Nove anni dall’arresto dei compagni Kevin Garrido e Joaquín García. Memoria e solidarietà con chi sfida il potere (Cile)
Nelle prime ore del 19 novembre 2015, il compagno Kevin Garrido, 18 anni, si recò in bicicletta nei pressi della Scuola della Gendarmeria di San Bernardo, armato di una bomba, un coltello e un accendino. Dopo aver scelto il luogo di collocazione, il compagno attivò la bomba realizzata in modo artigianale (composta da un estintore riempito con più di 2 chili di polvere nera, schegge e una miccia).
Dopo la detonazione presso uno degli ingressi della scuola carceraria, il compagno fu rapidamente inseguito e catturato da un’auto in borghese della bastarda polizia cilena che ne seguiva i passi per via del piazzamento di un altro ordigno esplosivo collocato nel 12° commissariato di San Miguel il 29 ottobre 2015, rivendicato dalla “Conspiración Internacional por la Venganza – Célula Deflagrante Gerásimos Tsakalos” [Cospirazione Internazionale per la Vendetta – Cellula Esplosiva Gerasimos Tsakalos] (compagno della CCF imprigionato in Grecia).
La sera stessa fu emesso un mandato di cattura per il compagno anarchico Joaquín García Chanks, considerato coautore dell’attacco al 12° commissariato, insieme a Kevin. La mattina dopo, entrambi i compagni furono fatti apparire su tutti i canali televisivi quale trofeo per lo Stato di polizia cileno:
«Mi hanno fatto sedere in una delle loro sale per più di sei ore per ascoltare le parole vomitate da un pubblico ministero dal fetore nauseabondo. Di fronte ai discorsi di giudici e procuratori che accusavano me e il mio compagno e ci minacciavano con decine di anni di carcere, si aspettavano facce tristi o preoccupate, non sapendo che avremmo riso e li avremmo insultati in faccia.»
Kevin Garrido, novembre 2016
Dopo la formalizzazione, i compagni furono posti in detenzione preventiva nella sezione di massima sicurezza del CAS. Nel giugno 2016, dopo aver vissuto per 7 mesi in questo regime punitivo e di isolamento, Kevin chiese il trasferimento al carcere/impresa di Santiago 1, dove fu destinato a diversi moduli per recidivi, senza passare prima per i moduli “prima volta” come prevede il protocollo, a dimostrazione di un chiaro atto di vendetta da parte della gendarmeria. Nonostante ciò, Kevin non chiese mai attenzioni alle sue misere guardie carcerarie, né camminò con timore all’interno del carcere. Al contrario, Kevin visse la sua prigionia con la stessa determinazione con cui si muoveva per strada e, per questo motivo, fu sempre ben accolto dagli altri detenuti nei moduli in cui si trovò a vivere.
Nel luglio 2016, il compagno Joaquín riuscì a uscire dal carcere ottenendo gli arresti domiciliari completi, dai quali evase pochi giorni dopo. Nel settembre 2016, dopo più di due mesi di latitanza, Joaquín fu ricatturato dal PDI, con in tasca un revolver e delle munizioni.
Dopo 3 anni e 7 mesi di carcere, si tenne un lungo processo a carico di entrambi i compagni. Il tribunale li dichiarò colpevoli dell’attacco al 12° commissariato di polizia di San Miguel, inoltre Kevin fu giudicato colpevole dell’attacco alla scuola della gendarmeria e Joaquín del porto di armi da fuoco e munizioni che aveva con sé al momento della cattura. Per questi reati, il 9 maggio 2018, Kevin e Joaquín furono condannati rispettivamente a 17 e 13 anni di carcere.
La mattina di venerdì 2 novembre 2018, dopo il conteggio mattutino, il compagno Kevin Garrido affrontò un conflitto con una tirannica guardia carceraria, che lo aggredì in maniera vile e vergognosa alle spalle mentre il compagno Kevin andava a prendere la sua arma per affrontarlo. In seguito a questa codarda aggressione, Kevin rimase gravemente ferito, non ricevendo la necessaria assistenza medica, aspettando l’ambulanza per 1 ora e 15 minuti. Fu trasferito all’ospedale Barros Luco, dove morì dopo un’operazione ad alto rischio.
Domenica 5 novembre si tenne un imponente funerale che si spostò da San Bernardo al quartiere La Victoria, dove fu accolto da compagni e sostenitori che accompagnarono il corteo funebre con grida, volantini, striscioni, fuoco, fuochi d’artificio e colpi d’arma da fuoco. Il tutto sotto un pesante assedio della polizia che vide elicotteri, GOPE, auto della polizia, feriti e scontri.
Il compagno Kevin Garrido non si considerò mai una vittima del sistema carcerario; al contrario, lo affrontò con dignità, dichiarando guerra a tutte le espressioni del bastardo autoritarismo che lo costituisce, siano esse guardie carcerarie, detenuti autoritari, giudici o pubblici ministeri.
Il percorso insurrezionale che Kevin intraprese fin da giovane, lo rivendichiamo ogni anno rendendolo presente nelle lotte di strada, in molteplici forme di propaganda e in azioni dirette che sfidano l’autorità, il sistema carcerario e le infrastrutture del progresso.
Attualmente, il compagno Joaquín García è detenuto nella prigione/impresa La Gonzalina di Rancagua, con una condanna fino al novembre 2028.
«Chi può dire di essere il primo a percorrere questa strada, sempre ingombra di molteplici sentieri? Noi ereditiamo, forse inconsapevolmente, gli strumenti e l’impulso che altri hanno lasciato; alcuni hanno rinunciato, altri se ne sono andati, alcuni sono ancora in piedi, ma ciò che non ha mai smesso di esistere è il terreno fertile, lo spazio antagonista in cui la violenza può essere esercitata, proiettata, maturata e differenziata.»
Joaquín García, dicembre 2018
Novembre nero in memoria del nostro compagno
Kevin Garrido e di tutti i nostri morti
Libertà per il compagno Joaquín García!
[Tratto da https://darknights.noblogs.org/post/2024/12/04/hile-9-years-since-the-arrest-of-comrades-kevin-garrido-and-joaquin-garcia-memory-and-solidarity-with-those-who-challenge-power/ | Tradotto e pubblicato in italiano in https://lanemesi.noblogs.org/post/2024/12/06/nove-anni-dallarresto-dei-compagni-kevin-garrido-e-joaquin-garcia-memoria-e-solidarieta-con-chi-sfida-il-potere-cile/]