Umbria: bomboniera per i borghesi, inferno per i proletari e scuola di inquisizione per la repressione
Mercoledì 14 dicembre a Spoleto si è tenuta in piazza una iniziativa di contestazione, in occasione della presenza in città per un convegno sul turismo della ministra Daniela Santanchè, della presidente umbra Donatella Tesei e di altre “illustri” personalità politiche. La manifestazione era stata convocata dai comitati in difesa dell’ospedale, che non perdono occasione per contestare in particolare la governatrice leghista memori delle menzogne e della parziale chiusura del nosocomio spoletino approfittando dell’Operazione Covid.
Come anarchici eravamo presenti in quella piazza anche per molti altri motivi, ma soprattutto per portare anche in quella manifestazione – a cui erano presenti un centinaio di persone – la mobilitazione a sostegno dello sciopero della fame di Alfredo Cospito contro il 41 bis e l’ergastolo ostativo. Perché quando ministri e politicanti passano da questa parti per noi è sempre una occasione per ricordare loro che li riterremo responsabili di quanto dovesse accadere al nostro compagno.
UMBRIA: BOMBONIERA PER I BORGHESI, INFERNO PER I PROLETARI E SCUOLA DI INQUISIZIONE PER LA REPRESSIONE
Oggi si riuniscono a Spoleto, nelle plutocratiche sale del Banco Desio, ospiti delle eminenze di Confcommercio e Federalberghi, le eccellenze politiche: la ministra del turismo Daniela Santanchè, la presidente dell’Umbria Donatella Tesei e il sindaco di Spoleto Andrea Sisti. L’evento, dal titolo L’Umbria del turismo che vogliamo, ci stimola a una riflessione sull’Umbria in cui viviamo.
Alla deindustrializzazione, alla crisi e al terremoto, sta facendo seguito un processo di ristrutturazione dove l’intrattenimento diventa sempre di più il solo motore economico e dove la vita della popolazione sembra quella di animali allo zoo. I lavoratori più giovani sono ormai solamente dei servitori per lo svago dei turisti, gli eventi “culturali” sono delle pacchiane mascherate in abiti medievali o delle grasse mangiate per chi ha i soldi da spendere, le macerie vengono nascoste dagli addobbi a festa e le nostre città sono sempre più piene di sbirri.
La socialità naturale viene perseguita come fatto criminoso mentre al suo posto si cerca di instaurare l’artefatto del convivio. Dall’altra parte del bancone ci sono invece gli sfruttati. Il turismo e il commercio sono sicuramente tra i settori dove peggiore è la condizione lavorativa, tra contratti a chiamata, stagionali, nero, voucher, molestie. Indicativa la scelta della ministra Santanchè che questa sera, dopo l’evento istituzionale, parteciperà a una cena organizzata dal suo partito Fratelli d’Italia all’agriturismo Il Pianaccio: luogo emblematico di sfruttamento e ladrocinio nei confronti dei dipendenti.
Funzionale a questo processo di disgregazione del tessuto sociale è stata la scelta della presidente Tesei di chiudere di fatto l’ospedale di Spoleto, che rimane un involucro, una finzione come le altre, una scenografia per la fiction che continua. D’altro canto un non luogo non è una comunità: come se nelle montagne della Valnerina non vivessero delle persone, ma fossero solo un posto in cui andare a mangiare il tartufo dalla signora Urbani.
Ricordiamo le menzogne sfacciate con cui si è presentata alla città la governatrice leghista: al momento della transizione del nosocomio spoletino in ospedale-Covid, venne infatti promessa la completa riapertura dello stesso ad emergenza finita. Chiusura dell’ospedale che non riguarda solo gli spoletini, ma anche quei territori di montagna, già colpiti dal terremoto e della militarizzazione che ne è conseguita. Lo spopolamento della Valnerina e la trasformazione dei paesi in parchi turistici contribuiscono all’indebolimento di quelle comunità proprio ora che vengono minacciate da un’opera devastante come il gasdotto SNAM. Quando sentiamo parlare di guerra in Ucraina, non dobbiamo pensare solo alle immagini di distruzione lontana che vengono trasmesse dai telegiornali: la guerra si combatte anche con i tagli alla salute e con opere strategiche come il gasdotto.
Tuttavia, l’Umbria è all’avanguardia anche per altro. La procura di Perugia si è fatta promotrice negli anni di una buona parte delle operazioni repressive che hanno riguardato il movimento anarchico, attaccando in due occasioni compagni e compagne di Spoleto. A proposito di farse medievali, proprio lo scorso anno l’inquisizione perugina ha mandato gli sgherri del ROS in decine di appartamenti e nel Circolaccio Anarchico alla ricerca di libri e giornali da mettere all’indice.
Indagine, questa, che si configura come uno degli elementi a sostegno del trasferimento nel 41 bis di un nostro compagno. Oggi Alfredo Cospito è al cinquantaseiesimo giorno di sciopero della fame contro il 41 bis e l’ergastolo ostativo, lotta che intende portare avanti fino al suo ultimo respiro. Quando ministri e potenti vengono a banchettare nelle nostre città, per noi, oltre alle ragioni esposte sopra, è un buon momento per ricordare loro che li riterremo responsabili di ciò che dovesse accadere al compagno.
Oltre alla commedia, ai giochi di prestigio, alla finzione e alle menzogne, al di là della cortina fumogena dello spettacolo e dell’intrattenimento, esiste la realtà. Questa realtà è fatta di guerra sociale. È questa la realtà che anche oggi veniamo a gettarvi in faccia.
Circolo Anarchico La Faglia
via Monte Bianco 23, Foligno
e-mail: circoloanarchicolafaglia@inventati.org
telegram: t.me/circoloanarchicolafaglia
[Ricevuto via e-mail e pubblicato in https://lanemesi.noblogs.org/post/2022/12/15/umbria-bomboniera-per-i-borghesi-inferno-per-i-proletari-e-scuola-di-inquisizione-per-la-repressione/]