Viva l’avventura! Viva l’attacco! Viva l’anarchia!
Ci ripetono oramai da anni che questa che viviamo è “l’era della comunicazione”. Ne siamo convinti anche noi.
La comunicazione della civiltà degli schermi, della distruzione del linguaggio, della scomparsa, o quasi, della capacità di emozionare e di emozionarsi senza supporti robotici, la civiltà dei sentimenti liofilizzati su supporti di silicio.
Questa comunicazione si fonda su tralicci di cemento elettrificati, ripetitori che spargono turmori e leucemie, palazzi di server che fanno evaporare fiumi interi e la comunicazione si sovrappone sempre più al controllo e al dominio che essa permette: esperimenti globali securitari come quelli messi in atto con l’avvento del Covid-19, o la macchina tritacervelli della propaganda bellica nella guerra tra Nato e Russia ne sono gli esempi piu’ recenti e devastanti.
Gli effetti di quegli esperimenti si toccano con mano ogni giorni, per esempio nella virtualizzazione (e conseguente controllo accresciuto e affinato) del mondo della scuola e del lavoro salariato. Sebbene non siamo partigiane della scuola o della fabbrica, non ci lascia indifferenti vedere che viene a stringersi un nuovo anello alla sempre più opprimente catena dello sfruttamento.
Il prodotto principale di questa comunicazione sono tonnellate di dati o mega dati, estorti, a costo zero, a masse di umani messi a profitto dalle multinazionali.
Oltre ai costi tragici in termini di robotizzazione degli individui, questa comunicazione si fonda su presupposti molto concreti, vale a dire supporti fisici che devastano la Terra, avvelenano l’aria, intossicano tutto, producendo, per esempio nei confronti degli animali non umani, un vero e proprio olocausto.
Il rovescio della medaglia però è che le propaggini di questo immenso impianto di comunicazione e dominio si trovano un po’ dappertutto, in ogni territorio, rendendolo così anche vulnerabile.
In un’avventurosa notte di inverno abbiamo attaccato due postazioni di telecomunicazione, per un totale di sei antenne, con pneumatici, benzina, stracci e altro materiale infiammabile.
Al fianco di Alfredo e degli altri compagni e compagne in lotta e che hanno intrapreso lo sciopero della fame in sua solidarietà!
Al fianco dei compagni e delle compagne in tutto il mondo: in galera, nelle strade, in latitanza!
Viva l’avventura! Viva l’attacco! Viva l’anarchia!
[Ricevuto via e-mail, senza indicazioni né di luogo né di data]