Comunicato sull’attacco esplosivo contro la base centrale delle MAT e dell’EKAM da parte di Giustizia Proletaria Armata (Atene, Grecia, 18 dicembre 2023)

Comunicato sull’attacco esplosivo contro la base centrale delle MAT e dell’EKAM da parte di Giustizia Proletaria Armata (Atene, Grecia, 18 dicembre 2023)

Lunedì 18 dicembre è stato collocato un ordigno esplosivo presso la base principale delle MAT (“Unità per il Ripristino dell’Ordine”, con funzioni antisommossa) e dell’EKAM (“Unità Speciale Repressiva Antiterrorismo”) della polizia greca, situato nel quartiere ateniese di Goudi. Per motivi imprecisati l’ordigno non è detonato, pertanto è stato disinnescato dalle forze repressive. Il 24 dicembre Ένοπλη Προλεταριακή Δικαιοσύνη (Giustizia Proletaria Armata), una formazione rivoluzionaria prima sconosciuta, ha rivendicato la responsabilità dell’azione. Il testo che segue è la traduzione in italiano del comunicato.

Ένοπλη Προλεταριακή Δικαιοσύνη [Giustizia Proletaria Armata]
Comunicato n. 1

Il 18/12 dei combattenti armati della nostra organizzazione si sono avvicinati al Campo Centrale delle MAT e dell’EKAM (presso la Direzione Operativa della Polizia dell’Attica) in via Kokkinopoulou e hanno collocato un ordigno sotto la garitta. Questa volta siete stati fortunati, la prossima volta non succederà. Dedichiamo la nostra azione a coloro che sono stati assassinati, torturati, picchiati e stuprati dalla polizia greca. La lotta armata richiede responsabilità e coscienza politica. Non è né il passatempo di qualche estremista né la perversione di qualche fanatico. È una scelta politica. La nostra prima preoccupazione è stata, è e sarà in futuro la protezione di ogni persona estranea alla nostra azione. Per garantire l’allontanamento sicuro dei passanti casuali, sono state effettuate due chiamate di avvertimento in cui sono state fornite istruzioni dettagliate alla polizia. Per noi – e lo sottolineiamo – è della massima importanza che nessuna persona innocente venga danneggiata in alcun modo. Gli obiettivi che abbiamo scelto e che sceglieremo in futuro – siano essi infrastrutture materiali del sistema o soggetti specifici – saranno chiaramente definiti come tali. Non vogliamo mettere a rischio la sicurezza di nessun altro. Anche se ciò pone a rischio la nostra sicurezza. Ci assumiamo l’enorme responsabilità che deriva dall’uso di tali strumenti di lotta. Punto.

In Grecia esiste una lunga tradizione storica di organizzazioni di guerriglia urbana. La loro azione, in base al contesto storico e alle condizioni del periodo, è sempre stata politicamente giusta, mirando a quella feccia venduta e all’infrastruttura dell’establishment politico-economico. Con la nostra azione sono crollati i vuoti proclami di Néa Dimokratía, che a ogni occasione proclama la definitiva eliminazione della guerriglia urbana. Abbiamo messo in discussione la tanto pubblicizzata dottrina della legge e dell’ordine prendendo di mira la sede del MAT/EKAM. Colpiremo ancora al momento giusto, mirando agli sprezzanti rappresentanti del marcio sistema politico ed economico e ai loro scagnozzi in uniforme. Cioè i responsabili dei crimini più efferati commessi in nome dello Stato. La prossima volta i bastardi in uniforme si troveranno di fronte alle canne dei nostri fucili. E questa non è una minaccia. Né un avvertimento. È un impegno. Non ci piace l’arroganza, ma ci piace che sia la coerenza a definire il nostro discorso politico. Questo Stato di polizia si basa sul potere delle armi e chiunque voglia combatterlo deve attenersi agli stessi standard. Noi lanciamo il guanto di sfida e dichiariamo che parleremo la stessa lingua che i fascisti della polizia greca possono comprendere; l’abbiamo recepito, visto che le armi dei poliziotti sono spianate.

