Lottare contro guerra, repressione e 41 bis. Intervento all’assemblea pubblica del 30 giugno 2024 a Milano
Intervento all’assemblea pubblica del 30 giugno 2024 al CSOA Cox18 a Milano.
La questione del regime di 41 bis è tornata alla ribalta prepotentemente a seguito dell’applicazione del 41 bis ad Alfredo Cospito, della sua lotta e della mobilitazione che ne è seguita.
La finalità del 41 bis, massima espressione dell’isolamento carcerario è quello d’isolare il prigioniero rispetto all’esterno e colpire la sua determinazione. È bene chiarire che il 41 bis è stato progettato a livello strategico contro i rivoluzionari prigionieri. Lo scopo dello Stato è quello di colpire la loro identità politica, di spezzare il legame fra loro da una parte, e il Movimento, le avanguardie rivoluzionarie e la Classe dall’altra. Lo Stato toglie il rivoluzionario prigioniero dal 41 bis solo se diventa delatore, rinnega e si arrende. È inoltre usato fortemente come forma di deterrenza per chi lotta all’esterno.
Come detto in precedenza, il 41 bis è l’apice, ma ci sono altri livelli di forme d’isolamento come ad es. Alta sicurezza e 14 bis. Contro il 41 bis si sono sviluppate mobilitazioni di solidarietà ai prigionieri sottoposti a questo regime. Lo Stato ha cercato in varie occasioni di colpire questa solidarietà. Esempi ne sono le indagini e i processi avviati contro decine di compagni/e (manifestazione davanti al carcere di L’Aquila nel 2007 e poi nel 2018 sempre davanti allo stesso carcere, fino ad arrivare in tempi più recenti alle varie operazioni giudiziarie nei confronti di compagni/e per le mobilitazioni, avvenute in varie parti d’Italia, in solidarietà ad Alfredo Cospito, come per esempio le denunce nei confronti di compagni di Bologna, Rovereto e Potenza, i divieti di dimora comminati a diversi compagni per il corteo di Milano dell’11 febbraio 2023 e da ultimo il processo, che inizierà il 3/7/2024, contro 13 compagni accusati di resistenza aggravata, travisamento e danneggiamento relativo allo stesso corteo.
In Italia, l’isolamento carcerario rientra in un contesto di violenze, pestaggi e soprusi da parte delle guardie verso tutto il corpo prigioniero. Esempi sono i morti nel carcere di Modena, i pestaggi nel carcere di Santa Maria Capua Vetere e recentemente i pestaggi e le torture avvenuti nel carcere minorile “Beccaria” di Milano.
Non è da oggi che l’isolamento carcerario viene applicato dagli Stati imperialisti, come vera e propria strategia contro le avanguardie rivoluzionarie. In Italia, basti ricordare l’istituzione delle carceri speciali negli anni ’70, l’applicazione dell’art. 90 (i famigerati braccetti della morte), l’uso di una vera e propria tortura fisica negli anni ’80 -’82 (tra i tanti, il caso di Cesare Di Lenardo, tuttora detenuto, è emblematico: fu sottoposto a scosse elettriche su tutto il corpo, genitali compresi), in perfetto stile delle dittature sudamericane e adottato stabilmente nelle democrazie borghesi. Queste strategie sono state attuate anche a livello internazionale, come negli USA negli anni ’60 -’70 come per esempio contro i militanti del Black Panther Party, in Germania contro la RAF, in Inghilterra contro l’IRA, in Spagna contro i prigionieri del PCE, dei GRAPO, di ETA. E in tempi più recenti in Turchia (celle tipo F e ora con i carceri noti come “S”, “R”, “Y”), in Grecia le celle di tipo C. Ci preme sottolineare che tutte queste forme d’isolamento sono tuttora in atto, in tutti questi Paesi. In questo periodo va sottolineata con forza la resistenza delle migliaia di prigionieri palestinesi contro i pestaggi e le vessazioni quotidiane che dopo il 7 ottobre si sono fortemente acuite. Prigionieri che da sempre hanno avuto un ruolo fondamentale perchè rappresentano la determinazione del popolo palestinese ad opporsi al sionismo.
Gli Stati imperialisti per garantire la continuità del proprio sistema devono ricorrere alla repressione nei confronti del loro nemico di classe (proletariato metropolitano). E questo spiega la repressione da un lato contro i lavoratori, studenti, immigrati che lottano per difendere e migliorare le proprie condizioni di vita e di lavoro e, dall’altro, contro comunisti, antimperialisti, antifascisti e anarchici, che si organizzano per combattere il sistema di oppressione e sfruttamento. In Italia è di questi giorni la proposta di legge “DL 1660”, ennesimo decreto sicurezza, inteso a criminalizzare ed inasprire le pene nei confronti di chi lotta e si organizza. Tutto ciò rappresenta il “fronte interno” della guerra imperialista.
Gli Stati imperialisti in questo periodo hanno dato un’accelerazione alla guerra imperialista per far fronte alla loro crisi. Lo Stato italiano, in ambito UE-NATO, ha assunto un ruolo di primissimo piano nel conflitto russo-ucraino come si vede dall’aumento delle spese militari, dall’invio di armi e denaro al governo ucraino, dall’addestramento di militari ucraini nelle caserme italiane, dal protagonismo nel business della ricostruzione in Ucraina e dal sostegno assoluto della linea guerrafondaia del Blocco occidentale contro la Federazione russa, supportato anche da una massiccia propaganda massmediatica. Allo stesso modo, per ritagliarsi uno spazio nell’area mediorientale, sta appoggiando lo Stato sionista inviandogli armi e partecipando, con un ruolo di primo piano, alla missione militare nel Mar Rosso.
Contro tutto questo occorre unire le forze, sviluppando mobilitazioni davanti alle basi NATO, davanti alle ambasciate e consolati USA, promuovendo e partecipando alle lotte contro le politiche economico-sociali e repressive del governo italiano e portando avanti un’attività di solidarietà nei confronti di tutti i rivoluzionari prigionieri, tra cui i tre compagni delle BR-PCC e il compagno anarchico sottoposti al regime di 41 bis, in quanto parte integrante del Movimento Rivoluzionario e della nostra Classe perchè continuano a resistere difendendo la loro identità rivoluzionaria contro i continui tentativi dello Stato di ricollocarli all’interno delle compatibilità borghesi, come avvenuto anche in passato con proposte di soluzione politica, amnistia e indulto.
Collettivo contro la repressione per un Soccorso Rosso Internazionale (CCRSRI)
[Tratto dal web e ripubblicato in https://lanemesi.noblogs.org/post/2024/07/10/lottare-contro-guerra-repressione-e-41-bis/]