In memoria di una guerriera anarchica. Parole di addio per Belén Navarrete (Santiago de Chile, Cile, 24 agosto 2024)

In memoria di una guerriera anarchica. Parole di addio per Belén Navarrete (Santiago de Chile, Cile, 24 agosto 2024)

Nota: Parole lette durante il funerale della compagna anarchica Belén Navarrete Tapia.

Mercoledì 21 agosto ho ricevuto la terribile notizia della tua partenza fisica; hai lasciato questo piano. C’erano molti dubbi su come fosse andato tutto, ma l’unica certezza è che te ne sei andata.

Sento l’immensa responsabilità di portarti in strada oggi, è un onore. Lo faccio con profondo amore, affetto, rispetto, complicità e convinzione anarchica. Non eri una persona “normale” o conformista, pertanto la tua storia di lotta, portata avanti con idee chiare, deve essere moltiplicata con lo stesso impeto che noi mettiamo in atto per altri fratelli e sorelle.

Di te posso parlare da vicino per via delle nostre vite intrecciate. So che facesti parte di quei bellissimi momenti di violenza studentesca di strada che andavano avanti dal 2011, del resto stavi già affinando la tua posizione anarchica che orgogliosamente dicevi essere arrivata a te tramite il veganismo a scuola, quando giovanissima vedevi come gli animali venivano utilizzati come merce, violentati, sfruttati, uccisi e la tua scelta di vita fu quella di smettere di consumarli. Questo aprì la tua mente, la tua coscienza politica, che inevitabilmente ti portò sul nero sentiero dell’anarchia.

Da quel momento in poi legasti con le organizzazioni anarchiche, partecipasti alle iniziative sociali, alle biblioteche, ai laboratori con i/le bambini/e. Con la serietà che ti caratterizzava, contribuisti alla realizzazione delle attività, oltre a partecipare alla sempre necessaria propaganda, affiggendo per le strade, distribuendo materiale stampato e, naturalmente, partecipando alle manifestazioni pubbliche, andando oltre lo studentesco come nelle manifestazioni storiche più combattive; 1° maggio, 11 settembre, tra le altre.

È stato in quel periodo che ci siamo incrociati e nel 2012 abbiamo iniziato a condividere momenti di attività politica, così come momenti di svago; il punk era sempre un buon rifugio per divertirsi e ridere, per fare baldoria, insomma. A causa delle vicissitudini della vita, il nostro legame si è rafforzato in termini emotivi, intimi, mentre allo stesso tempo le differenze politiche con l’organizzazione a cui partecipavamo divenivano evidenti. Quindi ci siamo ritirati, lasciandoci alle spalle l’apprendimento, il viaggio e le esperienze di vita, oltre a veder cadere le maschere di personaggi nefasti. Insegnamento, in fin dei conti. In ogni caso, da quella nicchia ne uscì un buon numero di compagni/e e amici, che ora vedo in questi momenti di profondo dolore.

L’abbandono di quell’organizzazione non ci ha fermato e lo stesso giorno in cui ce ne siamo andati abbiamo fondato il nostro collettivo anarchico, era il 2013, e aveva una chiara tendenza in difesa della violenza politica e della solidarietà anti-carceraria, che erano le nostre posizioni che sostenevamo già da tempo.

Mi vengono in mente decine di iniziative con il collettivo. Come agitavi in piazza, come facevi propaganda, come elaboravi i bollettini, le attività di solidarietà per i/le compagni/e in carcere, gli incarichi e i legami con la realtà carceraria, gli articoli, i testi, le riflessioni – con la penna che ti caratterizzava -. Hai studiato all’università, eri molto “testarda”, intelligente, molti lo sanno e lo sottolineeranno. Coniugavi studi e attività politica, ma la tua priorità era sempre quella di diffondere l’anarchia nel modo che ritenevi giusto.

Oltre ad essere attiva in iniziative, coordinamenti, reti, ecc., la strada è sempre stata il terreno per mettere in pratica le idee che urlavi. Lo facevi già come ho descritto sopra, ma poi sei andata oltre, armata di coraggio, audacia, superando le barriere della paura che ci potevano essere, sei diventata parte della lotta di strada, di quella che rompe la monotonia, che irrompe nella strada, nei ritmi dei cittadini senza preavviso e da diverse università hai praticato quella violenza incendiaria contro la polizia, facendoti strada, a volte essendo l’unica donna nei gruppi che partecipavano ad azioni di violenza politica.