Abbiamo appurato che i poliziotti assassini non vanno mai in carcere. Abbiamo appurato che i corpi degli emarginati sono un bersaglio per i fascisti. Abbiamo appurato che le ΕΔΕ [carte d’identità nazionali] sono solo documenti di merda. Dal momento in cui tutto è stato appurato, il dialogo viene abolito e le armi possono dire la loro. Per tutto questo tempo avete giocato nel vostro stadio con le vostre tribune. Con i canali televisivi che vi coprivano spavaldi, con i politici che vi applaudivano ogni volta che premevate il grilletto, con i giudici che vi davano il benestare. Questi giorni bui sono finalmente finiti. Sappiamo bene che i fascisti in uniforme, nel loro complesso, tollerano o acconsentono agli omicidi, agli abusi e alle torture. Sappiamo bene che hanno ricevuto l’approvazione di Maximos [il palazzo che ospita l’ufficio del primo ministro greco] che non ci saranno conseguenze. Sappiamo anche bene chi stanno prendendo di mira: la gioventù proletaria che vive sulla propria pelle l’esclusione sociale e la disuguaglianza di classe, i movimenti politici e di classe che contestano la politica dello Stato. Ci chiediamo ad alta voce. Cos’altro stiamo aspettando che accada? Quanto sangue deve ancora asciugarsi nelle strade? Qualcuno si aspetta che venga fatta giustizia porgendo l’altra guancia?

Nel nostro primo comunicato vogliamo essere il più chiari possibile. I militanti armati che scelgono di unirsi alla guerriglia urbana non sono degli alieni. Sono le persone della porta accanto. Sono i vostri compagni nel lavoro, il proletario sulle impalcature che rischia la vita per un salario da terrore, la ragazza che vive per quattro mesi nelle baraccopoli dei padroni per servire bevande ai villeggianti in una destinazione turistica, i vostri compagni di scuola, i vostri vicini di picchetto. La guerriglia urbana si costituisce come polo di opposizione all’ideologia borghese e alle norme sociali dominanti. In questo contesto abbiamo scelto la formazione di Giustizia Proletaria Armata per collocare modestamente la nostra pietra nel grande mosaico della storia e andare avanti. Traiamo preziosi insegnamenti dalle esperienze storiche delle precedenti organizzazioni armate sia a livello nazionale che internazionale.

Il governo Mitsotakis ha come assi centrali di formulazione politica la dottrina della legge e dell’ordine e la famosa cultura dell’eccellenza, la continuazione politica della modernizzazione secolare. Questi due assi sono il bastone e la carota attraverso i quali il partito della borghesia, Néa Dimokratía, persegue le politiche di governo. A livello politico, la dottrina della legge e dell’ordine e l’eccellenza sono i pilastri del governo nel proprio approccio alla popolazione lavoratrice. Punizione quando si comporta male, premio quando si adegua, apoteosi quando serve le norme sociali coltivate da Néa Dimokratía attraverso i mass-media. È questo il trittico che costituisce la produzione e l’attuazione delle posizioni politiche del governo. Il famoso Stato esecutivo non è altro che un centro di distribuzione di denaro ai cortigiani governativi, ai lobbisti delle imprese, ai dirigenti ministeriali. La svendita del patrimonio pubblico continua senza sosta. Mentre le privatizzazioni nei settori dell’energia, della sanità, delle università, dell’ambiente naturale, ampliano i campi di redditività del capitale greco. Il lavoro viene sistematicamente svalutato e i diritti conquistati con lotte sanguinose vengono criminalizzati da un giorno all’altro. Allo stesso tempo, a livello internazionale, la politica estera greca è in pieno allineamento con la politica dell’imperialismo occidentale.

