La variante umana. Blocchiamo gli ingranaggi della guerra, fermiamo la guerra con la resistenza, solidarietà a tutti i disertori! (Roma, 29-30 novembre, 2 dicembre 2024)

La variante umana. Blocchiamo gli ingranaggi della guerra, fermiamo la guerra con la resistenza, solidarietà a tutti i disertori! (Roma, 29-30 novembre, 2 dicembre 2024)

LA VARIANTE UMANA

GIORNATE DI LOTTA A ROMA

Venerdì 29 novembre, ore 16:30, Università La Sapienza, Aula VI Autogestita, Facoltà di Lettere e Filosofia: assemblea pubblica.

Blocchiamo gli ingranaggi della guerra

La linea di faglia dello scontro tra blocchi di potenze capitaliste si allarga e si approfondisce. Ma per quanto la guerra sia sempre più tecnologica il fattore umano è decisivo per fermare le guerre: diserzione, boicottaggio, sabotaggio, resistenza sono gli strumenti con cui gli sfruttati hanno fermato le guerre dei padroni nel passato e con cui possono agire oggi.

Sabato 30 novembre, ore 14:00, piazza Vittorio: corteo.

Fermiamo la guerra con la resistenza

Partecipiamo con un nostro spezzone internazionalista, antimilitarista e disfattista alla manifestazione nazionale.

Lunedì 2 dicembre, ore 10:00, davanti all’ambasciata Ucraina, via Monte Pramaggiore 13: presidio.

Solidarietà a tutti i disertori!

La guerra comincia qui, qui possiamo incepparla. Solidarietà con i disertori e i renitenti, opponiamoci a ogni tentativo di rimpatriare i rifugiati della guerra.

TRASFORMIAMO LA GUERRA DEI PADRONI IN GUERRA CONTRO I PADRONI

PDF: La variante umana. Giornate di lotta a Roma

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BLOCCHIAMO GLI INGRANAGGI DELLA GUERRA

ASSEMBLEA PUBBLICA DEL 29 NOVEMBRE

Collegamenti audio con un compagno di Assembly, Kharkov

ORE 16:30, AULA VI AUTOGESTITA, FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA – LA SAPIENZA – ROMA

Ad un anno dal 7 ottobre la priorità rimane quella di fermare il genocidio in Palestina, e i massacri in Asia Occidentale, sostenendo la resistenza del popolo palestinese, bloccando gli ingranaggi bellici, alimentando la resistenza umana contro le macchine della guerra tecnologica. Nella guerra tra Russia e Ucraina la popolazione ucraina ha subito un massacro, sacrificata sugli altari degli interessi occidentali: per indebolire e destabilizzare la Russia combattendo “fino all’ultimo ucraino!”. Abbiamo visto la violenza dei reclutatori ucraini che vanno a caccia delle persone da spedire al fronte; abbiamo visto anche la popolazione impedirne la cattura attaccando i militari e gruppi supportare i fuggitivi. La permanenza in UE delle persone ucraine è ostacolata dai governi europei e dalle ambasciate e consolati, emanazioni del governo ucraino, con la volontà di arruolarli nelle fila di un esercito ormai allo sbando. I disertori in Ucraina stanno mandando il messaggio che l’umano gesto di rifiuto, ovvero il rifiuto di morire per gli interessi di chi li governa, è l’unico strumento utilizzabile in guerra, dimostrando che disertare è possibile; così come è possibile sabotare la macchina della guerra come sta avvenendo in Russia. Alle nostre latitudini, la diserzione è una bussola etica per orientarsi nel mondo-guerra.

La variabile umana ha fatto del rifiuto a collaborare un’emanazione della vita, traducendo l’umano gesto del rifiuto in indisposizione alla guerra, al genocidio e alla narrazione mediatica. Ogni università, ogni porto e ogni binario è parte integrante della macchina bellica e lavora per alimentare l’efficienza militare. Polizia e militari, telecamere e sensori, sono disseminati in tutta la città e nei luoghi strategici come le università. La vita si è così riversata nelle occupazioni degli atenei, nei blocchi della logistica di guerra e nelle piazze nonostante i divieti: tutti atti che disertano la guerra in quanto forma di governo. La guerra algoritmica è l’oppressione del calcolo e della previsione, sintetizzata perfettamente nel sistema-cibernetico-Israele. Sistemi militari e sofisticati programmi di intelligenza artificiale, sono tutti materiali molto redditizi per gli interessi imperialistici occidentali, che vengono progettati nelle nostre università: la variabile umana è rappresentata da chi decide di resistere, non collaborando a questo sistema di morte.

Dalla manifestazione per la Palestina del 5 ottobre a Roma è conseguita una coraggiosa rottura etica. La rottura assume maggior valore nel momento in cui rompe uno schema comportamentale: diserta i paradigmi attraverso i quali le lotte vengono recuperate e ne costruisce altri sui quali muovere i prossimi passi. La democrazia liberale non si basa sul dichiararsi perfetta, ma nell’accusare gli altri di essere peggiori, tutto ciò che non è recuperabile, viene delegittimato. Se le guerre ci vengono raccontate come un affare di stati maggiori che muovono soldatini di latta, nella realtà il fattore umano è decisivo: se i soldati si rifiutano di combattere la guerra non si fa. La diserzione, l’insubordinazione, l’insofferenza del popolo verso le condizioni di vita a cui lo ha ridotto la guerra possono portare a rivolte ed insurrezioni. Questa è l’emergere nella storia di quella variante umana che sola può cambiare il corso degli eventi ponendo fine tanto alle guerre quanto ai progetti distopici con i quali il capitalismo minaccia la vita su questo pianeta.

30 NOVEMBRE, MANIFESTAZIONE NAZIONALE: FERMIAMO LA GUERRA CON LA RESISTENZA. ORE 14:00, PIAZZA VITTORIO.

2 DICEMBRE, PRESIDIO: SOLIDARIETÀ A TUTTI I DISERTORI. AMBASCIATA UCRAINA, ORE 10:00, VIA MONTE PRAMAGGIORE 13, ROMA.

[Tratto dal web e pubblicato in https://lanemesi.noblogs.org/post/2024/11/28/la-variante-umana-blocchiamo-gli-ingranaggi-della-guerra-fermiamo-la-guerra-con-la-resistenza-solidarieta-a-tutti-i-disertori/]