Guardie e ladri? Una storia di misure investigative + aggiornamento sul processo Zündlumpen §129 di Monaco di Baviera (Germania, 25 marzo 2025)
In carcere per la pubblicazione di un giornale anarchico
Di seguito intendiamo parlare della miserabile impresa che ha tenuto impegnati i Servizi di Sicurezza di Monaco per due anni: come diamine sono riusciti a trafugare il sangue dell’anarchica N. per ottenere un campione di DNA. I poliziotti bavaresi non hanno badato a spese né a fatiche per portare a termine questo subdolo lavoro e alcuni dei metodi utilizzati potrebbero risultare interessanti anche per voi. Alla fine del testo troverete inoltre un elenco di ulteriori mezzi investigativi utilizzati dalla polizia di Monaco durante le sue indagini.
Recentemente, il 26 febbraio 2025, l’anarchica N. è stata arrestata insieme all’anarchico M. Il mandato di arresto fu emesso [ndt. originariamente] per l’accusa di associazione a delinquere (insieme a un’altra persona) finalizzata alla pubblicazione del settimanale anarchico Zündlumpen.
Per saperne di più sulle accuse: https://lanemesi.noblogs.org/post/2025/03/10/a-proposito-delloperazione-repressiva-in-germania-e-austria-solidrieta-con-gli-anarchici-arrestati/
Che cos’è la polizia?
Si potrebbe dire che la polizia non è altro che una forza di occupazione militare permanente operante su di un determinato territorio, la quale tenta di proiettare il proprio potere nello spazio (e nel tempo) per mezzo di ausili tecnologici. I nostri cari Obermaier, Findeisen, Unglaub e Rinds lo hanno certamente compreso all’interno di un circolo di lettura chiamato “EG Schrift”, sicuramente molto istruttivo per loro. Probabilmente però non c’è nessuno che abbia interiorizzato meglio questo concetto, e che di conseguenza sia stato in grado di farsi beffe di interi squadroni di polizia per anni, quanto i famigerati “eroi popolari” bavaresi: ladri e bracconieri, come il bavarese Hiasl o il brigante Kneißl, ma anche come tutti quei contadini che disertarono il servizio militare in una delle prime rivolte rivoluzionarie contro le autorità (bavaresi). Ma non esistono solo celebri figure di epoche lontane, ci sono ancora oggi innumerevoli individui che sanno come sgattaiolare qua e là tra le grinfie degli scagnozzi della (rinnovata) dinastia regnante bavarese, smascherandoli, a volte in modo più o meno spietato, ed esponendoli al pubblico ludibrio.
E poiché crediamo valga la pena rammentare anche momenti più modesti, quasi quotidiani, di questa perpetua e antagonistica prova di forza tra le autorità e le individualità ribelli, vorremmo ricostruire uno di questi momenti, il cosiddetto processo “Zündlumpen”, dagli archivi di polizia, a beneficio di tutti coloro che, come noi, provano piacere nell’imbrogliare gli sbirri, pure se alla fine il punteggio sembra volgere a favore del potere statale.
Guardie e ladri?
È il 2022. In una grigia mattina di primavera la polizia fa irruzione, a Monaco e nei dintorni, in quattro appartamenti di anarchici, in tre scantinati, tra i quali una tipografia, e nella biblioteca anarchica Frevel. Sono alla ricerca di tre persone e di ogni genere di materiale cartaceo. L’accusa è di partecipazione ad un’organizzazione criminale, in quanto la redazione del settimanale anarchico Zündlumpen, secondo la procura bavarese, rientra in questa fattispecie. Due dei ricercati vengono arrestati e al terzo sarà data la caccia per quasi due anni. Poiché questi birri dello Stato è il sangue che vogliono, o quantomeno del materiale genetico. Naturalmente un’aggressione del genere non si accetta benvolentieri, volontariamente. Perciò il fatto che la persona ricercata, chiamiamola N., non risponda all’invito di consegnare il suo DNA ai segugi del procuratore antiterrorismo secondo modalità “non burocratiche”, probabilmente non sorprende nemmeno il procuratore stesso. Ciò che può apparire particolarmente sorprendente casomai è il tentativo di eludere le vie legali per il prelievo di DNA, ma tentar non nuoce.