Nel diluvio di violenza e terrorismo dell’imperialismo vediamo le bare sfilare in diretta, i giovani in corpi smembrati o crivellati di proiettili sepolti nel terreno, vediamo l’ipocrisia prendere posto sugli schermi televisivi. I bambini morti nella Palestina martirizzata sono definiti terroristi, i bambini morti per le armi della polizia in Grecia sono definiti pericolosi delinquenti, i bambini morti a Tempe [28 febbraio 2023] sono definiti un sacrificio necessario per la modernizzazione della rete ferroviaria, i migranti morti sulle coste del Mediterraneo sono definiti barbari invasori. Tutto è ormai chiaro: la vostra morte è la mia morte.

Tuttavia non siamo ciechi e riconosciamo un’altra forma di violenza che fiorisce nelle metropoli dell’imperialismo. La violenza del fregarsene del prossimo e del badare solo a se stessi. Una violenza senza sangue, ma che lo lava via in silenzio. Il sogno di avanzamento offerto dalla cosiddetta mobilità di classe compra le coscienze. La disinformazione, che è un’arma nelle mani del sistema per eseguire il lavaggio del cervello, annienta le basi morali a tal punto che ci si rifiuta di reagire ai crimini del sistema. Basta la promessa di un’auto a rate, un po’ di soldi, un appartamento ammobiliato, qualche giorno di spensierate vacanze estive e una serata fuori. Il sistema cerca di convincerci che la nostra vita non può esistere al di fuori di esso.

L’imperialismo crea un futuro cupo, pieno di guerre, povertà, miseria, disperazione. Noi diciamo che non è mai troppo tardi per fare il primo decisivo passo. Le armi non sono altro che strumenti di azione politica, diventano significative quando riflettono un contenuto politico e sociale. Il nucleo politico della strategia di guerriglia proletaria ha come punto di partenza il bilanciamento del negativo equilibrio politico/di classe e si pone come obiettivo lo sviluppo in termini di forza di una proposta politica alternativa, in cui gli interessi proletari siano al centro. Per completare questo viaggio turbolento la storia ci costringe a fermarci in molti porti e per farlo dobbiamo affrontare le domande quotidiane che ci pone.

Nella prospettiva dell’abolizione dei rapporti di produzione capitalistici. La distruzione delle forme politiche di dominio della borghesia. Il disimpegno dall’Unione Europea e dalla NATO. La trasformazione rivoluzionaria dei rapporti sociali. In fondo, la migliore risposta a chi ha fretta di chiudere la storia delle lotte e delle rivoluzioni è la lotta degli oppressi che combattono l’imperialismo e lo sfruttamento. I proletari combattivi che si oppongono alle politiche barbare del sistema. Dall’eroica resistenza palestinese alle massicce manifestazioni antisioniste in tutto il pianeta. La storia è del tutto imprevedibile. È sufficiente una scintilla per innescare un incendio. E se non siamo pronti non potremo fare nulla. Perché ogni persona, oltre alla propria responsabilità individuale, ha un’altra responsabilità. Quella dell’ombra della responsabilità di fronte all’ingiustizia. Ci batteremo per la Giustizia Proletaria per tutti coloro che sono stati uccisi dalla violenza della polizia. Abbiamo la responsabilità di lottare per loro. Con un’arma in mano e la visione di un mondo nuovo nel cuore.

Ένοπλη Προλεταριακή Δικαιοσύνη
[Giustizia Proletaria Armata]

PDF del comunicato in lingua greca: https://athens.indymedia.org/media/upload/2023/12/23/keimeno.pdf

[Pubblicato in greco il 24 dicembre 2023 in https://athens.indymedia.org/post/1628274/ | Traduzione in italiano pubblicata in https://lanemesi.noblogs.org/post/2023/12/29/comunicato-sullattacco-esplosivo-contro-la-base-centrale-delle-mat-e-dellekam-da-parte-di-giustizia-proletaria-armata-atene-grecia-18-dicembre-2023/]