in dominio quasi assoluto.

Siamo al punto in cui la loro scienza ricicla gli scarti dei materiali atomici (cosiddetto uranio impoverito) nella costruzione degli armamenti e del loro munizionamento, oltre naturalmente alla produzione di ogni altra sorta di materiale venefico (cosiddette armi chimiche), certamente meno costoso di quello atomico “tradizionale”, così da poter realizzare massacri di popoli a basso costo e indirizzare le risorse finanziarie disponibili alle ricerche ed applicazioni nei campi più costosi della scienza, incluse le avveniristiche colonizzazioni del nostro satellite o di altri pianeti – tanto questo lo stanno distruggendo e loro stessi son certi che non vi è modo di ravvedersi…

La penetrazione dell’occhio umano nel mondo più piccolo è attività speculare della penetrazione in quello più grande, entrambi ridotti a combinazioni e calcoli numerici che ben lungi dal sondare la vita affinché questa sia garantita in tutte le sue manifestazioni nella loro integrità, essa è distrutta, manipolata, ricombinata sulla base della quantità di profitto che determina, e della stabilità ed incremento del potere di dominio del capitale e dell’ordine statale che ne è semplicemente la versione politica.

D’altro canto, volgere lo sguardo e pertanto finanze, indirizzi politici e culturali e l’intera scienza e tecnologia conseguente verso quei due mondi alla portata solamente dei loro “occhi”, non è forse al contempo allontanarlo, ovvero voltare le spalle precisamente al mondo “a nostra portata” che dovrebbe essere “luogo e misura di tutto e tutti”, e di conseguenza raddrizzare le storture, le miserie, le distruzioni irrecuperabili, le sofferenze che questo sistema della “scienza e della tecnologia” implica?

Signori che vantate la compartecipazione a questo sistema, e di cui ne condividete la responsabilità, non raccontateci ancora le balle sul “progresso” di cui beneficerebbero tutti! Un semplice virus, forse il frutto delle vostre scientifiche ricerche, o forse determinato dalla vostra ingordigia e indifferenza verso il mondo a misura di tutti, che state irreversibilmente distruggendo e avvelenando, ha dimostrato tutta la vostra incapacità non solo di prevenire ma di affrontare ciò che pure una misera parte delle risorse che impiegate per arrivare su Marte, o per “auscultare la voce dell’universo”, è sufficiente per salvare la vita a milioni di persone ed operare in funzione della salvaguardia (se non sempre rimedio) degli ambienti in cui tutti viviamo! Ma a voi ciò non interessa, anzi, è esattamente ciò che continuate a coltivare con scienza e coscienza.

La logica che sottende il vostro operare, che vi porta a chiudere gli occhi per non vedere le distruzioni e sofferenze che imponete, e volgerli, unitamente alle vostre ricchezze accumulate grazie allo sfruttamento di ogni risorsa di cui potete vantare il monopolio, vi conduce sempre più a guardare altrove, a nuovi mondi da colonizzare come se non fosse sufficiente quello che state irreversibilmente distruggendo, umani inclusi ed ogni altro essere che vi abita.

È apparentemente poetico il vostro afflato a sentire “il respiro” dell’universo, ma la vostra è poetica dell’orrore, della distruzione e della morte. Avete così definitivamente chiuso i vostri occhi, tappato le vostre orecchie e obnubilato la vostra mente che siete incapaci di comprendere finanche che l’armonia universale determinata dall’origine delle cose voi l’avete distrutta, e perciò la definite “rumore di fondo” che cercate di captare e replicare nei vostri laboratori.

Particelle sorte, vissute e poi congelate o scomparse in quell’attimo della creazione, ma diverse delle quali si presume-ipotizza, viaggiando a ritroso nello spazio fino all’origine del tempo, possano ancora dirci qualcosa e soprattutto dare qualche novità in termini di conoscenze da concretizzare nell’immediato in ulteriore manipolazione delle cose create, a fini di ancor più arricchimento dei ricchi e della “inflazione” definitiva della loro potenza … E chissà, forse vi è pure qualche scarto di produzione di cui potrebbero avvantaggiarsi le masse di quei derelitti a cui è stato tolto tutto, l’aria per respirare, la terra su cui stare, l’acqua per dissetarsi, la salute intaccata dai veleni e pure la voglia di penare ulteriormente in un mondo ridotto a pura pestilenza!

Questa la vostra poesia!

La nostra è diversa, anzi Altra!

È la poesia che mira a poterci godere le stagioni, come in parte abbiamo già conosciuto e che voi avete alterato, manomesso; a respirare aria e non veleni che continuate a produrre in quanto è merce che crea capitale; all’utilizzo parco delle risorse; a goderci la comunanza dell’ambiente fisico in cui ci troviamo, assieme a tutti coloro che lo abitano, vegetali e animali, nel rispetto reciproco ed anche nell’utilizzo l’un dell’altro, senza però reputarci padroni assoluti di quel creato venuto in essere da quel milionesimo di minuto che voi teorizzate, o nell’arco di ore e giorni ed anni, o secoli e millenni; a bere l’acqua così come si è venuta a costituire nel corso dei miliardi d’anni di formazione del pianeta che abitiamo; a cantare all’unisono la melodia che emana dalle cose venute alla vita e che voi volete definitivamente controllare entro i vostri laboratori; a …

Ecco, tra la nostra e la vostra “poesia” vi è totale ALTERITÀ. Noi ne abbiamo preso atto, sappiamo perfettamente che tra le due nulla vi è di che spartire. Voi da un lato della barricata, noi dall’altro. Voi con questo marcio sistema di morte, noi con la vita, quella vera!

E le vostre pretese di vederci tutti consenzienti e silenti ai vostri progetti, mega, medi o minimi che siano, ci troveranno sempre a dissentire e contrastarle nei mille modi che ciascuno di noi valuta adatto alla propria Alterità.

Voi, corresponsabili di questo sistema di morte, anche se vi credete assolti dai mille pretesti che ponete innanzi alla vostra coscienza, siete pienamente coinvolti!

E noi è questo che consideriamo e teniamo nel dovuto conto!

Kosta Cavalleri
marzo 2023

PDF: Della scienza, dell’interferometro “ET” di Sos Enatos e della nostra alterità

Nota: L’ordigno alle strutture della miniera di Sos Enatos a Lula è stato ritrovato lunedì 6 marzo. Stando a quanto riportato dai mass-media, è stata aperta da parte della procura di Nùoro un’indagine con accuse aggravate dalla finalità di terrorismo e gli atti sono stati inviati alla Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Cagliari.

[Tratto (tranne la nota) da https://anarkiviu.wordpress.com/2023/03/14/della-scienza-dellinterferometro-et-di-sos-enatos-e-della-nostra-alterita/ & ripubblicato in https://lanemesi.noblogs.org/post/2023/03/18/della-scienza-dellinterferometro-et-di-sos-enatos-e-della-nostra-alterita/]