La versatilità del lenzuolo

La versatilità del lenzuolo

Il lenzuolo è una tela di tessuto solitamente leggero di varie misure e colori.
Può avere una lunghezza che va dai 160 cm ai 2metri e una larghezza dai 60 cm ai 180, suppergiù. Viene utilizzato prevalentemente per ricoprire i letti e le membra che ivi riposano.
Nel corso del tempo gli umani hanno scoperto molteplici utilizzi di questa tela.
Per esempio il lenzuolo, soprattutto se di colore bianco, viene usato per nascondere alla vista delle persone facilmente impressionabili i corpi privi di vita sparsi in una strada dopo un attacco missilistico di un paese nemico. Va da sé che se il missile è caduto sopra una scuola o un ospedale o in mezzo alle case è necessario utilizzare molte lenzuola e fermarle con le pietre affinché il vento non scopra i corpi smembrati.

Il lenzuolo può essere anche usato come strumento per impiccarsi: è noto che nelle carceri l’impiccagione, sempre più praticata, si avvale dell’utilizzo di questa tela, ancora una volta bianca ma con due strisce laterali marroncine e la scritta Dap che rivendicano la proprietà dello stato sul lenzuolo, sulle carcerate e sui carcerati. Sempre nelle carceri, le lenzuola vengono altresì utilizzate dalle guardie per percuotere i prigionieri e le prigioniere, a volte per sedare ribellioni a volte per diletto; alla bisogna il lenzuolo – opportunamente bagnato – si rivela un ottimo strumento di persuasione essendo noto che battuto ripetutamente sulle gambe, sul torace o nel viso provoca dolore, fratture e emorragie interne senza lasciare segni visibili all’esterno.

Il lenzuolo è anche un buon congegno per contenere: un lenzuolo abbastanza lungo può trasformarsi in un ottima camicia di forza o in un’unica avvolgente cinghia contenitiva di pazienti psichiatrici, detenuti e detenute nelle prigioni e nei campi di concentramento di donne e uomini stranieri privi di documenti. Le lenzuola possono essere anche tagliate per creare efficaci bavagli utilizzati sopratutto per silenziare le urla durante stupri e torture nei luoghi di cui sopra.
Questi insomma sono alcuni degli usi comuni del lenzuolo.

Ma metti caso che un giorno ti venga l’idea di usarlo tu un lenzuolo, di scriverci sopra, di appenderlo a sventolare e di impiegarlo come bandiera per dire qualcosa, per raccontare da quale parte stai, per trasmettere solidarietà ed esprimere dei desideri.
Vabbe’, forse un solo desiderio, tuttavia ardente, perché sì, è vero che ci hai scritto che quei luoghi vorresti vederli bruciare, ma giusto perché non c’era sufficiente spazio per aggiungere che vuoi anche che tutti e tutte sappiano cosa succede nelle carceri o nei Cpr e vuoi che il lenzuolo non sia più una corda per impiccarsi, un bavaglio per far tacere, un bastone per domare, una camicia per trattenere. E vuoi che tutti e tutte vogliano che quei posti sprofondino e che le lenzuola si usino solo per riposare. E che vuoi che le compagne e i compagni siano tutti fuori dalle galere…
Troppo per un piccolo lenzuolo bianco appeso sotto il tribunale.
A pensarci bene, però, questa è una delle modalità di utilizzo del lenzuolo non consentita, con conseguenze degne di rilievo.

E dunque, velocemente, i fatti: con ipotesi di reato di istigazione a delinquere, tre compagnx vengono prelevati, chi al lavoro, chi a casa, le loro abitazioni perquisite, posti sotto sequestro tutti i dispositivi elettronici in loro uso (PC, telefoni, pendrive e memorie esterne) – che vengono restituiti, quasi inutilizzabili, dopo oltre otto mesi. La brillante operazione si conclude con la confisca dello striscione e con l’identificazione, semplice e immediata, dei/delle tre scostumatx istiganti. Successivamente il PM, in un momento di rara lucidità, propone l’archiviazione del procedimento, ma il giudice non è d’accordo: venghino, siori e siore, venghino allo spettacolo dove non-si-può-consentire-l’istigazione-a-far-scomparire-quei-luoghi in cui il lenzuolo deve esprimere la sua versatilità!

Il 3 luglio infatti ci sarà la camera di consiglio sulla decisione se archiviare o no il procedimento … ma nel frattempo sono piovute decine di denunce e decreti penali di condanna per invasione e occupazione di campi di favino (sic!) con relativa distruzione del raccolto (sic-sic!), presa di parola e manifestazioni non autorizzate (sic-sic-sic!), tutte relative alle attività di supporto, solidarietà, vicinanza e affetto nei confronti di Alfredo Cospito, prigioniero anarchico al 41bis nel carcere di Bancali a Sassari, allora in sciopero della fame contro il regime di detenzione e l’ergastolo, che ha avuto la forza per lunghissimi mesi di rimettere al centro dell’attenzione di tuttx la questione del carcere e della sua barbarie, lenzuola comprese, appunto.

Tre compas dalla Barbagia

[Tratto da Sardegna Anarchica e ripubblicato in https://lanemesi.noblogs.org/post/2024/07/01/la-versatilita-del-lenzuolo/]