Un testo distribuito nelle piazze e aggiornamento su una nuova inchiesta in corso (Genova, ottobre 2025)

Un testo distribuito nelle piazze e aggiornamento su una nuova inchiesta in corso (Genova, ottobre 2025)

Il testo qua sotto è stato diffuso all’inizio di ottobre in piazza a Genova, durante le mobilitazioni in solidarietà al popolo palestinese e contro il genocidio in atto, e si riferisce ad una inchiesta per devastazione e saccheggio in corso in città di cui si era venuti a conoscenza in quei giorni.

Abbiamo appreso in seguito dai media che il PM Longo, l’ennesimo aguzzino che la procura ha messo alle calcagna di anarchici e ribelli a Genova, aveva a suo tempo chiesto misure cautelari per 26 persone, respinte dal tribunale per l’evidente infondatezza della richiesta; ma lui, devoto alla sua
funzione di passacarte, non si arrende e ci riprova, con un appello contro il respingimento che si terrà il prossimo 12 novembre.

L’inchiesta è tutt’ora in fase di evoluzione ma pare già evidente l’intento pretestuoso di criminalizzare soggetti che esprimono attivamente il loro dissenso nelle piazze e fungere da deterrente per tutti gli altri.

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CHI DEVASTA È LO STATO

A distanza di 24 anni dagli eventi del G8 fa la sua ricomparsa a Genova il reato di devastazione e saccheggio (art. 419 c.p. che prevede dagli 8 ai 15 anni di reclusione) con un’inchiesta portata avanti dalla procura a carico di un numero di persone ancora in via di definizione, appartenenti a varie aree dei movimenti genovesi.
L’inchiesta fa riferimento alle giornate di mobilitazione in risposta agli arresti avvenuti la notte del 3 maggio 2024 di fronte all’ Ex Latteria Occupata.
La mobilitazione di piazza in quei 3 giorni, determinata e diffusa, fu la naturale risposta al clima di militarizzazione che conosciamo bene: controlli pervasivi attraverso telecamere, identificazioni e profilazioni, presidi fissi nelle strade di guardie di ogni tipo, rastrellamenti, retate e sgomberi di spazi sociali, provvedimenti di daspo urbano e misure di limitazione preventiva della libertà. Questi dispositivi colpiscono ripetutamente persone straniere, persone ai margini e tuttx coloro che non si adeguano alla devastante avanzata della città-vetrina piegata agli interessi di pochi e banco di prova di nuove tecnologie repressive.
Non ci sembra un caso che l’articolo 419 venga applicato in un periodo in cui le piazze si riempiono contro la guerra e lo sterminio dei popoli; lo abbiamo già visto ampiamente usare per infliggere anni di galera ai rivoltosi dentro le carceri e i CPR, nelle lotte antifasciste ed anticapitaliste più conflittuali e, recentemente, per colpire la mobilitazione contro il carcere e il 41bis.
Non ci faremo intimidire da queste strategie e non smetteremo di supportare la resistenza palestinese e di tutti i popoli in lotta, senza dimenticarci le responsabilità non solo del governo sionista ma di tutti quegli stati e quelle aziende che costruiscono il loro profitto sul colonialismo e sullo sfruttamento dei corpi e dei territori.

NÈ GOVERNI NÈ CONFINI

[Ricevuto via e-mail e pubblicato in https://lanemesi.noblogs.org/post/2025/11/02/un-testo-distribuito-nelle-piazze-e-aggiornamento-su-una-nuova-inchiesta-in-corso-genova-ottobre-2025/]