Altro fatto singolare: gli sbirri starebbero aspettando di verificare l’esito di questo tentativo. Alla fine finalmente si comincia: inizia la tanto attesa caccia all’uomo da parte dei cani da guardia. Prima tentano la via più economica: ogni notte, a orari diversi, vengono mandati agenti di pattuglia della stazione di polizia più vicina a fare la ronda intorno all’appartamento di N. . In base alla presenza della sua automobile, ad esempio, controllano quando lei è sul posto. Non ci riescono. L’auto non viene parcheggiata davanti all’appartamento. Le ronde, tuttavia, non passano inosservate. Niente di cui stupirsi. Dopo tutto, si tratta pur sempre di pattugliamenti.
Tentativo successivo: gli agenti della Sicurezza di Stato suonano il campanello. Nessuno apre. Magari avrebbero voluto introdursi; ma non sono abbastanza pratici. A quel punto, cosa che ha senso solo nella mente di uno sbirro: perquisizione dell’appartamento dei vicini. N. non è lì. Quindi di nuovo. Gli agenti della Sicurezza di Stato si presentano nuovamente, questa volta con il padrone di casa al seguito. Questi apre loro la porta, ma N. non c’è. Rimangono quindi in contatto con il padrone di casa, impaziente di collaborare, che diligentemente e regolarmente denuncia ai poliziotti gli orari di presenza di N. (che conosce), ottenendo anche informazioni dai vicini e riferendole ai poliziotti. Ma nemmeno questo porta ad alcun risultato.
Gli sbirri fiutano che N. deve avere altri posti dove alloggiare e, poiché nel corso delle indagini hanno già analizzato i movimenti del suo conto corrente e tutti i trasferimenti bancari degli ultimi 8 anni (!), chiedono a tutte le possibili società di spedizione postale se dispongano di eventuali altri indirizzi per le consegne. Interpellano sistematicamente società come PayPal, Ebay e altre per sapere se N. avesse un account presso di loro e, in caso affermativo, quali indirizzi di contatto vi fossero memorizzati. Anche alla compagnia ferroviaria tedesca Deutsche Bahn e a FlixBus vengono richieste informazioni sulle abitudini di viaggio di N. e, naturalmente, un mandato di ricerca a livello nazionale per N. e il suo presunto compagno (per il quale gli sbrri stanno ufficialmente effettuando una ricerca su tutto il territorio nazionale a causa di una multa di 10 euro non pagata e di una mancata comparizione in tribunale) è già stato emesso.
A qualche sbirro particolarmente intraprendente viene anche l’idea di richiedere gli elenchi dei frequentatori dei corsi alla vecchia scuola professionale frequentata da N., probabilmente per individuare eventuali contatti; richiesta enfatizzata in via cautelativa da un mandato di perquisizione e da una lettera del procuratore antiterrorismo (“Ufficio Centrale per la Lotta all’Estremismo e al Terrorismo”, recita l’intestazione palesemente e deliberatamente intimidatoria della lettera).
Ma nulla di tutto ciò conduce ai risultati sperati.
Quindi il tentativo successivo: ZKÜ, ovvero il monitoraggio dell’uso delle carte di pagamento presso i bancomat, ecc. Per inciso, un’operazione di sorveglianza delle telecomunicazioni già in corso all’epoca fallì perché il dispositivo monitorato non veniva utilizzato. Tuttavia, la speranza è che la sorveglianza della carta, già oggetto di ricerche nei registri bancari, permetta di sfruttare in modo proficuo per le indagini i periodici prelievi di denaro contante effettuati da N.. Viene quindi inviata una lettera alla banca, la cui carta intestata è ancora una volta discretamente targata “Ufficio Centrale per la Lotta all’Estremismo e al Terrorismo”. Gli sbirri dovranno essere avvisati, in tempo reale, ogni volta che la carta di N. verrà utilizzata e sarà utile che la banca limitasse le operazioni bancarie online; inoltre la banca dovrà annullare il conto di N., scrivono giovialmente, una volta che le ricerche della polizia saranno andate a buon fine.
