Un aggiornamento e alcune considerazioni sull’operazione Sibilla e il 41 bis contro l’anarchico Alfredo Cospito
Il 22 giugno a Roma si è tenuta presso la corte di cassazione un’udienza sulle misure cautelari disposte per l’operazione repressiva Sibilla. L’udienza è scaturita dal ricorso del pubblico ministero Manuela Comodi contro il provvedimento del tribunale del riesame di Perugia, che il 16 dicembre aveva comportato l’annullamento delle misure cautelari scattate l’11 novembre con l’operazione repressiva. La corte di cassazione, a dispetto di quanto espresso dal procuratore generale (che aveva chiesto il rigetto dell’appello della procura perugina), ha accolto la richiesta della PM Comodi, annullando il provvedimento del tribunale del riesame e disponendo una nuova udienza. Le misure cautelari non sono effettive e per i prossimi mesi verrà disposta la nuova udienza di riesame al tribunale di Perugia.
Cogliamo l’occasione di questo aggiornamento per soffermarci sulle ragioni che hanno portato all’operazione repressiva, aggiungendo alcune nostre considerazioni derivate in particolar modo dal recente provvedimento di trasferimento in regime detentivo di 41 bis del compagno Alfredo Cospito.
Nel settembre 2021, a seguito di anni di indagini condotte dai comandi del Raggruppamento Operativo Speciale dei carabinieri di Milano e Perugia, venivano richiesti dalla procura perugina otto arresti in carcere per altrettanti compagni anarchici. Quest’ordinanza veniva in parte respinta e ridimensionata dal giudice per le indagini preliminari. Contestualmente a tale richiesta d’arresto, veniva disposto per il compagno Alfredo Cospito un provvedimento di censura sulla corrispondenza della durata di tre mesi, successivamente rinnovato più volte.
L’11 novembre venivano così effettuate dal ROS dei carabinieri decine di perquisizioni, notificata l’indagine Sibilla riguardante una quindicina di compagni e imposte sei misure cautelari in relazione all’accusa di istigazione a delinquere con l’aggravante della finalità di terrorismo: un mandato d’arresto in carcere per Alfredo Cospito (all’epoca già recluso nel carcere di Terni); l’arresto del compagno Michele Fabiani, che veniva posto agli arresti domiciliari con tutte le restrizioni; infine, l’obbligo di dimora nel comune di residenza congiunto all’obbligo di firma tre giorni a settimana per quattro compagni. Il giorno stesso dell’operazione venivano oscurati, rendendone irreperibili gli indirizzi online, anche due siti internet (roundrobin.info e malacoda.noblogs.org), attualmente ancora non raggiungibili in territorio italiano tramite browser convenzionali (per delle limitazioni tecniche le forze repressive hanno potuto disporre l’oscuramento esclusivamente in Italia, essendo che non era possibile eliminare del tutto i siti internet in questione). Come detto poc’anzi, dopo poco più di un mese le misure cautelari venivano tutte annullate dal tribunale del riesame.
Le accuse principali nei confronti dei compagni sono di aver costituito o partecipato ad una associazione sovversiva con finalità di terrorismo ed eversione dell’ordine democratico (270 bis c. p.) e di istigazione a delinquere (414 c. p.) con l’aggravante della finalità di terrorismo, in relazione alla redazione, pubblicazione e distribuzione del giornale anarchico “Vetriolo” o, per quanto riguarda alcuni indagati, per averne riportato nei siti internet oscurati alcuni articoli (in particolar modo “Quale internazionale?”, l’intervista con Alfredo Cospito uscita in tre parti nel giornale). Oltre a queste accuse, ve ne sono ulteriori per istigazione e altri reati minori, sempre aggravati dalla finalità di terrorismo (inerenti la pubblicazione di articoli e contributi nei siti internet, oltre che per dei volantini e innumerevoli scritte murali a Spoleto). Infine, una compagna viene accusata di danneggiamento in relazione ad un’azione avvenuta a Foligno contro alcune macchine di Poste Italiane durante lo sciopero della fame delle compagne e compagni imprigionati, a maggio-giugno 2019, per la chiusura della sezione AS2 del carcere dell’Aquila. L’indagine Sibilla della procura di Perugia – inizialmente incentrata maggiormente sul Circolaccio Anarchico di Spoleto –, ha successivamente “ereditato”, su sollecitazione della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, una precedente e più estesa indagine per 270 bis e 414 c. p. della procura di Milano iniziata nel 2016, poco fantasiosamente denominata “Vetriolo” e volta a monitorare compagni a Milano, Genova, Bergamo e Spoleto. Nel contesto di quest’indagine il ROS, alla ricerca di analogie, somiglianze o coincidenze lessicali e concettuali, aveva intrapreso un lavoro di comparazione di buona parte degli articoli pubblicati nel giornale con i testi rivendicativi di alcuni attacchi incendiari ed esplosivi avvenuti in Italia (e uno in Grecia).
