Sabotaggio incendiario contro la rete ferroviaria (Basilea, Svizzera, 9 aprile 2025)
(Zona di confine CH/DE) Sabotare la normalità capitalistica – attacco all’infrastruttura ferroviaria
Nella notte del 9 aprile, abbiamo utilizzato diversi dispositivi incendiari per dare fuoco ai cavi della segnaletica ferroviaria e dei rifornimenti in varie località nei pressi di Basilea.
Gli sbirri e i media hanno finora taciuto la nostra azione.
Situata tra due confini nazionali, con collegamenti marittimi col Mare del Nord, una rete ferroviaria e stradale ben sviluppata e un aeroporto, Basilea è un nodo logistico centrale per i flussi di merci che sostengono la normalità capitalistica. Poiché di questa normalità ci frega ben poco, abbiamo attaccato le sue infrastrutture per interromperla, almeno per un breve momento.
Il nostro attacco è mirato specificamente al trasporto ferroviario transfrontaliero di merci e passeggeri e al collegamento ferroviario con il porto di Kleinhüningen.
Da Basilea passa uno dei più importanti collegamenti nord-sud d’Europa. La tratta tra Rotterdam e Genova, in continua espansione, fa parte del Trans-European Transport Network Programme (TEN-T) [ndt. Programma della Rete di Trasporto Trans-Europea]. I tre porti sul Reno di Basilea gestiscono il 10% del commercio estero della Svizzera. Circa un terzo di tutte le importazioni di prodotti petroliferi viene caricato qui, su treni e camion. Un container su quattro diretto in Svizzera passa per i porti di Basilea. Container carichi di merci prodotte con materie prime saccheggiate in tutto il mondo o di materiali da costruzione che vengono utilizzati per costruire sempre più autostrade, banche e prigioni, sigillare il terreno e seppellire tutti gli esseri viventi sotto uno spesso strato di cemento.
Anche le industrie farmaceutiche e chimiche con sede a Basilea utilizzano questa via per importare i macchinari e i materiali di cui hanno bisogno per fabbricare i prodotti che poi vengono esportati allo stesso modo. Che si tratti di prodotti chimici cancerogeni della Syngenta o di farmaci antitumorali della Novartis o della Roche, non fa differenza, sono due facce della stessa medaglia. Invece di affrontare seriamente la cura olistica delle malattie, che sono in gran parte causate dal complesso tecno-industriale (per non parlare delle loro origini), le persone vengono vincolate a un sistema sanitario che è principalmente orientato a realizzare profitti per le aziende farmaceutiche e a mantenerci in forma per poter essere sfruttati nella vita lavorativa quotidiana.
Le rotte del trasporto merci sono di grande importanza per il buon funzionamento di questo sistema mortifero. Grazie alla loro logistica, SBB Cargo [ndt. Schweizerische Bundesbahnen] e DB Cargo [ndt. Deutsche Bahn] traggono beneficio dal neocolonialismo e dalla guerra, e sono parte integrante dell’infrastruttura militare.
La Deutsche Bahn, infatti, trasporta materiale bellico per le forze armate tedesche e della NATO. Le reti ferroviarie sono utilizzate per assicurare il trasporto del mortale carico dell’industria degli armamenti in tutto il mondo, il quale è indispensabile per lo sfollamento, il furto di terre, il genocidio e il mantenimento delle condizioni di dominio sociale.
L’industrializzazione e dunque l’inasprimento delle relazioni di potere e delle strutture di sfruttamento difficilmente sarebbero stati possibili senza l’invenzione della ferrovia. Ancora oggi questa tecnologia viene utilizzata per colonizzare territori non ancora sviluppati e renderli accessibili allo sfruttamento capitalistico (basti pensare al coinvolgimento della Deutsche Bahn nel progetto “Tren Maya” in Messico e nella realizzazione del collegamento ferroviario con un nuovo porto d’altura nell’est dell’Amazzonia brasiliana).
