È disponibile il libro Filosofia e deserto. Le dimensioni dell’Unico nella filosofia di Johann Caspar Schmidt, di Claudio Lallai (Editziones de su Arkiviu-Bibrioteka “T. Serra”, 2022)
Non manca di certo l’interesse per Max Stirner a ben oltre 150 anni dalla uscita del suo scritto maggiore, L’Unico e la sua proprietà. Così, come poco tempo addietro abbiamo segnalato un altro scritto interessante, propedeutico se si vuole alla lettura di Stirner, proponiamo un altro scritto che noi medesimi diamo alle stampe.
Si tratta stavolta di una tesi di laurea incentrata appunto sulle dimensioni dell’Unico, così come emerge dall’opera principale del filosofo tedesco. Dimensioni che per Claudio Lallai vengono ad esprimersi tutte nella metafora del deserto, che nella sua aridità si pone come momento “sterile” di fronte al sistema della produzione e riproduzione delle merci, incluso ovviamente il linguaggio, non essendo questo null’altro che l’accumulo di segni atti a contenere, esplicare, manipolare, sempre e comunque, gli individui alienati.
Si tratta, a ben vedere, di un succinto ripercorrere i momenti fondamentali dell’opera di Stirner. Uno strumento quindi che potrà essere utilissimo a quanti si approcciano al filosofo tedesco e ne intravvedono gli stimoli per maniere inedite di “unioni” di singoli che riemergono ogni attimo dal loro nulla creativo.
Preziosissima l’Introduzione di Massimo Passamani, che cogliendo appieno l’impossibilità del linguaggio di esprimere l’Unico nella sua totalità, che è “semplicemente” manifestazione della vita e non quanto su di essa si può dire, aggiorna la critica stirneriana ai «progetti totalitari del presente che mirano a farla finita con l’individualità».
«In ogni momento del suo processo egli non ha niente che lo accomuni agli altri e perciò neppure nulla che lo separi. In questo senso si acutizza la differenza e scompare il contrasto. Ma l’Unico non è solo differente dagli altri. Diviene un soggetto che perde, in tale processo, qualsiasi staticità e fissità, e allora, è lo stesso concetto di soggetto che viene annientato: diventa in-definibile, completamente altro rispetto a tutte le caratterizzazioni attribuitegli nel pensiero tradizionale, e non solo, ma altro anche e soprattutto nei confronti di tutte le specifiche manifestazioni della sua volontà in divenire. Viversi nella completa diversità, riconoscersi come un luogo sempre mutevole e in trasformazione, rende l’Unico un Deserto: come tale egli vive certamente una solitudine totale nella diversità rispetto agli altri. Ma egli è sempre diverso soprattutto rispetto a se stesso: in quanto processo non si perde nelle creature. Ogni Unico è inizio, mezzo e fine di sé. È un deserto accanto ad altri deserti». (C. Lallai, Filosofia e deserto, pp. 56-57. Corsivo nel testo).
«Se la rivolta stirneriana è un «grido gioioso» contro «la lunga notte del pensiero e della fede», ciò a cui apre non può essere detto con le parole della fede e del pensiero reificato. È proprio all’Ego, infatti, che la società del dominio dice con ingannevole magnanimità: «Esprimiti!». È alle immagini sociali del Sé che essa suggerisce senza sosta: «Valorizzatevi nel mercato delle prestazioni!». Il primo gesto della rivolta è allora portare il silenzio, liberando il corpo e sprigionando le «acque mentali» dai segni, dalle immagini e dal flusso ininterrotto di parole mozzicate con cui il dominio cerca di prosciugarle». (M. Passamani, Introduzione, p. 6).
Claudio Lallai
Filosofia e deserto
Le dimensioni dell’Unico nella filosofia di Johann Caspar Schmidt
Introduzione di Massimo Passamani.
Editziones de su Arkiviu-Bibrioteka “T. Serra”, Guasila, 2022.
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[Tratto da: https://anarkiviu.wordpress.com/2022/01/30/in-corso-di-stampa/]