Solidarietà e sostegno per Yvan Colonna!
ONORE A YVAN COLONNA,
OSTAGGIO DELLO STATO FRANCESE, ORA TRA LA VITA E LA MORTE
VICINI ALLA CORSICA E A CHI LOTTA PER L’AUTODETERMINAZIONE DELLA PROPRIA TERRA
Purtroppo ci è giunta l’amara notizia che il 2 marzo 2022, Yvan è stato ricoverato d’urgenza e al momento si trova in stato di coma lottando tra la vita e la morte, dopo aver subito una violenta aggressione all’interno del carcere di Arles dove si trova rinchiuso. Per noi queste sono ore di ansia e speranza per la sua vita.
I media dello Stato francese e la direzione penitenziaria di Arles, parlano di una lite con un detenuto islamico per questioni religiose mentre si trovavano all’interno della palestra, ma ai più questa narrazione della vicenda non è andata giù, stando anche al regime DPS (Prigioniero Particolarmente Sorvegliato) a cui Yvan è sottoposto.
Immediatamente la rabbia del popolo corso si e riversata nelle strade di Aiacciu, Bastìa, Corti, Sartè, Portivechju. Organizzazioni indipendentiste, sindacati portuali, universitari, liceali, paesani, si sono immediatamente radunati sotto le prefetture coloniali per dimostrare il loro sostegno a Yvan e alla sua famiglia, gridando che lo Stato francese con la sua politica di repressione, deportazione e vendetta fosse l’unico responsabile.
Immediata è stata anche la chiamata per una manifestazione nazionale corsa per la giornata di domenica 6 marzo a Corti, nel cuore della Corsica.
La forte determinazione dei portuali inoltre ha impedito l’attracco del traghetto della Corsica Ferries partito da Tolone, che sarebbe dovuto attraccare ad Aiacciu nella tarda mattinata di venerdì 4 marzo, traghetto sul quale si trovavano centinaia di agenti antisommossa inviati dalla Direzione Centrale della CRS in vista del corteo della domenica. Una quarantina di lavoratori portuali si è infatti opposta fisicamente alle operazioni di attracco andando contro la motonave con i Cagoule in viso a bordo di alcuni gommoni e lanciando razzi di segnalazione contro di essa, la stessa situazione si è ripetuta nel porto di Bastìa.
Alla manifestazione del 6 marzo a Corti hanno presenziato oltre le 20.000 persone, praticamente un esodo se pensiamo che l’intera isola conta circa 300.000 residenti, giovani e meno giovani hanno dato battaglia per più di tre ore portando un attacco alla prefettura cittadina, per noi sono state un colpo al cuore le immagini che ci sono giunte da questa giornata di lotta, dove l’immensa folla si spalancava e applaudiva fiera i più determinati che correvano verso le prime linee con bottiglie Molotov alla mano.
In queste ore il nostro pensiero è rivolto a un’ isola sorella, al suo popolo fiero, alla sua storia, perché noi sappiamo cosa significhi essere relegati a ruolo di colonia. Perché di padrone in regnante, di occupante in colonialista, di prepotenza in manipolazione è lastricata anche la strada della nostra schiavitù. Ci hanno detto che, oltre essere fenici, romani, pisani, genovesi, bizantini, eravamo anche aragonesi, piemontesi, italiani. Ci hanno stuprato i boschi, diviso e rubato le terre, sfruttato le miniere, imposto nuove leggi, altre lingue, sangue da versare in guerre non nostre, una economia capitalistica, montagne di rifiuti di un’economia consumistica, droga e prostituzione, modelli estranei alla nostra cultura, degradante assistenzialismo, servitù militari, sbirri, tribunali e galere, scuole di manipolazione identitaria, dis-valori come logo di modernità.
Coercizione fisica, omissione e travisamento della storia, volontà di costruire ex novo dei nuovi soggetti e con essi un nuovo popolo funzionale al potere coloniale italiano. Un popolo che interiorizza fin nel più profondo messaggi chiari e subliminali volti a schiavizzarne l’anima. Mai attacco più complesso e incisivo è stato portato nella storia contro la nostra natzione. Il progetto delle potenti consorterie internazionali, volto alla costruzione di un unico mercato per il sistema Stato-Capitale globale da cui attingere profitti sempre maggiori, con minori costi, è chiaramente quello di cancellare dalla faccia della terra peculiarità etniche e culturali, che rappresentano una immensa ricchezza e la storia stessa dell’uomo, per fare spazio a un meticciato senza anima né radici, guidato nei suoi bisogni e desideri dai sacerdoti della manipolazione. I popoli più deboli soccombono per primi. La Sardegna a causa della sua condizione di colonia, con tutto quello che comporta, rischia una veloce scomparsa come nazione, cosi come la Corsica e tanti altri territori, per ciò questo dolore e queste giornate sono anche le nostre giornate.
Nonostante gli epigoni dei Torquemada dell’ Italia Stato, come della Francia Stato facciano di tutto per ostacolarci, non fermeranno i nostri percorsi di liberazione!
Tutta la nostra solidarietà e il nostro sostegno a Yvan Colonna, alla sua famiglia, e a quanti in queste giornate stiano combattendo.
Alcuni Anarchici Sardi
07/03/2022
[Tratto da: https://fuoridallariserva.noblogs.org/post/2022/03/07/solidarieta-e-sostegno-per-yvan-colonna/]