Potrebbe sorgere la domanda sul perché stiamo attaccando proprio il trasporto ferroviario, che si suppone sia molto meno impattante dal punto di vista climatico rispetto, ad esempio, al trasporto su strada. In primo luogo, anche a noi le autostrade fanno schifo. Al contempo, riteniamo che la narrazione del “processo di riconversione verde” sia una menzogna volta a vendere la speranza di un futuro ecologico per il sistema.
La locomotiva verde del progresso ci salverà dalla catastrofe climatica con soluzioni tecnologiche a zero emissioni di CO2!
Ma per noi è proprio questo progresso che rappresenta la catastrofe. Oltre a immettere nell’atmosfera non meno, ma sempre più CO2, in nome dell’energia verde e della mobilità rispettosa del clima vengono estratti litio, cobalto e terre rare su scala sempre maggiore, distruggendo così ecosistemi e equilibri sociali. L’estrattivismo sta devastando aree sempre più vaste della Terra e fa parte della stessa megamacchina che produce nientaltro che un’esistenza di miseria sociale per la maggioranza delle persone. È ora di tirare il freno d’emergenza.
Ma per noi questo progresso rappresenta la catastrofe. Oltre a immettere nell’atmosfera sempre più CO2, in nome dell’energia verde e della mobilità a basso impatto climatico, vengono estratti litio, cobalto e terre rare su scala sempre maggiore, con conseguenze devastanti per gli ecosistemi e gli equilibri sociali. L’estrattivismo sta distruggendo aree sempre più vaste del pianeta e costituisce parte integrante della stessa megamacchina che produce miseria sociale per la maggioranza delle persone. È ora di tirare il freno d’emergenza.
Ancora qualche parola sul blocco del flusso di persone: proprio accanto ai binari della ferrovia si trova la prigione di Bässlergut, dove esseri umani vengono rinchiusi in attesa di deportazione perché non rispettano le regole dell’ordine mondiale coloniale e non rientrano nella catena delle merci del luogo in cui sono nati. Alcuni di loro hanno condotto per mesi ripetuti scioperi della fame per lottare per la libertà.
Queste strutture di controllo e asservimento operano anche qui, al confine tra Germania e Svizzera, al di fuori delle mura del carcere, sotto forma di una vera e propria caccia all’uomo. Qui, nella zona di libera circolazione delle persone, masse di poliziotti federali tedeschi pattugliano per impedire che la libera circolazione delle persone venga fraintesa. Poiché, ovviamente, non si applica a tutti. I lavoratori e i turisti possono circolare liberamente. Ma a chi ha i documenti sbagliati o non li ha affatto viene negato il diritto di viaggiare in treno da Basilea alla Germania.
Consideriamo la nostra azione come parte della lotta contro il regime omicida delle frontiere. Siamo solidali con tutti coloro che attraversano i confini e sfidano le politiche di morte dell’Europa.
Nel mondo in cui viviamo, ci viene raccontato che quanto sopra menzionato sia indispensabile. Che, sebbene spetti a noi fare del nostro meglio, non potremmo mai condurre una vita così bella e sicura come quella che ci viene concessa, se fossimo lasciati a noi stessi.
Ma ci sono anche altri racconti. Storie di una vita al di fuori della logica dello sfruttamento, storie di lotte intergenerazionali delle comunità di tutto il mondo contro l’oppressione, lo sfruttamento e la distruzione della natura. Storie di resistenza, di aiuto e cura reciproci.
Queste storie non sono solo idee, sono possibilità. Crediamo in queste storie e vogliamo continuare a scriverle. Vogliamo attaccare l’esistente per fare spazio al possibile.
Sabotiamo la normalità capitalistica!
Né confini né nazioni.
[Pubblicato in tedesco in https://barrikade.info/article/6941 | Tradotto in italiano e pubblicato in https://lanemesi.noblogs.org/post/2025/05/23/sabotaggio-incendiario-contro-la-rete-ferroviaria-basilea-svizzera-9-aprile-2025/]