Conseguentemente, gli investigatori cercano di stabilire degli schemi di prelievo di denaro per intercettare N., ma non ne viene fuori nulla. Anche le pattuglie inviate in una filiale della banca sono sempre troppo lente, non riuscendo mai a scovarla.
Così scrivono di nuovo alla banca, chiedendo se fosse possibile abbassare il limite di prelievo giornaliero nella speranza di indurre N. a recarsi allo sportello e ottenere così più tempo per tentare un arresto presso la filiale. La banca collabora, ma N. intuisce una trappola e aumenta di nuovo il limite di prelievo tramite l’online banking. Dato che la cosa funziona, i suoi sospetti svaniscono di nuovo. Gli sbirri non ne traggono comunque nulla di positivo.
Nel frattempo cercano di tagliarle i soldi. N. riceve regolarmente dallo Stato il cosiddetto “Bürgergeld” [ndt. sussidio di cittadinanza]. Così i segugi si presentano al Jobcenter [ndt. centro per l’impiego] e si assicurano che il suo sussidio non venga prorogato. Con un pretesto, sia chiaro, come gli stessi sbirri si rallegrano di annotare nel loro fascicolo. Questo però significa anche – ci si chiede se gli scaltri investigatori ne abbiano tenuto conto – che N. ha un motivo in meno per andare in banca, ora che non c’è più nulla da prelevare dal suo conto.
È il momento del prossimo colpo degli sbirri: monitorare le telecomunicazioni dei genitori di N. In un mondo tecnologicamente saturo come il nostro, ciò rappresenta un metodo potentissimo per infiltrarsi nelle relazioni interpersonali. Ciò che due persone si dicono può essere facilmente ascoltato da spie e informatori professionisti che agiscono per conto dello Stato. E anche se personalmente si fa a meno di questi strumenti di comunicazione tecnologica, difficilmente ci si può aspettare che tutti i propri contatti sociali evitino di parlare di sé in queste relazioni mediate e di rivelare informazioni anche piuttosto intime sulla propria vita.
Ciononostante, i segugi sguinzagliati continuano ad avere difficoltà: a causa della registrazione del numero di cellulare della madre di N. con un nome dalla grafia invertita – o si trattava solo di una virgola? – occorre utilizzare un altro giocattolo tecnico per scoprire la sua utenza: l’IMSI catcher. Una prima volta a casa della madre di N., la seconda volta sul suo posto di lavoro. Ed eccoci qua: l’incrocio delle chiamate tra le due utenze è ora monitorato. Magari sarebbe bastata un’occhiata umana all’elenco telefonico.
Da quel momento in poi gli sbirri ascolteranno le conversazioni tra la madre di N. e tutti i suoi contatti. Da una conversazione tra lei e un’amica, ricavano l’informazione che N. trascorre spesso la notte nei boschi. Inoltre è previsto che N. vada a trovare i suoi genitori a Natale. Insomma di nuovo straordinari per la polizia durante le vacanze.
Così il MEK [ndt. Mobile Einsatzkommandos, reparti speciali della polizia tedesca] si apposta fuori dall’appartamento dei genitori e poi la osserva mentre parte per il suo luogo di residenza temporaneo. Che dire, un punto per i poliziotti. Probabilmente si sentono già sicuri. Le operazioni di osservazione proseguono il terzo, il quarto, il quinto, il sesto giorno e così via. Tuttavia non avviene alcuna cattura. Il quindicesimo giorno però N. sfugge ai pedinatori e scompare. Che peccato. Forse si è semplicemente azzardato troppo?
A questo punto dunque la polizia decide di affidarsi alla casualità, cercando di sistematizzarla attraverso pattugliamenti di routine regolari. Perché ovviamente, almeno nei ranghi dirigenziali di questa organizzazione, è noto che la routine burocratica, ma soprattutto la monodimensionalità richiesta al pensiero degli agenti al momento dell’assunzione, fa svanire qualsiasi brillantezza personale e genialità investigativa e che, senza questo incremento istituzionalizzato delle casualità, difficilmente si andrebbe oltre una manciata di successi polizieschi degni di nota. E nel febbraio 2024 anche la nostra storia subisce tale casualità: un agente della Sicurezza di Stato – chissà da dove viene? – riconosce N. per strada e manda una pattuglia a fare un sopralluogo. Segue un tentativo di fuga, che purtroppo fallisce. Ed è così che, circa due anni dopo, i segugi riescono a procurarsi il sangue, o in questo caso un fluido corporeo un po’ più volgare: la saliva.
