Bussole impazzite? Note critiche su teoria radicale, classe, coscienza, individuo, comunità e possibilità di rottura rivoluzionaria
Introduzione:
Questo scritto procede da una serie di momenti di confronto tra due compagni che hanno condiviso esperienze, percorsi di vita e lotta per diversi anni. Il progetto comune di mettere per iscritto alcune delle riflessioni emerse a partire da quelle occasioni destrutturate di scambio non è stato di fatto realizzato. Originariamente l’intenzione era quella di produrre un testo senza rinunciare alla forma dialogica, estremamente efficace nell’ottica della concatenazione dei concetti e della riproposizione degli scambi avuti oralmente. Essendo venuta meno la possibilità di sviluppare questa iniziativa comune, uno dei due compagni, per nulla intenzionato a sostituirsi all’altro, ha deciso di ripensare individualmente il lavoro partendo dalle stesse premesse tematiche.
Occorre comunque specificare che gli incontri menzionati non avevano prodotto, né erano stati pensati per facilitare una reale convergenza di posizioni rispetto ai nodi centrali di volta in volta trattati come: l’approccio ”metodologico” adottato nell’analisi del modo di produzione capitalistico, il rapporto tra Stato e capitale, tra quest’ultimo e lo sviluppo tecnico, il mito della coscienza di classe, l’attivismo e il militantismo, gli influssi decennali delle ideologie della liberazione individuale e delle comunità fittizie sulle minoranze rivoluzionarie reduci dalla sconfitta del lungo Sessantotto, l’antropomorfosi del capitale, la guerra come tratto costitutivo della civiltà capitalistica, e tante altre questioni che non sempre è stato possibile sviluppare nel testo. Il lavoro è stato quindi riadattato e le note critiche di cui si compone, ritenute da tempo urgenti e sicuramente impopolari in tutti gli ambienti militanti, a partire da quelli libertari, sono state ordinate e collegate nella maniera più organica possibile.
Il testo rappresenta una reazione alla condizione di isolamento, spesso e in parte ricercato, vissuta da quei rivoluzionari e quelle rivoluzionarie che conservano l’esigenza di continuare a riflettere sul presente facendo i conti con la sua complessità, senza rinchiudersi nella sicurezza alienata dei contesti delimitati d’area e nella normatività di linguaggi che, pur essendo prodotto della società più parcellare mai esistita, vengono spacciati come inclusivi ed emancipatori; da un rifiuto tenace e intransigente della miseria organizzativa e ideologica del militantismo (formale e informale), dell’attivismo, del fare-per-fare, della passione per il quantitativo, della partecipazione attiva agli scontri tra bande rivali appartenenti alla stessa ”area politica”.
Potrà sembrare una sciocchezza, una banalità meritevole di stupide quanto comode accuse di attendismo da parte degli attivisti e dei militanti che hanno deciso di fare della sovversione sociale una pura questione individuale, trattabile alla stregua di un’impresa regolata dal sistema a partita doppia; ma se il tentativo di comprendere la dinamica del movimento reale rimane una necessità ineludibile per chiunque non abbia rinunciato alla prospettiva della critica radicale e della lotta per un mondo senza classi e Stato, questo sforzo non può essere disgiunto dal tornare a riflettere seriamente sul ruolo della parola e della teoria rivoluzionaria. Quale? Ce ne sono tante e per tutti i gusti: leninista, trotzkista, bordighista, consiliarista, anarco-comunista, individualista, antiorganizzatrice, anarcoinsurrezionalista, nichilista ecc. Al di là della vasta offerta di copioni per i rivoluzionari di professione contemporanei, sarà proprio il caso di partire chiedendosi cos’è la teoria rivoluzionaria, per ricollegarsi in un secondo momento ai nodi tematici già anticipati e dare corpo ad uno sguardo d’insieme che provi a rispondere, parzialmente e in maniera tutt’altro che definitiva, a quell’esigenza di orientarsi nella complessità propria della civiltà capitalistica odierna.
[Ricevuto via e-mail e pubblicato in https://lanemesi.noblogs.org/post/2025/09/25/bussole-impazzite-note-critiche-su-teoria-radicale-classe-coscienza-individuo-comunita-e-possibilita-di-rottura-rivoluzionaria/]