Mónica Caballero: Parole urgenti di fronte a una fiamma che si spegne
Parole urgenti di fronte a una fiamma che si spegne
Scritto di Mónica Caballero sullo sciopero della fame di Alfredo Cospito
Ho avuto il piacere di leggere le parole di compagni/e di diversi territori che mostrano la propria fervida solidarietà con lo sciopero della fame di Alfredo Cospito, per uscire dal regime di tortura del 41 bis. In queste terre, come insieme di prigionieri/e sovversivi/e, anarchici/e, antiautoritari/e, antispecisti/e e nichilisti/e, stiamo anche noi esprimendo un’incondizionata solidarietà con il compagno. Fraternizzare con un compagno così prezioso come Alfredo, ancora di più nel momento difficile che sta attraversando, è una necessità per quanti tra noi si pongono nella negazione e nell’antagonismo all’attuale vita governata dall’autorità. Inviare parole solidali da dentro le carceri per un compagno affine non è mai di troppo.
Nel mio caso, quando ho ricevuto parole di solidarietà da parte di qualche compagno/a mentre mi trovavo in carcere, ho sempre dato valore a quelle parole e le ho custodite come qualcosa di molto prezioso. Ma in questo momento il compagno Alfredo Cospito necessita che le parole si trasformino in azione, che attacchino, forzino, sovvertano, manomettano, minaccino, ecc., tutti coloro che hanno il potere di cambiare la sua situazione carceraria e/o che sostengono il regime del 41 bis.
La situazione di Alfredo ha smesso di essere preoccupante e si è trasformata in urgente. La questione è semplice, se non si realizza l’istanza di Cospito, lui morirà, e non mancano molti giorni se lo sciopero della fame continuerà.
Prendere la decisione e realizzare una mobilitazione come uno sciopero della fame implica moltissime difficoltà, la tua lotta si pone in scenari multipli, da un lato hai tutto un reticolo repressivo e giudiziario con vari strumenti che puntano a dissuaderti per farti smettere di scioperare, dall’altra parte c’è il tuo istinto di sopravvivenza, il tuo stesso corpo!
Il corpo in sciopero della fame si farà sentire affinché tu lo alimenti.
Per quello che ho vissuto e ho visto in altri/e, i primi segnali corporei nel corso di uno sciopero della fame sono il mal di testa, le vertigini, la nausea, la fatica, l’irritabilità, l’insonnia e una fame tremenda che non ti permette di pensare ad altro. Nel mio caso ho smesso di sentire la fame tra 15 e 20 giorni di digiuno, ho sentito di compagni/e che hanno smesso di avere fame intorno al 90esimo giorno. A partire dalla seconda o terza settimana di digiuno allo/a scioperante cominciano a venire crampi molesti, che si prolungheranno e acutizzeranno in tutto il corpo, provocando dolore; a questo si aggiunge la stanchezza che farà sì che qualsiasi attività quotidiana, come farsi la doccia, sia un impresa tremenda. In ultimo, c’è il freddo; per quanto si copra, lo/a scioperante in misura maggiore o minore avverte sempre freddo.
Anche se sembra aneddotico in uno sciopero della fame, la fame non è la sensazione più molesta e acuta, per me e per quello che ho conosciuto le principali sono il dolore dei crampi e il freddo.
È importante menzionare che ci sono fattori rilevanti per comprendere il processo di uno sciopero della fame, come il fatto che ogni corpo funziona in modo specifico e anche il modo di portare avanti lo sciopero può essere differente, ad esempio se si consumano zucchero o sali idratanti e poi le condizioni carcerarie in cui ci si trova. In ogni carcere (almeno in Occidente) esistono protocolli per lo sciopero della fame che spesso non vengono osservati.
Qualunque siano le modalità e le condizioni in cui viene condotto o sperimentato uno sciopero, si tratta di un autofagocitamento che non può essere eterno, il corpo ha riserve limitate e nel caso di Alfredo stanno per esaurirsi.
La fiamma che è Alfredo si sta spegnendo giorno dopo giorno. Lui non si arrenderà e non si pentirà…
Che le parole si trasformino in azioni!
Solidarietà attiva con tutti/e i/le prigionieri/e anarchici/e!
Fine al 41 bis.
Morte allo Stato e viva l’Anarchia!
Mónica Caballero Sepúlveda
Prigioniera anarchica
L’indirizzo della compagna:
Mónica Caballero Sepúlveda
Centro de prisión preventiva de mujeres de San Miguel
San Francisco 4756
San Miguel, Región Metrópolitana
Chile
[Pubblicato in spagnolo in https://publicacionrefractario.wordpress.com/2023/02/03/palabras-urgentes-ante-una-llama-que-se-apaga-escrito-de-monica-caballero-ante-la-huelga-de-hambre-de-alfredo-cospito/ | Traduzione in italiano pubblicata in https://lanemesi.noblogs.org/post/2023/02/06/monica-caballero-parole-urgenti-di-fronte-a-una-fiamma-che-si-spegne/]