Un ripetitore telefonico incendiato
La sera di venerdì 28 gennaio, sulle colline di Renneville [vicino a Tolosa; NdT.] un ripetitore telefonico si è immolato col fuoco, in solidarietà con tutte le persone arrestate e sotto inchiesta per la lotta contro la digitalizzazione forzata. L’ultimo arresto, mercoledì 26 gennaio*, per l’inchiesta sull’incendio del traliccio dei Cars, a Limoges, non gli ha lasciato altra scelta, per esprimere la sua rabbia.
Senza rimpianti.
[In francese: https://attaque.noblogs.org/post/2022/01/31/renneville-haute-garonne-incendie-dune-antenne-relais/]
Nota del traduttore: L’11 gennaio 2020, un incendio rivendicato dal “Comité pour l’abolition de la 5G et son monde” (Comitato per l’abolizione del 5G e del suo mondo) ha provocato ingenti danni a un ripetitore radiotelevisivo (1,4 milioni di utenti non avevano più acceso alla televisione digitale terrestre) e a uno di telefonia mobile, nella località di Cars, presso Limoges. Il 15 gennaio 2021, l’antiterrorismo ha effettuato in quella regione un’operazione che ha portato a numerose perquisizioni e all’arresto di sei persone, di cui tre sono state incriminate per “distruzione in banda organizzata” e “associazione a delinquere”. Il 26 gennaio 2022, un’altra persona ancora è stata arrestata (e rilasciata in giornata), a quanto pare nel quadro della stessa inchiesta.