Come sono stati catturati gli scribaccini?
Ulteriori strategie investigative nel quadro del processo Zündlumpen, perseguite dagli inquirenti a seguito delle perquisizioni del 2022, sono state le seguenti:
– Le lettere private rinvenute sono state analizzate da esperti forensi e confrontate con lo stile di scrittura di Zündlumpen;
– Le copie delle edizioni di Zündlumpen rinvenute sono state analizzate per determinarne il metodo di stampa;
– I padroni di casa, i residenti e i custodi sono stati interrogati su chi/come usava quali luoghi e se fosse stato notato qualcosa (incoraggiandoli a recidere i contratti con gli sgradevoli anarchici?);
– Gli estratti conto bancari risalenti a otto anni addietro sono stati analizzati per verificare se fossero stati acquistati materiali stampati o magari letteratura anarchica. O qualsiasi altra cosa strana verificatasi sul conto…;
– Sono stati contattati gli ex datori di lavoro per ottenere, ove possibile, campioni di testo da confrontare;
– Si è tentato di censurare i numeri di Zündlumpen archiviati sul sito archive.org (!) e di ottenere informazioni dal sito (senza successo);
– È stata elaborata una caratterizzazione degli accusati, dal titolo “Mentalità ideologica e vita anarchica”;
– Sono state effettuate analisi di prelievi, tracce e scansioni di DNA, nonché di impronte digitali su prove quali opuscoli/libri, porte, tazze, macchinari per la stampa, e molte altre cose…;
– Sono state condotte analisi sulla calligrafia, per confrontare testi privati con lettere pseudonimizzate;
– Sono stati confrontati testi e immagini fra quelli rinvenuti durante le perquisizioni e quelli pubblicati nel giornale;
– Sono state fatte analisi di contenuto, per determinare se testi privati corrispondano a testi del giornale e forniscano indicazioni sulla paternità;
– I contenuti sono stati studiati in maniera generale e sono state condotte analisi “ideologiche” di testi, giornali, opuscoli, ecc. rinvenuti (in totale sono stati sequestrati centinaia di singoli opuscoli e giornali);
– Sono stati analizzati i metadati delle immagini trovate;
– Eventualmente e laddove possibile, verranno avviate “procedure accessorie” per i cosiddetti “ritrovamenti casuali”.
Aggiornamento e solidarietà
Gli anarchici N. e M. sono in carcere da quasi un mese con l’accusa di aver redatto il giornale anarchico Zündlumpen nell’ambito di un’organizzazione criminale (assieme a un’altra persona). N. si trova nel carcere femminile di Aichach (vicino ad Augsburg), M. è ancora a Stadelheim. N. non può ancora indossare abiti privati e deve continuare a indossare l’uniforme del carcere, mentre M. ha già la possibilità di indossare abiti privati nel carcere maschile di Stadelheim. L’immediato trasferimento dell’anarchica N. in un carcere di provincia è un’ulteriore misura repressiva, poiché è ancora più isolata e le visite dei parenti sono rese ancora più difficili.
M. ha appena subito una procedura di riesame per la custodia cautelare, in seguito alla quale la sua detenzione preventiva è stata purtroppo prorogata. La valutazione della carcerazione di N. avverrà a breve.
Finora abbiamo poche notizie e informazioni sulle condizioni detentive di N. e M., poiché le limitazioni nelle carceri bavaresi sono particolarmente restrittive.
È quindi ancora più importante mostrare la propria solidarietà!
Se volete scrivere delle lettere, scrivete a solidaritaet-mit-n-und-m ät riseup.net e vi invieremo i loro indirizzi.
[Pubblicato in tedesco in https://de.indymedia.org/node/499854 | Tradotto in italiano e pubblicato in https://lanemesi.noblogs.org/post/2025/03/27/guardie-e-ladri-una-storia-di-misure-investigative-aggiornamento-sul-processo-zundlumpen-%c2%a7129-di-monaco-di-baviera-germania-25-marzo-2025/]