Tra gli scopi dell’operazione Sibilla vi era quello di colpire il giornale, sequestrando tutte le copie reperibili dalle forze repressive durante le perquisizioni, e soprattutto di inasprire il più possibile la condizione detentiva del compagno Alfredo Cospito. Il 5 maggio, dopo mesi di censura sulla corrispondenza e dopo l’operazione repressiva, è stato disposto al compagno un provvedimento di trasferimento in regime di 41 bis. L’intenzione, plateale e dichiarata, è quella di silenziarne il contributo, impedendogli di pubblicare articoli e interventi, tentando di seppellirlo nel più afflittivo tra i regimi detentivi presenti nelle carceri italiane. Ancor di più alla luce degli intenti repressivi – che non sono frutto di qualsivoglia tipologia di “eccezionalità”, bensì espressione della democrazia nella sua peculiare transizione verso una svolta autoritaria di nuova forma – ribadiamo che non verremo mai meno nella solidarietà con Alfredo e con tutti i compagni imprigionati. Ci teniamo in particolare a mandare un abbraccio fraterno e con affetto, oltre che ad Alfredo, anche a Gianluca, compagno indagato in Sibilla e attualmente agli arresti domiciliari con tutte le restrizioni a seguito di un’altra operazione repressiva (l’indagine Diamante, del 16 marzo) ad opera della procura di Genova.
La solidarietà – come sentimento essenziale che emerge nella consapevolezza della condivisione profonda dell’idea anarchica – però non basta. Davanti al trasferimento di Alfredo Cospito in 41 bis, e alla luce dell’avvitamento repressivo in corso da anni, occorre porre le basi per una solidarietà differente, una concreta solidarietà rivoluzionaria internazionale che, al di fuori di ogni “specialismo” anti-carcerario, vada ad enfatizzare, ponendole in atto, le ragioni della nostra lotta e il suo obiettivo: la distruzione dello Stato, del capitale, di ogni autorità. Per questi motivi invitiamo a sostenere tutte le iniziative anarchiche e rivoluzionarie che saranno messe in campo contro il 41 bis e il trasferimento del compagno in questo regime detentivo.
Da parte nostra, resta la ferma intenzione di perseverare nella propaganda anarchica. Queste vicende repressive avvengono in un contesto storico in cui il capitalismo ci sta trascinando verso la possibilità di una nuova guerra generalizzata, dove il carovita affama e impoverisce milioni di proletari, dove la crisi ambientale si è scatenata con desertificazioni e siccità che colpiscono sempre più duramente anche alle nostre latitudini, e dopo due anni di crisi sanitaria che ha rinchiuso i lavoratori in casa, li ha schedati e ricattati con il green pass, mentre le imprese continuavano a fare affari. Di fronte a tutto questo, non solo ci teniamo a ribadire che non ci lasceremo chiudere la bocca, ma anche che non permetteremo alla repressione di spostare tutte le nostre energie verso la mera difesa dagli attacchi dello Stato.
Perseverare nelle nostre pratiche significa anzitutto continuare a collocare l’anarchismo come la sola forza storica di contrapposizione concreta e distruttiva contro la catastrofe verso cui ci stanno trascinando padroni e governanti.
Con questo spirito invitiamo tutti a partecipare ai due giorni che si terranno a Spoleto il 26 e 27 giugno. Domenica 26, con alcuni compagni redattori del quindicinale anarchico “Bezmotivny”, discuteremo della guerra in Ucraina da un punto di vista internazionalista intransigente, vale a dire contro ogni Stato, a partire dal nostro, per il disfattismo, per la sconfitta della NATO. Lunedì 27, in concomitanza con la sentenza di cassazione del processo Scripta Manent, discuteremo della repressione anti-anarchica negli ultimi anni. Questo sarà un ulteriore momento di confronto e organizzazione per la mobilitazione contro la decisione di trasferire Alfredo in 41 bis. Le discussioni si terranno alle ore 17:00 al Circolaccio Anarchico di Spoleto, in viale della repubblica 1/A.
Alcuni anarchici indagati
23 giugno 2022