Ma tu volevi andare oltre. La lotta di strada nelle manifestazioni di massa, nelle università, nelle città in occasione di appuntamenti importanti facevano parte di un aspetto della lotta anarchica, necessario, bisognava praticarlo, ma occorreva anche alzare il conflitto contro il mondo dell’autorità, così lo intendevi e, risolutamente, con la freddezza d’animo che ti caratterizzava, sferravi colpi sicuri attraverso quella che è conosciuta come la nuova guerriglia urbana anarchica, una storica pratica armata utilizzata dai gruppi d’azione per sfidare l’ordine costituito. Hai tradotto in azione, in pratica, le tue idee rivoluzionarie. In maniera rudimentale, senza specialisti, senza leader, senza capi, in modo autonomo, dignitoso, con decisione, coraggio, audacia, con convinzione guerriera; pronta ad affrontare la prigione se necessario, persino la morte; in ognuno di questi scenari ti sei alzata e hai dato il massimo.

Poi è arrivata la rivolta, anno 2019, e tu eri dove dovevi essere, a contribuire in strada, alla lotta di strada nel centro della città e nel quartiere in cui vivevi – come anche in altri – barricate notturne e condivisione con i/le vicini/e per alimentare la lotta nella comunità. Questo era ciò che ti motivava. Dovevi viverla, sperimentare quei mesi e hai dato tutto, quando anche la morte era in agguato o la mutilazione poteva arrivare per mano della maledetta polizia, hai continuato, proteggendo anche i tuoi.

La morte sussurrava da quando abbiamo saputo della dipartita fisica, lo scorso 11 agosto, del guerriero Luciano Pitronello, di cui eri compagna di idee e di pratiche, con cui svolgevi attività pubbliche e illegali. Ci siamo incontrati al suo funerale e ho visto il tuo volto triste, non riuscivi a credere al tragico evento che era accaduto, a come la vita di un compagno fosse stata portata via in quel modo. Ci siamo rincuorati a vicenda, ti ho detto che in quel momento sarebbe stata nostra responsabilità portare ovunque la sua memoria e le sue azioni. Tu mi hai sorriso con approvazione, ma ora tutto è cambiato e sono io che scrivo queste parole per te.

Mi hai affidato l’impegno di scrivere le tue memorie, più di una volta abbiamo parlato delle possibilità della morte, anche di quello che ci sarebbe stato dopo, se ci sarebbe stato un dopo. Eri atea, non credevi negli dèi o nei capi, ma credevi nell’energia di chi se ne andava, nell’essenza di ogni persona che in qualche modo rimaneva con noi.

Non ho parole per descrivere il profondo dolore che sento nel petto, come le lacrime e l’amarezza che affiorano, ti ricordo con immenso affetto e amore guerriero, abbiamo condiviso lunghi anni come compagni di vita e di lotta. Nella mia mente sono impressi eventi memorabili che sono stati umili contributi al conflitto anarchico di cui hai fatto parte in questo territorio, l’intimità sovversiva tra compagni, giorni e notti di cospirazioni, riflessioni e sogni di vedere bruciare questo mondo autoritario e la sua polizia bastarda.

Mi hai lasciato molto, mi hai lasciato tanti bei ricordi legati al fatto di aver condiviso la vita con una guerriera, lunghi anni, con intensità che pochissime persone possono conoscere e persino capire. Conserverò con gioia nella mia mente e nel mio cuore episodi che sono stati tatuati sulla mia pelle, episodi pieni di amore profondo, affetto, fratellanza, amicizia, solidarietà illimitata, complicità, differenze, rabbia e anche disaccordi, ma questa è la vita, con i suoi molteplici transiti.

Ti porterò con me, camminerai con me sul sentiero del conflitto anarchico. Fai già parte di quell’universo di compagni che se ne sono andati, la tua storia viaggerà nei luoghi, sarai negli opuscoli, nelle pubblicazioni e nelle attività. In ogni proiettile, barricata e boato risuonerà il tuo nome, continuerai a essere pericolosa per il nemico. Questo dipenderà da noi, da chi ti ha conosciuto in vita e da chi inizierà a conoscerti dal giorno della tua morte.

Da parte mia non mi restano che parole di gratitudine per aver avuto la fortuna di conoscerti.

Forza ai compagni e alle compagne che piangono la tua partenza, nelle strade e nelle prigioni, ai tuoi amici, alle tue amiche e alla tua famiglia.

Buon viaggio compagna e guerriera.

NULLA È FINITO, TUTTO CONTINUA!
BELÉN NAVARRETE PRESENTE!

24 agosto 2024
Santiago del Cile

[Ricevuto via mail e pubblicato in https://lanemesi.noblogs.org/post/2024/10/25/in-memoria-di-una-guerriera-anarchica-parole-di-addio-per-belen-navarrete-santiago-de-chile-cile-24-agosto-2024/]